alessandraj10
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Concetti Chiave

  • Aristotele identifica il primo movimento del cielo con la sfera delle stelle fisse, immaginandole incastonate in una sfera di etere.
  • Il principio aristotelico stabilisce che tutto ciò che si muove è mosso da altri, necessitando una causa per il movimento cosmico.
  • Il motore immobile, causa del movimento delle stelle fisse, è eterno e immateriale, essendo atto puro e non potenza.
  • Muove senza essere mosso, agendo come oggetto di amore e desiderio di perfezione da parte delle sfere celesti.
  • Il motore immobile non crea il mondo, ma garantisce l'ordine e la regolarità dei movimenti dell'universo.

Indice

  1. Il movimento delle stelle fisse
  2. Il motore immobile
  3. L'amore come forza motrice

Il movimento delle stelle fisse

Aristotele arriva ad individuare il primo movimento del cielo come quello della sfera delle stelle fisse, perché immagina che le stelle siano incastonate su una sfera di etere. Occorre ricordare che il principio aristotelico fondamentale consiste nel fatto che tutto ciò che si muove è mosso da altri, non si muove da solo. Per cui è fondamentale individuare la causa del movimento della sfera delle stelle fisse da cui dipendono tutti i movimenti del cosmo e anche i movimenti del mondo sublunare, perché vede un’interrelazione nell’universo, un’interferenza tra gli strati, sia della terra sia fra quelli celesti, infatti, anche il mondo astrale esercita una qualche influenza sui processi fisici di quello sublunare.
Aristotele individua come causa del moto del cielo e delle stelle fisse l’essere del motore immobile.

Il motore immobile

Questo è eterno, perché il mondo è eterno ed eterno è anche il movimento, quindi la causa del movimento non può che essere eterna, ma di un’eternità fuori dal tempo perché immobile. È immobile, infatti, perché se si muovesse bisognerebbe trovare un ulteriore motore, secondo il principio aristotelico già spiegato. Inoltre è immateriale, perché se avesse materia si dovrebbe muovere. Poiché il divenire naturale, cioè il passaggio dalla potenza all’atto, necessita di un principio eternamente in atto, quindi sottratto al divenire stesso, il motore immobile è atto puro e non potenza, pura forma e non materia: deve essere perennemente in atto perché non può mancare di nulla, è l’insieme delle forme della realtà perché se mancasse di qualcuna di esse sarebbe in potenza di ciò che gli manca.

L'amore come forza motrice

È pensiero che pensa se stesso. Muove in quanto è oggetto di amore da parte del cielo, l’unico modo in cui può muovere senza risultare mosso è infatti per attrazione prodotta dall’amore: se desidero qualcosa mi muovo verso l’oggetto del desiderio senza che questo si muova. Quindi muove in quanto amato dalle sfere delle stelle fisse che muove, e poiché l’amore è identificato con il desiderio di imitare la perfezione che in questo caso è l’immobilità, le sfere astrali, non potendo restare immobili perché formate dall’etere, si avvicinano a questa condizione con il moto circolare che è quello più vicino alla fissità. In conclusione il motore immobile è causa motrice e finale del movimento dell’universo e dell’intera natura. Questa divinità aristotelica non crea il mondo, ma si limita ad assicurarne l’ordine e la regolarità dei movimenti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del motore immobile secondo Aristotele?
  2. Il motore immobile è la causa motrice e finale del movimento dell'universo e dell'intera natura, essendo eterno, immobile e immateriale, e muove per attrazione prodotta dall'amore.

  3. Perché il motore immobile è considerato eterno e immobile?
  4. È considerato eterno perché il mondo e il movimento sono eterni, e immobile perché, se si muovesse, richiederebbe un ulteriore motore, secondo il principio aristotelico.

  5. Come il motore immobile influenza il movimento delle sfere celesti?
  6. Il motore immobile muove le sfere celesti in quanto oggetto di amore, poiché le sfere desiderano imitare la sua perfezione e immobilità, avvicinandosi a essa con il moto circolare.

Domande e risposte

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