Concetti Chiave
- Nella Transavanguardia, Nicola De Maria si distingue per una vocazione lirica che combina astrazione e paesaggio trasognato.
- In "Angeli con fiori", l'artista utilizza colori vivaci su sfondi blu cobalto, ispirandosi all'Astrattismo e ai toni di Kandinskij.
- L'opera di De Maria evoca le Ninfee di Monet, integrando un dialogo tra passato impressionista e ricerca contemporanea.
- Elementi come lettere e zone nebulose si alternano a campiture nette, creando un effetto ipnotico e una scrittura primordiale.
- Il lavoro rappresenta un inno alla bellezza naturale, con parole simboliche che invitano alla riflessione e all'amore.
Angelo con fiori
Un posto autonomo nel contesto della Transavanguardia spetta all’artista campano, torinese d’adozione, Nicola De Maria (1954). La sua opera è mossa sin dagli esordi da una vocazione lirica, che lo ha portato a sviluppare, in opere spesso di grandi metrature, motivi in bilico fra l’astrazione e il paesaggio trasognato, scenari sospesi popolati di figure geometriche galleggianti in un vuoto dall'effetto ipnotico.È quanto avviene in Angeli con fiorì (Angeli, fori, uccelli, passioni e baci) (1985-86), dove su una base blu cobalto aleggiano fasce di colori squillanti, che richiamano l’Astrattismo e, in particolare, i toni di Kandinskij. A queste bande luminose e cariche sono sovrapposte lettere, zone nebulose che si alternano a campiture nette, colature improvvise simili a dripping informali.
A conferma della poetica della libera citazione propria della Transavanguardia, nell’opera si coglie con evidenza la memoria delle celebri Ninfee di Monet, cui De Maria attinge come a una fonte d’ispirazione indelebile per la ricerca contemporanea. Il riferimento al capolavoro impressionista diviene per l’artista italiano lo strumento per traghettare il proprio messaggio di pace e il proprio inno alla bellezza della natura in una chiave odierna e sentimentale, come confermano le parole che affiorano dal tessuto pittorico: “angeli”, “fiori”, “uccelli”, "occhi”, “passioni” e “baci”; una scrittura primordiale, aggiornata anche sulle forme della cultura di strada e da leggere come una formula magica, un invito a riflettere e ad amare.