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Concetti Chiave

  • I mulini a vento sono stati utilizzati sin dall'età alto-medioevale per sfruttare l'energia eolica, con i primi modelli in Francia risalenti al 1100.
  • Charles F. Brush costruì il primo motore a vento per produrre elettricità nel 1888, seguito da Poul La Cour che migliorò l'efficienza delle pale e immagazzinò energia come idrogeno.
  • Le pale eoliche ad asse verticale furono sviluppate tra la fine dell'Ottocento e metà del Novecento, diventando sempre più efficienti grazie ai contributi nel campo della meccanica dei fluidi.
  • I motori a vento verticali operano efficacemente con velocità del vento tra 10 e 40 km/h, ma devono fermarsi per stabilità se il vento supera i 70 km/h.
  • Esistono generatori con pale mobili e doppia elica per ottimizzare la produzione elettrica, con frequenze elettriche standard di 50 Hz in Europa e 60 Hz in America.

Mulini a vento - Creazione e funzione

I mulini a vento consentono di ricavare una grande quantità di energia. A partire dall’età alto-medioevale cominciarono ad essere costruiti diversi modelli prodromici dei mulini a vento. In particolare, la prima notizia di un mulino a vento in Francia risale ai primi anni del 1100: i motori eolici europei erano costituiti da un asse rotante orizzontale alla cui estremità erano poste delle pale.
Il primo motore a vento utilizzato per produrre elettricità fu costruito dall’inventore americano Charles F.

Brush nel 1888: aveva un rotore del diametro di 17 metri e una potenza di 12 chilowatt. Poco dopo, nel 1891, l’inventore danese Poul La Cour costruì un altro motore eolico collegato con una dinamo con la quale pensò di immagazzinare l’energia ricavata dal vento sotto forma di idrogeno prodotto per elettrolisi; La Cour perfezionò la forma delle pale mediante esperimenti e la successiva turbina eolica produsse elettricità per trenta anni. Successivamente, con il fisico tedesco Magnus si riscoprì l’importanza delle pale eoliche ad asse verticale, sopratutto grazie al suo grande contributo nell’ambito della meccanica dei fluidi. Infatti, tra la fine dell’Ottocento e metà del Novecento furono brevettati moltissimi motori eolici ad asse verticale, sempre più efficienti. I motori a vento verticali si mettono in rotazione quando la velocità del vento supera i dieci chilometri all’ora, raggiungono la massima potenza quando il vento ha una velocità di circa 40 chilometri all’ora e devono fermarsi, per ragioni di stabilità, quando il vento supera i 70 chilometri all’ora.
Esistono anche generatori a pale mobili che seguono l'inclinazione del vento, mantenendo costante la quantità di elettricità prodotta, e a doppia elica, per raddoppiare la potenza elettrica prodotta. La frequenza immessa nella rete deve essere costante a 50 Hertz in Europa (in America sono 60 Hz). I paesi in cui è più diffuso l’eolico sono Danimarca, Spagna, Portogallo e Irlanda.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'evoluzione storica dei mulini a vento?
  2. I mulini a vento hanno avuto origine nell'età alto-medioevale con modelli prodromici. Il primo mulino a vento in Francia risale ai primi anni del 1100. Successivamente, nel 1888, Charles F. Brush costruì il primo motore a vento per produrre elettricità, seguito da Poul La Cour nel 1891, che perfezionò le pale e immagazzinò energia sotto forma di idrogeno.

  3. Quali sono le caratteristiche dei motori eolici ad asse verticale?
  4. I motori eolici ad asse verticale si attivano quando il vento supera i 10 km/h, raggiungono la massima potenza a 40 km/h e si fermano per stabilità oltre i 70 km/h. Sono stati brevettati tra la fine dell'Ottocento e metà del Novecento, grazie anche al contributo del fisico Magnus.

  5. Quali sono le innovazioni nei generatori eolici moderni?
  6. I generatori moderni includono pale mobili che seguono l'inclinazione del vento per mantenere costante la produzione di elettricità e generatori a doppia elica per raddoppiare la potenza. La frequenza immessa nella rete deve essere costante a 50 Hertz in Europa.

Domande e risposte