Concetti Chiave
- Per Aristotele, il tempo è il numero del movimento secondo il prima e il poi, legato indissolubilmente al movimento stesso.
- Il tempo è eterno come il movimento, poiché senza un inizio o una fine, evitando il problema di cosa esistesse prima o cosa seguirà dopo.
- La durata del tempo è soggettiva, dipendente da un'anima capace di numerare e determinare il prima e il poi.
- Aristotele distingue due tipi di eternità: una fuori dal tempo, del motore immobile, e un'altra nel tempo, ciclica e legata alle specie.
- Secondo Aristotele, le specie sono eterne nel tempo, perpetuandosi attraverso le generazioni, mentre i singoli individui non possono esserlo.
Il concetto di tempo secondo Aristotele
Eternità e specie nel pensiero aristotelico
Dimostrato che il tempo come determinazione del movimento è eterno, Aristotele individua due diversi tipi di eternità. Una fuori dal tempo, propria del motore immobile, in cui non c’è né un prima né un poi, ma una fissità. Egli non nega però nemmeno l’eternità nel tempo, propria delle specie, del divenire, infatti, considera il tempo come qualcosa di ciclico e circolare, seguendo la concezione greca; nel passaggio dalla potenza all’atto per il principio del divenire si riproducono sempre le stesse specie, quindi gli individui perpetuano la specie che è perciò eterna nel tempo, perché generazione dopo generazione si mantiene. Aristotele, infatti, non accettava la teoria evoluzionista: i viventi del mondo sublunare non possono risultare, secondo lui, individualmente eterni, ma lo sono dal punto di vista della specie: è questa eterna e non soggetta a mutamenti.