emma2423
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Concetti Chiave

  • L'etica di Aristotele è orientata alla ricerca della felicità, considerata il fine ultimo e il bene supremo a cui tendono tutte le azioni umane.
  • Le virtù si dividono in etiche, che guidano le passioni attraverso la ragione, e dianoetiche, che esprimono le funzioni intellettive come intelligenza e saggezza.
  • La virtù etica principale è la giustizia, mentre la saggezza è una virtù dianoetica fondamentale che orienta l'intelligenza pratica.
  • Aristotele distingue tra intelligenza pratica e teoretica, valorizzando quest'ultima come il grado più alto delle virtù dianoetiche, culminante nella sapienza.
  • La vita teoretica è considerata la più alta espressione delle virtù dianoetiche, poiché combina intelligenza e capacità di giudizio critico dei principi scientifici.

Etica e politica sono le scienze pratiche, che si differenziano dalle teoriche e poietiche. L’etica di Aristotele si racchiude nel libro chiamato “etica nicomachea”, dal nome Nicomaco (=nomi del padre e del figlio di Aristotele).

Indice

  1. La ricerca della felicità
  2. Virtù etiche e dianoetiche
  3. Il giusto mezzo e la giustizia
  4. Virtù dianoetiche e sapienza

La ricerca della felicità

Dedica questi libri al padre soprattutto al figlio perché sono dei libri orientati alla ricerca della felicità.

L’etica è il campo dell’agire umano, ossia dell’azione umana. L’azione umana secondo Aristotele è sempre orientata ad un fine e i fini possono essere molteplici (posso ad esempio perseguire vari fini come ricchezza, gloria e salute). Questi sono dei fini intermedi ed esiste un fine superiore, ossia un fine ultimo: la felicità (detta anche sommo bene perché è il bene maggiormente ricercato). Dedica questi libri al figlio perché parlano della ricerca della felicità e dell’etica. Per Aristotele per giungere alla felicità si deve svolgere bene il proprio compito o ciò che si sa fare (si rifà al suo maestro platone). Anche qua Aristotele pone due livelli, che però non sistematizza: una cosa sono le virtù personali che ci riescono bene e un’altra è la virtù umana, ossia il vivere la vita secondo la ragione. La felicità si risolve in un uso della facoltà della ragione.

Virtù etiche e dianoetiche

Per Aristotele ci sono due tipi di virtù, le prime sono le virtù etiche (quelle normalmente conosciute come virtù) e poi ci sono le virtù dianoetiche. Le virtù etiche sono quelle in cui la ragione gestisce il comportamento e lavora sugli impulsi sensibili, ed esse sarebbero il dominio della ragione sulle passioni (sono delle indicazioni morali). Le virtù dianoetiche sono direttamente l’espressione delle funzioni intellettive, ad esempio l’intelligenza e la saggezza. Un uomo è virtuoso quando ragiona e quando fa funzionare quel suo compito assegnato (il compito dell’umano è la funzione intellettiva dell’anima). Diano deriva da dianoia=pensiero intellettivo.

Il giusto mezzo e la giustizia

Aristotele da una sola grande indicazione morale per le virtù etiche e afferma ch è il giusto è nel mezzo. Nella vita quando bisogna scegliere come comportarsi, il giusto è il mezzo tra l’eccesso e il difetto. Tutte le prescrizioni morali si racchiudono in questa unica indicazione ed essa condensa la saggezza dei sette savi, ossia dei personaggi (confusione su di loro) come Talete e Solone, che erano dei saggi che dicevano delle massime ed erano molto presenti nella cultura greca. A Talete si attribuisce la frase “conosci te stesso” riportata sull’Oracolo di Delfi. La virtù etica per eccellenza è la giustizia.

Virtù dianoetiche e sapienza

Le virtù dianoetiche sono poste in ordine crescente e partono dall’arte, perché per Aristotele essa è la capacità accompagnata dalla ragione, di produrre qualcosa (un oggetto). Poi troviamo la saggezza, ossia un tipo di intelligenza pratica, ossia è proprio quella che orienta per le virtù etiche. Aristotele divide l’intelligenza pratica da quella teoretica che invece Platone non faceva e per Platone infatti lo schiavo liberato ritorna perché la conoscenza di Platone si esprime nella polis anche se parte dalle idee e sono un qualcosa di molto astratto (in fin dei conti Platone risulta più pratico perché tutta la conoscenza si risolve nella polis e nel governo). Platone non distingue tra la conoscenza/intelligenza teoretica e pratica, al contrario di Aristotele che darà più valore alla teoretiche. Poi si trova l’intelligenza, ossia la capacità di cogliere i principi primi delle scienze e i principi comuni di tutte le scienze, ossia gli assiomi. Parla anche di scienza, ossia la capacità dimostrativa (=giudico e capisco se sono validi o meno i principi delle scienze, dopo averli colti con l’intelligenza). La scienza dunque dimostra se i principi reggono o meno. L’ultima delle virtù dianoetiche è la sapienza, ossia l’unione tra intelligenza e scienza, infatti Aristotele dice che il sapiente è colui che è capace di cogliere i principi primi delle scienze ma che sa anche giudicarli. Per Aristotele la vita teoretica è il grado più alto di espressione delle virtù dianoetica (pone la conoscenza teoretica ossia la sapienza su un gradino più alto rispetto a quella pratica). Aristotele chiama libero colui che ha la ragione delle proprie azioni in sé stesso (l’essere umano è libero perché sceglie come comportarsi).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il fine ultimo dell'azione umana secondo Aristotele?
  2. Secondo Aristotele, il fine ultimo dell'azione umana è la felicità, considerata il sommo bene perché è il bene maggiormente ricercato.

  3. Come Aristotele distingue le virtù etiche dalle virtù dianoetiche?
  4. Le virtù etiche riguardano il dominio della ragione sulle passioni e il comportamento morale, mentre le virtù dianoetiche sono espressioni delle funzioni intellettive, come l'intelligenza e la saggezza.

  5. Qual è la grande indicazione morale di Aristotele per le virtù etiche?
  6. La grande indicazione morale di Aristotele per le virtù etiche è che il giusto è nel mezzo tra l'eccesso e il difetto.

  7. Qual è la differenza tra intelligenza pratica e teoretica secondo Aristotele?
  8. Aristotele distingue l'intelligenza pratica, che orienta le virtù etiche, dall'intelligenza teoretica, che è più astratta e riguarda la conoscenza dei principi primi delle scienze.

  9. Qual è il grado più alto di espressione delle virtù dianoetiche per Aristotele?
  10. Per Aristotele, il grado più alto di espressione delle virtù dianoetiche è la vita teoretica, rappresentata dalla sapienza, che unisce intelligenza e scienza.

Domande e risposte

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