Concetti Chiave
- Lo sviluppo economico di uno Stato è misurato dal reddito pro capite e dalla distribuzione del reddito, influenzando la qualità della vita e il progresso sociale.
- Un'istruzione adeguata è fondamentale per lo sviluppo, migliorando la preparazione professionale e la partecipazione ai problemi sociali ed economici.
- Il progresso tecnologico contribuisce allo sviluppo tramite nuovi processi produttivi e prodotti che aumentano la produttività e stimolano la domanda.
- Il sottosviluppo è caratterizzato da fattori come la distribuzione iniqua del reddito, la sovrappopolazione e la malnutrizione, con conseguenze su istruzione e infrastrutture.
- Le migrazioni hanno effetti economici significativi, aumentando il PIL nazionale ma anche influenzando il sistema dello Stato sociale e l'occupazione.
Indice
- Lo sviluppo economico
- Il reddito pro capite
- La distribuzione del reddito
- I servizi sociali
- Le potenzialità offerte da un adeguato livello di istruzione
- Il tempo libero
- Il processo tecnologico
- I problemi legati allo sviluppo
- La prospettiva umana dello sviluppo
- Il sottosviluppo
- I fattori che determinano il sottosviluppo
- Una condizione di povertà assoluta
- Il debito dei Paesi poveri
- I livelli del debito verso l'estero
- La cancellazione del debito
- Le cause del sottosviluppo e i possibili rimedi
- Il "circolo vizioso della povertà"
- Le ragioni storiche del sottosviluppo
- Le cause geografiche
- Le cause sociali e politiche
- Le organizzazioni che si occupano di solidarietà internazionale
- Gli obiettivi dell'ONU per il nuovo millennio
- Le associazioni umanitarie e i centri di volontariato
- Il commercio equo e solidale
- L'adozione internazionale e a distanza
- Lo sviluppo sostenibile
- Le soluzioni di carattere sociale
- Le soluzioni ambientali
- L'analisi costi-benefici
- Le migrazioni e le conseguenze economiche
- Il contributo al PIL nazionale
- Gli effetti sul sistema dello Stato sociale
- Le ricadute sull'occupazione e sul lavoro
- Problemi aperti
Lo sviluppo economico
Il reddito pro capite
Per determinare il livello di sviluppo di uno Stato il criterio più utilizzato è quello di misurare il reddito pro capite, cioè il reddito nazionale diviso per il numero di abitanti.
Per una valutazione approfondita del livello di sviluppo è opportuno utilizzare anche altri parametri.
Lo sviluppo economico può essere definito come il processo di crescita economica e sociale di uno Stato, basato sul livello del reddito, sulla sua distribuzione, sulla qualità della vita sociale e del progresso.
La distribuzione del reddito
Per determinare il grado di sviluppo di uno Stato occorre anzitutto verificare com'è distribuito il reddito: infatti, se si concentra nelle mani di un ristretto numero di persone, mentre la maggior parte della popolazione versa in condizioni di povertà, non possiamo affermare che in quello Stato sia diffuso il benessere economico.
I servizi sociali
In secondo luogo, sono determinanti le concrete situazioni di vita delle persone: acquistano rilievo, in tal senso, i servizi sociali, al primo posto il servizio sanitario, che assicura condizioni di vita igieniche e sane per tutti i cittadini.
• In alcuni Stati a economia liberista, come gli USA, i servizi sociali sono privatizzati.
• Altri Stati, tra cui l'Italia, hanno invece optato per il modello di Stato sociale, che assicura a tutti, anche ai meno abbienti, determinati servizi che si possono ottenere, più o meno gratuitamente, attraverso il sistema dell'assistenza della previdenza sociale.
Le potenzialità offerte da un adeguato livello di istruzione
Un elemento di sicuro rilievo ai fini dello sviluppo è il grado di istruzione dei cittadini.
• La crescita culturale è un fondamentale punto di riferimento per lo sviluppo di uno Stato, non solo per la preparazione professionale della classe lavoratrice, ma anche per il maggior senso di partecipazione ai problemi sociali, economici e politici del proprio Paese.
