ZiedSarrat
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Concetti Chiave

  • I cinici, come Antistene, sostengono che il discorso è inutile poiché non può insegnare nulla di universale, come dimostrato dall'impossibilità di definire concetti generalizzati come la "cavallinità".
  • La filosofia cinica valorizza l'azione e l'atteggiamento pratico come strumenti di insegnamento, spesso accompagnati da brevi spiegazioni quando necessario.
  • Diogene di Sinope esemplifica la filosofia cinica con il suo comportamento provocatorio, come cercare "l'uomo" con una lanterna accesa in pieno giorno.
  • I cinici promuovono una vita di estrema semplicità e autosufficienza, ritenendo superflui gli oggetti materiali, come dimostrato dalla loro soddisfazione nel vivere secondo natura.
  • I cinici furono soprannominati "simili a cani" per il loro stile di vita irriverente e anticonformista, che rifiutava le convenzioni sociali, nonostante la forte critica esterna.

Indice

  1. Antistene e il rifiuto del discorso
  2. L'insegnamento dei cinici
  3. La vita semplice dei cinici

Antistene e il rifiuto del discorso

Zenone nega il moto? Antistene (440-370 a.C.) per tutta risposta, si mette a camminare. Il parlare stesso, infatti, diventa inutile: dal momento che non si può dire "il cavallo è veloce", ma solo "il cavallo è cavallo", è chiaro che il discorso non può insegnare nulla. Ed è inutile inseguire universali, come andava facendo Platone con le sue idee: noi vediamo i singoli cavalli, ma non ci accade mai di vedere qualcosa come la "cavallinità". (Platone avrebbe risposto ad Antistene: perché non hai occhi per vederla).

L'insegnamento dei cinici

Dal momento che il discorso non può insegnare nulla, i cinici si servono dell'atteggiamento, dell'azione. Al più, aggiungono qualche brevissimo commento esplicativo, quando la stranezza dell'atteggiamento provochi una domanda. Se qualcuno chiede a Diogene di Sinope come mai, in pieno giorno, si aggiri con una lanterna accesa, Diogene risponde: "Cerco l'uomo". Però anche i cinici vogliono insegnare qualcosa; e cioè un'estrema semplicità di bisogni, che permetta di soddisfarli in piena tranquillità (vivere secondo natura). Possedere una ciotola è superfluo, dato che basta il cavo della mano per bere; e una botte è sufficiente a Diogene per abitare. Se Alessandro in persona gli chiede che cosa possa fare per lui, c'è una preghiera pronta: non frapporsi tra lui e il sole.

La vita semplice dei cinici

Questi modi, e altri ancor più irrispettosi, con l'ostentata irriverenza per quanto possa esserci di irrazionale in costumi che, tuttavia, hanno un pregio di tradizione, non erano accetti ai più, che, prendendo spunto dal fatto che i filosofi di codesta scuola si riunivano nella palestra di Cinosarge, li battezzarono "cinici", cioè simili a cani.

Ma che conducessero una vita da cani lo pensavano solo gli altri: loro stessi ne erano contentissimi, avendo fatto della scarsezza di bisogni la propria ricchezza e la propria libertà rispetto a ogni costrizione sociale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il punto di vista di Antistene riguardo al discorso e agli universali?
  2. Antistene ritiene che il discorso sia inutile perché non può insegnare nulla; si oppone all'inseguimento degli universali, come le idee di Platone, sostenendo che vediamo solo i singoli oggetti, non concetti astratti come la "cavallinità".

  3. Come insegnano i cinici e qual è il loro messaggio principale?
  4. I cinici insegnano attraverso l'atteggiamento e l'azione, con brevi commenti esplicativi. Il loro messaggio principale è vivere con estrema semplicità, soddisfacendo i bisogni in tranquillità e secondo natura, come dimostrato da Diogene che viveva in una botte.

  5. Perché i cinici erano chiamati "simili a cani" e come percepivano la loro vita?
  6. I cinici erano chiamati "simili a cani" per la loro irriverenza verso i costumi tradizionali e perché si riunivano nella palestra di Cinosarge. Tuttavia, essi erano contenti della loro vita, vedendo la scarsezza di bisogni come una ricchezza e una libertà dalle costrizioni sociali.

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