alessandraj10
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Concetti Chiave

  • Aristotele identifica il bene supremo come il fine ultimo di tutte le azioni, rappresentato dalla felicità, intesa come pieno appagamento dell'essere.
  • La felicità non è un bene intermedio ma l'obiettivo finale, dinamico e continuo, che non si esaurisce nel soddisfare desideri momentanei.
  • Per l'uomo, la felicità si realizza attraverso l'attuazione della propria natura razionale, non meramente attraverso il piacere.
  • La piena felicità si ottiene con l'uso della ragione, sia per la conoscenza tramite virtù dianoetiche che per il controllo delle passioni tramite virtù etiche.
  • Le virtù dianoetiche e etiche sono entrambe essenziali per raggiungere la completa felicità, orientando le scelte razionali e soddisfacendo gli appetiti.

Indice

  1. Il concetto di bene secondo Aristotele
  2. La felicità come fine ultimo
  3. La virtù come mezzo per la felicità
  4. La felicità e l'attività razionale
  5. L'uso della ragione e le virtù

Il concetto di bene secondo Aristotele

Per Aristotele il fine di ogni azione è il conseguimento di un bene, ma poiché molti sono i fini delle azioni, molti saranno anche i beni. Ci saranno beni che si mirano a conseguire perché porteranno ad altri beni, e quindi sono beni intermedi, e beni che invece sono beni in se stessi, ed il bene supremo deve essere di questo tipo.

La felicità come fine ultimo

Perciò quello che sembra riassumere tutti i beni, ossia il bene finale a cui tutto tende e per il quale tutte le azioni vengono fatte, è la felicità, cioè il pieno appagamento del proprio essere e della propria natura. Questo stato di benessere ultimo che ricerchiamo non è scelto in vista di qualche altra cosa, ma è il fine ultimo ed è dinamico e non statico, poiché non è visto come un appagamento dei desideri, ma come una continua realizzazione della propria essenza.

La virtù come mezzo per la felicità

Il mezzo per conseguire la felicità è la virtù.

La felicità e l'attività razionale

Nello specifico per l’uomo, in quanto animale razionale, la felicità consiste nell’attuare pienamente l’attività razionale, perciò non sarà appagato pienamente con l’attuazione del piacere, poiché questo accompagna la felicità, ma non è la felicità ultima, che invece sarà l’attuare la propria natura e quindi l’uso della ragione.

L'uso della ragione e le virtù

Poiché la ragione serve sia per conoscere che per controllare le altre funzionalità dell’anima, la felicità piena sarà l’uso della ragione a fini conoscitivi, attraverso le virtù dianoetiche, mentre l’uso della ragione nel condurre l’uomo alle scelte più razionali verso la soddisfazione piena dei propri appetiti sarà dovuta alle virtù etiche, anche se sono indispensabili entrambi per la completa felicità.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto di bene secondo Aristotele?
  2. Per Aristotele, il fine di ogni azione è il conseguimento di un bene, distinguendo tra beni intermedi e il bene supremo, che è un fine in se stesso.

  3. Come si raggiunge la felicità secondo Aristotele?
  4. La felicità si raggiunge attraverso la virtù, che è il mezzo per conseguire il pieno appagamento del proprio essere e della propria natura.

  5. Qual è il ruolo della ragione nella felicità?
  6. La felicità consiste nell'attuare pienamente l'attività razionale, utilizzando la ragione sia per fini conoscitivi attraverso le virtù dianoetiche, sia per condurre scelte razionali con le virtù etiche.

Domande e risposte

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