Il tempo libero
Un altro fattore che serve a misurare il grado di benessere sociale è quello del tempo libero.
• Per stare bene le persone hanno bisogno di tempo da dedicare alla famiglia e a se stesse.
• In uno Stato, si può parlare a buon diritto di sviluppo solo se esistono le condizioni per un sufficiente livello di benessere dei singoli cittadini.
Il processo tecnologico
Lo sviluppo di uno Stato può essere considerato anche in base al suo progresso tecnologico.
• Esso si realizza soprattutto tramite l'introduzione di nuovi processi produttivi, che determinano incrementi della produttività e riducono il costo dei beni sul mercato, e di nuovi prodotti, che stimolano la domanda e i consumi.
I problemi legati allo sviluppo
1. L'aumento sempre più forte del progresso ha generato un problema sociale di enormi dimensioni: la disoccupazione tecnologica: ormai molti lavori prima devoluti all'attività umana sono svolti da impianti e macchine.
2. Lo sviluppo economico si porta inevitabilmente dietro il progressivo esaurimento delle risorse naturali, che, sia pure con notevole ritardo, viene oggi fronteggiato con la ricerca di fonti energetiche alternative, quale quella solare.
3. Uno dei maggiori problemi legati allo sviluppo è l'inquinamento ambientale, che pone le nuove generazioni a fare i conti con errori ed eccessive ingenuità del passato.
La prospettiva umana dello sviluppo
È sempre più forte la tendenza a considerare lo sviluppo anche da un punto di vista umano, cioè rendendo centrali i valori fondamentali dell'uomo.
• Lo sviluppo ha dunque assunto una veste morale, in cui lo Stato ha il difficile compito di progettare il bene comune, mettendo l'uomo in primo piano come soggetto fondamentale dello sviluppo.
Il sottosviluppo
Come conseguenza dell'iniqua distribuzione del reddito a livello mondiale si è creato un forte squilibrio di crescita economica tra le diverse aree geografiche.
• Con il termine sottosviluppo si fa riferimento a una situazione di arretratezza, sia economica sia sociale, di una determinata collettività rispetto ai sistemi economici più avanzati.
I fattori che determinano il sottosviluppo
• Un basso livello del reddito medio pro capite
• Un'iniqua distribuzione del reddito all'interno del Paese
• La sovrappopolazione: da intendersi nel senso che lo sviluppo demografico è superiore alle possibilità di aumento della produzione
• La malnutrizione e l'elevata mortalità infantile
• L'inesistenza di adeguate strutture sanitarie
• Il basso livello di istruzione
• La prevalenza dell'attività agricola: l'economia dei Paesi sottosviluppati dipende essenzialmente dall'andamento dei raccolti ed è quindi condizionata dai rischi propri dell'attività agricola e inoltre, il livello scarsamente produttivo dell'attività agricola non permette di ottenere capitali sufficienti da impiegare in investimenti di carattere industriale
• La bassa produttività del lavoro, determinata dagli investimenti scarsi
• La carenza di infrastrutture e di capacità imprenditoriali che diano la spinta necessaria per l'avvio di un processo di sviluppo
• La scarsa propensione al consumo, diretta conseguenza della povertà
Una condizione di povertà assoluta
Consideriamo che attualmente moltissime persone vivono con meno di 2 dollari al giorno, trovandosi pertanto in una situazione di povertà assoluta, senza speranze per il proprio futuro.
• La povertà assoluta si estende in tutto il mondo, zone in cui quasi 430 milioni di persone vivono in condizione di povertà estrema.
• Se poi aggiungiamo alle condizioni geografiche e sociali la presenza di guerre, la situazione non può che peggiorare.
Il debito dei Paesi poveri
Un problema specifico dei Paesi poveri è quello del debito verso l'estero che, secondo i dati della Banca Mondiale (BM), ammonta attualmente a circa 2.440 miliardi di dollari.
