Concetti Chiave
- I componenti per la produzione del vetro sono fusi a 1400°C, creando una massa pastosa che viene raffreddata gradualmente fino a 800°C per raggiungere la vischiosità necessaria.
- La lavorazione del vetro varia a seconda dell'oggetto da realizzare, includendo tecniche come la soffiatura a bocca per oggetti d'arte e la soffiatura meccanica per oggetti comuni.
- Altre tecniche di lavorazione includono la laminazione per vetri da finestra, la colatura per lastre grandi e la modellatura con stampi di argilla o ghisa.
- I vetri temprati, riscaldati e poi raffreddati bruscamente, offrono durezza e resistenza e sono usati in ambiti come l'automobilistico e domestico.
- L'industria vetraria italiana è molto sviluppata, con Murano come centro della produzione artistica, e il vetro trova ampio impiego nonostante la concorrenza delle materie plastiche.
Lavorazione e produzione
I suddetti componenti, accuratamente dosati, macinati e mescolati, sono sottoposti a fusione in appositi forni che raggiungono i 1400°C; si forma così una massa pastosa e trasparente che è il vetro. Esso, liberato dalle impurità, viene lasciato riposare e gradualmente raffreddare fino a 800°C, temperatura a cui raggiunge la vischiosità richiesta per le varie lavorazioni.
Queste, eseguite con procedimenti diversi a seconda degli oggetti da realizzare e della loro maggiore o minore finezza, sono:
— la soffiatura a bocca, fatta a forza di polmoni, prendendo una porzione di pasta di vetro incandescente con l’apposita canna da vetrai e lavorandola con estrema perizia e rapidità, sia per dilatazione dovuta all’aria immessavi, sia per modellatura, con strumenti elementari (punte, cesoie, ecc.). Tale tecnica, classica e tradizionale, è applicata oggi solo per oggetti d'arte; mentre per oggetti cavi comuni (bicchieri, bottiglie, vasi) si attua la soffiatura meccanica;
— la laminazione, impiegata per vetri da finestra e specchi, ed eseguita facendo passare la pasta di vetro fra due appositi cilindri;
— la colatura sopra apposite tavole, per ottenere lastre di
— grandi dimensioni;
— la modellatura, ottenuta invece con l’ausilio di stampi di argilla o di ghisa.
Le lastre di vetro comunque ottenute richiedono poi una ricottura; mentre i vetri a cui si voglia conferire particolare durezza e resistenza vengono temprati, cioè prima riscaldati fino al quasi completo rammollimento e poi bruscamente raffreddati con aria fredda o in un bagno d’olio.
Si ottengono in tal modo i vetri temprati o di sicurezza, che non si possono lavorare, in quanto basta una semplice scalfittura per farli esplodere in minutissimi frammenti tondeggianti; ma che sono preziosi, ad esempio, in campo automobilistico e per usi domestici (vetro infrangibile).
— L’industria vetraria in Italia è fiorentissima, sia per quanto riguarda la produzione artistica, con centro a Murano, dove si creano ancora oggetti di gusto tradizionale e anche di squisito gusto moderno; sia per quanto riguarda la produzione di vetri comuni, speciali e per edilizia. Nonostante la concorrenza esercitata dalle materie plastiche, infatti, il vetro semplice, colorato, armato, temprato ha enorme impiego nell’edilizia moderna.
Domande da interrogazione
- Qual è il processo di produzione del vetro descritto nel testo?
- Quali sono le tecniche di lavorazione del vetro menzionate?
- Qual è l'importanza dell'industria vetraria in Italia?
Il processo di produzione del vetro include la fusione dei componenti a 1400°C, seguita da un raffreddamento graduale fino a 800°C per ottenere la vischiosità necessaria per le lavorazioni.
Le tecniche di lavorazione includono la soffiatura a bocca, la soffiatura meccanica, la laminazione, la colatura e la modellatura con stampi.
L'industria vetraria in Italia è fiorente, con una produzione artistica centrata a Murano e un'ampia produzione di vetri comuni e speciali, nonostante la concorrenza delle materie plastiche.