Concetti Chiave
- Anassimandro introduce il concetto di "apeiron", un principio infinito e indefinito, da cui deriva tutta la realtà.
- Il "divino" di Anassimandro è immortale, senza inizio né fine, superando le teogonie tradizionali della mitologia greca.
- Il filosofo vede il cosmo come un insieme di contrari, con il tempo che funge da giudice, bilanciando il predominio tra di essi.
- Anassimandro spiega la genesi del cosmo attraverso il movimento eterno e la trasformazione degli elementi caldo e freddo.
- Le sue idee anticipano concetti come l'evoluzione delle specie e la struttura della Terra, separandosi dalle teorie precedenti di Talete.
Indice
Anassimandro e il suo trattato
Probabilmente, Anassimandro fu un discepolo di Talete. Compose un trattato, Sulla natura, di cui ci restano dei frammenti di grande importanza perché si tratta del primo trattato filosofico dell’Occidente e del primo scritto in prosa della letteratura classica greca. La nuova forma di composizione si era resa necessaria per il fatto che il “logos” doveva essere libero dal vincolo del verso e del metro per poter meglio rispondere alle proprie necessità.
Il principio dell'infinito
Anassimandro fu anche molto attivo nella vita politica. Egli approfondisce la problematica del “principio”. Ritiene che l’acqua sia già qualcosa di derivato e che il “principio o “arché” coincida invece con l’infinito o meglio con una natura ( o physis) infinita e indefinita, eterna, indistruttibile e in continuo movimento da cui deriva tutta la realtà che “è”. Anassimandro conia il termine aprirono (= ἄπειρος), cioè privo di limiti interni ed esterni. Tale principio, dandosi dei limiti, può dare origine a tutte le cose.
Il divino e l'immortalità
L’infinito di Anassimandro appare come il “divino” perché è immortale e a questo punto il filosofo attribuisce al suo principio le prerogative e le caratteristiche che Omero e la tradizione antica attribuivano agli Dei. Tuttavia egli va oltre; infatti, egli precisa che l’immortalità del principio deve essere tale da non ammettere non solo un fine, ma neppure un inizio. Se per gli antichi, gli Dei nascevano, il divino di Anassimandro non muore e nemmeno nasce. In questo modo, viene scardinata la base su cui si erano costruite le Teogonie, cioè le genealogie degli Dei, nel senso voluto dalla tradizione mitologica greca. Talete non si era posto la domanda circa il “come” e il “perché” dal principio derivassero tutte le cose. Invece Anassimandro si pone il problema e ne fornisce la risposta nell’unico frammento della sua opera che ci è rimasto “Donde le cose traggono la loro nascita, ivi si compie anche la loro dissoluzione secondo necessità; infatti, reciprocamente pagano il fio dell’ingiustizia, secondo l’ordine del tempo.“ È probabile che Anassimandro pensasse che il mondo fosse costituito da tutta una serie di contrari: il caldo e il freddo, il secco e l’umido, ecc. I contrari tendono a sopraffarsi l’un l’altro. L’ingiustizia consiste in tale sopraffazione.
La giustizia del tempo
Egli vede il tempo come un giudice, in quanto esso assegna un limite a ciascuno dei contrari, ponendo così un termine al predominio dell’uno a favore dell’altro e viceversa. Pertanto, la vicenda alterna dei contrari è “ingiustizia” ed è ingiustizia la stessa presenza dei contrari. Inoltre, poiché il mondo nasce dalla scissione dei contrari, in questo va vista la prima ingiustizia che dovrà essere espiata con la morte del mondo stesso che, poi, rinasce ancora secondo determinati criteri di tempo e all’infinito. Molti studiosi ha intravisto in questa concezione un’influenza della religione orfica; infatti, nell’Orfismo era presente l’idea della colpa originaria e dell’espiazione della stessa e quindi della giustizia con funzione di equilibrio. Questo dimostra che il “logos” di Anassimandro sia ancora legato a rappresentazioni religiose, un problema che invece sarà risolto dal suo discepolo Anassimene.
La genesi del cosmo
Ecco come il filosofo spiega la genesi del cosmo: da un movimento che è eterno, si generano i primi due elementi contrari – il caldo e il freddo – IL freddo, all’inizio di natura liquida, si sarebbe in parte trasformato dal fuoco/caldo che formava la sfera periferica, in aria. La spera del fuoco si sarebbe poi spezzata originando la sfera del sole, della luna e degli astri. L’elemento liquido si sarebbe raccolto nella cavità della terra, costituendo così i mari. La terra viene immaginata di forma cilindrica, tenuto in equilibrio da forze uguali ed opposte. Dall’elemento liquido, sotto l’azione del sole sono dovuti nascere i primi animali di struttura elementare che, via via, si è fatta sempre più complessa. Queste vedute sono molto anticipatrici delle conoscenze future, come l’idea dell’evoluzione delle specie viventi o della terra che non ha più bisogno di appoggiare su di un sostegno come invece sosteneva Talete secondo cui la terra galleggiava sull’acqua.
Domande da interrogazione
- Chi era Anassimandro di Mileto e quale fu il suo contributo alla filosofia occidentale?
- Qual è il significato del termine "apeiron" coniato da Anassimandro?
- Come Anassimandro spiega la genesi del cosmo?
- Qual è la visione di Anassimandro riguardo ai contrari e alla giustizia?
- In che modo le idee di Anassimandro anticipano conoscenze future?
Anassimandro di Mileto, probabilmente discepolo di Talete, fu un filosofo che compose il primo trattato filosofico dell'Occidente, "Sulla natura", introducendo il concetto di "apeiron" come principio infinito e indefinito da cui deriva tutta la realtà.
"Apeiron" significa privo di limiti interni ed esterni, rappresentando un principio infinito, eterno e indistruttibile che dà origine a tutte le cose, considerato da Anassimandro come il "divino".
Anassimandro spiega la genesi del cosmo attraverso un movimento eterno che genera i primi due elementi contrari, il caldo e il freddo, con il freddo che si trasforma in aria e il caldo che forma la sfera del sole, della luna e degli astri.
Anassimandro vede i contrari come elementi che si sopraffanno reciprocamente, definendo questa sopraffazione come "ingiustizia", con il tempo che funge da giudice per ristabilire l'equilibrio tra di essi.
Le idee di Anassimandro anticipano conoscenze future come l'evoluzione delle specie viventi e la concezione della terra che non necessita di un sostegno, contrariamente alla visione di Talete che la immaginava galleggiare sull'acqua.