giuliamastro0444
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Concetti Chiave

  • La filosofia di Aristotele si distingue per la divisione del sapere in conoscenze autonome, opposta all'unità del sapere di Platone, che segue un sistema gerarchico culminante nell'Idea del bene.
  • Aristotele distingue tra tre tipi principali di scienze: teoretiche, produttive e pratiche, ciascuna con metodi e fini specifici, riflettendo una visione orizzontale del sapere con la filosofia al centro.
  • Le scienze teoretiche, come la matematica, la fisica e la filosofia prima (o metafisica), si concentrano sulla conoscenza disinteressata di oggetti necessari e immutabili, non finalizzate all'intervento nel mondo.
  • Le scienze produttive, o poietiche, sono orientate alla creazione di prodotti autonomi e includono arti e tecniche come l'architettura e la medicina, che si distinguono per l'esistenza separata dei loro prodotti.
  • Le scienze pratiche, che comprendono etica e politica, mirano a guidare l'azione umana verso la felicità, focalizzandosi sul possibile e dipendendo dalla volontà umana, senza produrre oggetti esterni.

Indice

  1. La filosofia di Aristotele
  2. Confronto tra Aristotele e Platone
  3. Divisione del sapere secondo Aristotele
  4. Tipi di conoscenza in Aristotele
  5. Scienze teoretiche
  6. Scienze produttive e pratiche

La filosofia di Aristotele

La filosofia di Aristotele si occupa di quasi tutti gli ambiti della conoscenza, ma questo non significa che essi possano essere strutturati e indagati allo stesso modo. Per Aristotele la filosofia deve capire le cause e le ragioni per le quali le cose stanno così come sono, sia nell’ambito dei processi naturali, sia in quello dei comportamenti umani.

Stabilisce, però, un grado di autonomia per le diverse forme di conoscenza sulla realtà. Ciò significa che esistono più tipi di conoscenza non assimilabili tra loro: è compito del filosofo discuterli tenendo conto della loro diversità, senza applicare all’uno il metodo adatto all’altro.

Confronto tra Aristotele e Platone

Per Platone, al contrario, la conoscenza ha un carattere fortemente unitario: egli vede le scienze secondo un ordine prestabilito e inglobato all’interno di un sistema filosofico piramidale, con al vertice l'Idea del bene, che è considerata sia come l’oggetto di apprendimento più grande per la conoscenza, sia come il modello in base al quale regolare la politica e l’azione morale.

Divisione del sapere secondo Aristotele

Dunque questa divisione del sapere ci permette di capire bene la diversità che separa Aristotele da Platone: mentre per Platone la conoscenza è un cammino che procede da gradi inferiori a gradi superiori fino a raggiungere il grado delle idee valori, per Aristotele il sapere segue una struttura orizzontale, in cui la filosofia occupa una posizione centrale; la conoscenza della realtà presuppone scienze diverse, ognuna delle quali procede in modo autonomo con differenti metodi di indagine da adottare in funzione dell’argomento discusso.

Tipi di conoscenza in Aristotele

Nei suoi primi scritti, tuttavia, Aristotele sembra avere una visione unitaria del sapere , secondo la quale le scienze si organizzano gerarchicamente in base all’eccellenza, affine a quella platonica, e questo lo si può notare per esempio nell’opera perduta intitolata Protrettico e il libro II della Metafisica. Questa visione però matura nel tempo nelle opere successive. Possiamo notarlo nel VI libro della Metafisica, dove propone una rigorosa divisione del sapere, in cui distingue tre tipi di conoscenza:

  • Scienze teoretiche: in greco theoria significa visione, osservazione, contemplazione, dunque conoscenza disinteressata che ha il fine di conoscere la realtà.
  • Scienze produttive o poietiche: termine derivante dal greco poiesis, ovvero ‘fare’, ‘produrre’, dunque allude all’ambito dell’arte e della tecnica.
  • Scienze pratiche: dal greco praxis, che indica l’azione morale, intenzionale e umana.

Scienze teoretiche

Le scienze teoretiche comprendono la matematica, la fisica e la filosofia prima.

