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Concetti Chiave

  • Aristotele distingue nell'anima razionale due facoltà: quella scientifica, legata alla conoscenza, e quella calcolativa, pratica e legata alle azioni.
  • La facoltà scientifica si esprime attraverso la sapienza, che comprende la scienza e l'intelligenza dei principi dimostrativi.
  • La facoltà calcolativa si manifesta tramite l'arte e la saggezza, virtù essenziali per l'eccellente azione pratica.
  • La saggezza opera su due fronti: rispetto ai fini, collaborando con la virtù etica, e rispetto ai mezzi per raggiungerli.
  • La saggezza implica una capacità acquisita di deliberare sui mezzi idonei per conseguire il fine buono e di decidere secondo quanto razionalmente stabilito.

Indice

  1. Virtù etiche e dianoetiche
  2. Facoltà scientifica e calcolativa
  3. Saggezza e sapienza

Virtù etiche e dianoetiche

Se le virtù etiche sono proprie della facoltà desiderativa, nelle virtù dianoetiche, come si è detto, si manifesta invece l'eccellenza dell'anima razionale.

Facoltà scientifica e calcolativa

Di quest'ultima, nell'Etica Nicomachea, Aristotele distingue due facoltà, la facoltà scientifica o teoretica (epistemonik6n), che si esercita nella conoscenza, e la facoltà calcolativa (loghistik6n), eminentemente pratica, che si applica a ciò che è in nostro potere.La virtù propria della facoltà scientifica è la sapienza (sophia); questa virtù comprende la scienza (epistémë), che è attitudine alla dimostrazione apodittica, e l'intelligenza (noi'), che è capacità di apprendere i principi della dimostrazione scientifica. Le virtù proprie della facoltà calcolativa sono invece l'arte (téchnè) e 1a saggezza o prudenza (phronesi'), che è 1a virtù di chi agisce in modo eccellente nella vita pratica.

Saggezza e sapienza

Tra le virtù dianoetiche, in campo morale assumono particolare rilievo la saggezza e la sapienza. La saggezza si esplica in due fondamentali direzioni: in rapporto ai fini che ci proponiamo e in rapporto ai mezzi per conseguirli. In rapporto ai fini, la saggezza coopera con la virtù etica. Se quest'ultima è la disposizione a volere sempre il fine buono, cioè il giusto mezzo nel campo delle passioni, la saggezza è la disposizione razionale mediante la quale noi possiamo calcolare quale sia il giusto mezzo, in rapporto sia a noi sia alla specifica situazione nella quale ci troviamo di volta involta a operare. In rapporto ai mezzi, la virtù dianoetica della saggezza è la capacità stabilmente acquisita, o disposizione permanente, a ben deliberare intorno ai mezzi più idonei per conseguire il fine buono, cioè il giusto mezzo e a decidere conformemente a quanto stabilito. La decisione è spiegata da Aristotele come un atto della volontà, in base al quale si sceglie di agire in modo conforme a quanto razionalmente deliberato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra le virtù etiche e dianoetiche secondo Aristotele?
  2. Le virtù etiche appartengono alla facoltà desiderativa, mentre le virtù dianoetiche manifestano l'eccellenza dell'anima razionale.

  3. Quali sono le due facoltà distinte da Aristotele nella facoltà scientifica e calcolativa?
  4. Aristotele distingue la facoltà scientifica o teoretica, che si esercita nella conoscenza, e la facoltà calcolativa, che è eminentemente pratica.

  5. In che modo la saggezza si relaziona con la virtù etica?
  6. La saggezza coopera con la virtù etica nel determinare il giusto mezzo, aiutando a calcolare razionalmente quale sia il giusto mezzo in rapporto ai fini e ai mezzi per conseguirli.

Domande e risposte

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