• Le cause di questo enorme indebitamento risalgono agli anni Settanta del secolo scorso, quando ci fu a livello mondiale un notevole aumento dell'inflazione, legato soprattutto alla decisione dei Paesi OPEC di diminuire l'offerta di petrolio e al conseguente aumento dei prezzi di tutti i prodotti.
• In questa fase i Paesi sottosviluppati videro crescere i prezzi dei prodotti che esportavano e decisero di fare investimenti grazie alle maggiori entrate, pur indebitandosi presso le banche internazionali.
• Nei Paesi sviluppati, invece, in conseguenza delle misure adottate per combattere l'inflazione, aumentò la disoccupazione, diminuì il reddito disponibile e calarono le importazioni di materie prime.
• I Paesi poveri furono perciò immediatamente danneggiati, e cercarono allora di vendere di più, aggravando però la situazione per l'ulteriore diminuzione dei prezzi, strettamente collegata all'aumento dell'offerta.
I livelli del debito verso l'estero
Per pagare importazioni, necessarie alla sopra vivenza della popolazione, si è fatto ampio ricorso ai prestiti internazionali che hanno determinato un forte livello di indebitamento verso l'estero.
Il peso del debito estero è diventato ormai insostenibile per molti Paesi poveri.
La cancellazione del debito
Oggi si chiede di cancellare i debiti dei Paesi poveri e sono state avviate concrete iniziative, come il progetto internazionale HIPC; ciò è giusto in un'ottica di aiuto allo sviluppo, a condizione che non rimanga però una mossa isolata, ma divenga il primo passo per propiziare in loco le condizioni per un decollo produttivo che, se è riuscito in Paesi una volta poveri e ora ricchi, non può risultare impossibile qualora ci sia la volontà mondiale di assecondarlo.
• L'intervento di cancellazione del debito non per sé sufficiente a risolvere i problemi di indebitamento ma è necessario affrontarli in un'ottica più ampia e con una diversa organizzazione.
• In particolare, si auspica che gli Stati debitori rafforzino la produzione e stimolino gli investimenti interni, in modo da ritrovare credibilità economica e social
• È inoltre necessario promuovere una migliore governance attraverso specifiche riforme istituzionali e una lotta determinata alla corruzione.
Le cause del sottosviluppo e i possibili rimedi
Il "circolo vizioso della povertà"
In economia le cause del sottosviluppo vengono spiegate facendo ricorso al concetto del "circolo vizioso della povertà", in base al quale la povertà genera a sua volta povertà.
• Il basso reddito dei cittadini, infatti, si traduce in una domanda scarsa e in un altrettanto scarso risparmio, di conseguenza sia gli investimenti sia la produzione risultano bassi; ciò determina a sua volta disoccupazione e abbassamento di reddito.
• L'economista statunitense Ragnar Nurkse ha efficacemente paragonato la situazione degli Stati del Terzo mondo a quella di un uomo malato: «Un uomo povero può non avere abbastanza da mangiare: essendo denutrito, la sua salute è probabilmente cattiva; poiché è fisicamente debole, la sua capacità lavorativa è scarsa; il che vuol dire che egli è povero; e ciò, a sua volta, significa che egli non ha abbastanza da mangiare; e così via». (In pratica, i Paesi poveri non hanno i mezzi necessari nemmeno per avviare il processo di sviluppo economico).
Le ragioni storiche del sottosviluppo
Tra le ragioni del sottosviluppo possiamo individuare le cause storiche, riconducibili al periodo coloniale, con le quali:
• Gli Stati europei imposero la propria cultura e il proprio modo di produrre, influenzando negativamente lo sviluppo economico dei Paesi dominati.
• Gli Stati colonizzati furono costretti a sfruttare le terre solo con monocolture, i cui prodotti venivano poi esportati.
• Le differenze tra dominanti e dominati si accentuarono e lo sfruttamento economico causò nelle colonie un grave ristagno dell'economia.