Esse sono scienze che hanno come oggetto il necessario (vale a dire ‘’ciò che non può essere diverso da come è’)’, e hanno come scopo la conoscenza disinteressata della realtà e come metodo quello dimostrativo. Riguardano oggetti indipendenti da noi, che non possono essere cambiati attraverso la conoscenza e presentano una necessità. Dunque le scienze teoretiche non sono finalizzate ad agire nel mondo. La matematica per esempio, studia gli enti, numeri e figure geometriche che non sono soggetti al divenire, ma sono immobili. Anche la fisica, nonostante studi enti naturali che sono soggetti al movimento e al divenire, sono indipendenti e autonomi rispetto alla volontà umana.

Infine vi è la scienza teoretica più alta: la filosofia prima, ovvero la ricerca che si occupa ‘dell'essere in quanto essere’. è questa terza scienza teoretica che i successori di Aristotele denomineranno con il termine ‘metafisica’ e che, verrà a coincidere anche con la ‘teologia’, cioè lo studio dell’essere supremo, Dio, come primo motore immobile dell’universo. Questa è anche una scienza universale, che ci occupa di tutte le cose che ‘’sono’’ o esistono. Aristotele non pensa che ci siano le Idee Platoniche, ma pensa che la scienza teologica spieghi aspetti centrali del cosmo, perché conoscendo dio conosciamo la causa prima del movimento dell’universo.

Scienze produttive e pratiche

A differenza delle scienze teoretiche, che hanno uno scopo puramente conoscitivo, le scienze produttive e quelle pratiche perseguono la conoscenza in vista di un fine utile: il loro oggetto è il possibile, «ciò che può essere diverso da come è’, e il loro metodo non è dimostrativo. Ad esempio, l'arte della politica studia la vita sociale e le differenti costituzioni degli Stati con lo scopo di determinare quale sia il governo capace di assicurare la felicità dei cittadini. Tale ricerca non giunge a una conclusione su quale sia la forma migliore di governo, né arriva a formulare un modello ideale

di Stato come quello ideato da Platone. Dall'analisi delle varie costituzioni, infatti, Aristotele non deduce che una forma di governo sia migliore o peggiore dell’altra, ma sostiene che sono valide quelle che realizzano "per quanto è possibile" la giustizia e l'utile comune.

Aristotele stabilisce una distinzione tra scienze produttive e scienze pratiche:

  1. le scienze produttive o poietiche tendono a realizzare un prodotto che avrà una vita autonoma rispetto al soggetto che lo produce e comprendono le tecniche e le arti belle, come l’architettura, la medicina, la musica, il teatro o la danza. (queste opere appena prodotte si distaccano da chi le produce, assumendo un’esistenza separata).
  2. le scienze pratiche comprendono l’etica e la politica e servono a guidare e orientare il comportamento e la condotta degli uomini verso la felicità individuale o collettiva. Anche queste scienze hanno come oggetto il possibile, in quanto le azioni degli uomini dipendono dalla volontà di ciascuno, e non sono imposte dalla necessità delle cose. A differenza delle arti produttive però, le scienze pratiche hanno un oggetto che si risolve nell’azione stessa, in quanto questa scienza non è volta alla produzione di qualcosa di esterno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la principale differenza tra la concezione del sapere di Aristotele e quella di Platone?
  2. Aristotele vede il sapere come una struttura orizzontale con diverse scienze autonome, mentre Platone lo concepisce come un cammino unitario verso l'Idea del bene.

  3. Quali sono le tre categorie di conoscenza secondo Aristotele?
  4. Aristotele distingue tra scienze teoretiche, scienze produttive e scienze pratiche.

  5. Cosa caratterizza le scienze teoretiche secondo Aristotele?
  6. Le scienze teoretiche si occupano del necessario e mirano alla conoscenza disinteressata della realtà, utilizzando un metodo dimostrativo.

  7. In che modo le scienze produttive differiscono dalle scienze pratiche?
  8. Le scienze produttive mirano a creare prodotti autonomi, mentre le scienze pratiche guidano il comportamento umano verso la felicità senza produrre qualcosa di esterno.

  9. Qual è l'obiettivo delle scienze pratiche secondo Aristotele?
  10. Le scienze pratiche, come l'etica e la politica, mirano a orientare il comportamento umano verso la felicità individuale o collettiva.

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