Concetti Chiave
- Aristotele distingue nell'anima razionale due facoltà: quella scientifica, legata alla conoscenza, e quella calcolativa, pratica e legata alle azioni.
- La facoltà scientifica si esprime attraverso la sapienza, che comprende la scienza e l'intelligenza dei principi dimostrativi.
- La facoltà calcolativa si manifesta tramite l'arte e la saggezza, virtù essenziali per l'eccellente azione pratica.
- La saggezza opera su due fronti: rispetto ai fini, collaborando con la virtù etica, e rispetto ai mezzi per raggiungerli.
- La saggezza implica una capacità acquisita di deliberare sui mezzi idonei per conseguire il fine buono e di decidere secondo quanto razionalmente stabilito.
Virtù etiche e dianoetiche
Se le virtù etiche sono proprie della facoltà desiderativa, nelle virtù dianoetiche, come si è detto, si manifesta invece l'eccellenza dell'anima razionale.
Facoltà scientifica e calcolativa
Di quest'ultima, nell'Etica Nicomachea, Aristotele distingue due facoltà, la facoltà scientifica o teoretica (epistemonik6n), che si esercita nella conoscenza, e la facoltà calcolativa (loghistik6n), eminentemente pratica, che si applica a ciò che è in nostro potere.La virtù propria della facoltà scientifica è la sapienza (sophia); questa virtù comprende la scienza (epistémë), che è attitudine alla dimostrazione apodittica, e l'intelligenza (noi'), che è capacità di apprendere i principi della dimostrazione scientifica. Le virtù proprie della facoltà calcolativa sono invece l'arte (téchnè) e 1a saggezza o prudenza (phronesi'), che è 1a virtù di chi agisce in modo eccellente nella vita pratica.
Saggezza e sapienza
Tra le virtù dianoetiche, in campo morale assumono particolare rilievo la saggezza e la sapienza. La saggezza si esplica in due fondamentali direzioni: in rapporto ai fini che ci proponiamo e in rapporto ai mezzi per conseguirli. In rapporto ai fini, la saggezza coopera con la virtù etica. Se quest'ultima è la disposizione a volere sempre il fine buono, cioè il giusto mezzo nel campo delle passioni, la saggezza è la disposizione razionale mediante la quale noi possiamo calcolare quale sia il giusto mezzo, in rapporto sia a noi sia alla specifica situazione nella quale ci troviamo di volta involta a operare. In rapporto ai mezzi, la virtù dianoetica della saggezza è la capacità stabilmente acquisita, o disposizione permanente, a ben deliberare intorno ai mezzi più idonei per conseguire il fine buono, cioè il giusto mezzo e a decidere conformemente a quanto stabilito. La decisione è spiegata da Aristotele come un atto della volontà, in base al quale si sceglie di agire in modo conforme a quanto razionalmente deliberato.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra le virtù etiche e dianoetiche secondo Aristotele?
- Quali sono le due facoltà distinte da Aristotele nella facoltà scientifica e calcolativa?
- In che modo la saggezza si relaziona con la virtù etica?
Le virtù etiche appartengono alla facoltà desiderativa, mentre le virtù dianoetiche manifestano l'eccellenza dell'anima razionale.
Aristotele distingue la facoltà scientifica o teoretica, che si esercita nella conoscenza, e la facoltà calcolativa, che è eminentemente pratica.
La saggezza coopera con la virtù etica nel determinare il giusto mezzo, aiutando a calcolare razionalmente quale sia il giusto mezzo in rapporto ai fini e ai mezzi per conseguirli.