• In conseguenza di tali politiche economiche, ancora oggi negli Stati del Sud del mondo mancano i capitali necessari per qualsiasi iniziativa economica.
Le cause geografiche
Alla situazione di sottosviluppo contribuiscono anche alcune cause di tipo geografico:
1. Clima ostile, caratterizzato da temperature molto elevate che causano siccità e carestie
2. Inospitalità del territorio, che rende impossibile l'agricoltura per le popolazioni che non dispongono delle risorse economiche necessarie per irrigare le terre.
Le cause sociali e politiche
• Sotto il profilo sociale, i Paesi sottosviluppati conoscono disuguaglianze economiche tra una strettissima minoranza privilegiata, proprietaria di terre e capitali, e una massa enorme di persone povere, in continua espansione demografica.
• Dal punto di vista politico, va detto che in molti Stati si sono imposti regimi autoritari, espressione delle minoranze agiate, che anno aggravato la situazione di miseria e di sfruttamento dei più poveri.
Le organizzazioni che si occupano di solidarietà internazionale
Oltre agli aiuti monetari provenienti dai singoli Stati, va segnalata l'esistenza di organizzazioni che si occupano della solidarietà internazionale, come:
1. lFAO (Food and Agricolture Organization), che cerca di favorire il progresso tecnico nel settore agricolo dei Paesi sottosviluppati;
2. l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), che si propone di favorire i rapporti commerciali internazionali
3. la BIRS (Banca Internazionale pro- per la Ricostruzione e lo Sviluppo), chiamata anche Banca mondiale, che concede prestiti a lungo termine agli Stati bisognosi.
Questi aiuti, pur apprezzabili negli intenti di solidarietà, non sono però sufficienti a risolvere il problema della povertà e del suo circolo vizioso
• C’è bisogno di agire sulla produttività del lavoro, di realizzare adeguate infrastrutture, di migliorare il livello di istruzione della popolazione
Questi capitali potrebbero essere utilizzati:
1. per acquistare e produrre gli impianti e i macchinari idonei ad avviare complessi industriali
2. per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, potenziando il settore sanitario e quello dell’istruzione
3. per impostare su nuovi criteri il commercio internazionale, in modo da permettere ai Paesi del Terzo mondo di esportare non più solo prodotti agricoli o altre materie prime, ma anche prodotti lavorati dall'industria.
Gli obiettivi dell'ONU per il nuovo millennio
1. ridurre la povertà e la fame
2. migliorare il livello d'istruzione primaria
3. promuovere la parità tra i sessi
4. ridurre la mortalità infantile
5. migliorare la salute materna
6. combattere le malattie più gravi e diffuse
7. garantire la sostenibilità ambientale
8. rafforzare la collaborazione tra ricchi e poveri.
Con questi obbiettivi si tenterà di abbattere il circolo vizioso della povertà per affermare un circolo vizioso dello sviluppo.
Le associazioni umanitarie e i centri di volontariato
• Esistono molte associazioni umanitarie come la croce rossa, che raccolgono fondi per rifornire di generi alimentari e medicina le popolazioni più povere
• Esistono anche numerosi centri di volontariato, diffusi su tuto il territorio nazionale, che organizzano direttamente il territorio nazionale, organizzano direttamente interventi di solidarietà di diversa natura.
Il commercio equo e solidale
Il commercio equo e solidale i cui associati, attraverso circa 170 punti vendita, offrono sui nostri mercati prodotti artigianali e alimentari importati direttamente dagli Stati produttori.
• Questa organizzazione si propone di favorire la formazione di associazioni e di cooperative tra i produttori, fornendo anche finanziamenti per prevenirne l'indebitamento, e si impegna a pagare prezzi equi per i prodotti, al fine di garantire dignità a chi lavora, assicurando anche la trasparenza dei prezzi.
L'adozione internazionale e a distanza
Per aiutare i bambini, vittime delle situazioni di guerra e di estrema povertà, si è recentemente diffusa, oltre all'adozione internazionale l’adozione a distanza:
• Consiste nel contribuire indirettamente alla crescita di un bambino senza allontanarlo dal suo ambiente di vita, inviandogli il denaro necessario per vivere meglio, studiare, sperare in un futuro migliore
• La distanza impedisce di solito una conoscenza personale, tuttavia i contatti con il bambino e la sua famiglia possono essere mantenuti attraverso comunicazioni scritte.
• Costa poche decine di euro al mese
Lo sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile è un modello di sviluppo che soddisfa i bi sogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Le soluzioni di carattere sociale
Come si può concretamente ridurre la tendenza alle disuguaglianze?
• Pagare a tutti i lavoratori un salario dignitoso compensandolo con una riduzione degli stipendi dei manager: in tal modo si procederebbe già a una più equa distribuzione della ricchezza.
• Sarebbe opportuno rendere più trasparenti le azioni dei governi, allo scopo di controllare il giusto utilizzo del denaro pubblico a fini di solidarietà sociale ed economica.
➡Una disuguaglianza davvero inaccettabile è quella relativa alla tutela della salute: occorrerebbe pertanto rendere accessibili a tutti, a prezzi sostenibili, i farmaci, i controlli medici e i ricoveri ospedalieri.
Le soluzioni ambientali
Esiste una stretta relazione tra la produzione e l'ambiente, per il fatto che le imprese si procurano dall'ambiente circostante materiali che vengono poi trasformati in energia, in modo tale da fare funzionare gli impianti e i macchinari.
• Le imprese, poi, attraverso la produzione immettono nell'ambiente le scorie della loro attività, sostanze danneggiando l'ambiente.
• Il problema ambientale è soprattutto legato all'aumento della produzione pro capite e al conseguente aumento dei consumi: ciò è dimostrato soprattutto dal fatto che il problema ambientale è tipico delle economie capitalistiche, dove produzione e consumo generano danni ecologici enormemente maggiori di quelli prodotti dai Paesi sottosviluppati e da quelli in via di sviluppo.
• Il danno ambientale non comporta un danno economico immediato per le famiglie, ma indirettamente si traduce in un costo sociale futuro assai più elevato, corrispondente ai danni che derivano alla salute di tutti attraverso l’inquinamento.
Allo scopo di ridurre l'impatto ambientale della produzione sono state finora perseguite alcune strategie che non hanno risolto il problema in modo definitivo, possono essere efficaci nella riduzione dei danni all’ambiente.
1. contenimento dei consumi: Si tratta di "ripensare" il modo di vivere delle moderne società, limitando la produzione e il volume di consumo che ne è causa;
2. cambiamento delle tecnologie produttive: Attraverso questa via si punta a realizzare tecniche di produzione che siano in grado da un lato di utilizzare una minore quantità di risorse materiali per produrre la stessa quantità produttiva, dall'altro di sostituire fonti energetiche inquinanti con energie alternative;
3. applicazione di tasse ambientali: Le attività produttive che hanno effetti inquinanti vengono sottoposte al pagamento di tasse in relazione al grado di inquinamento prodotto.
4. interventi statali: Lo Stato può ridurre l'impatto ambientale delle imprese attraverso leggi volte a vietare determinati processi o a imporre l'adozione di misure precauzionali e contenitive dell'inquinamento.
L'analisi costi-benefici
Ognuno di noi, nella vita quotidiana, allorché deve impostare le proprie scelte, lo fa sulla base della cosiddetta "analisi costi-benefici", vale a dire soppesando tutti i pro e contro di una determinata situazione e prendendo decisioni in base al confronto tra gli effetti negativi e quelli positivi che possono derivare da essa.
L'analisi costi-benefici deve essere posta alla base di tutte le scelte effettuate in materia di sviluppo, perché questo possa tradursi in una realtà di effettiva crescita umana, basata non solo sulla ricchezza monetaria ma anche e soprattutto sul benessere individuale e sociale.
Tuttavia, nonostante le difficoltà di valutazione che comporta, questo tipo di analisi, se ben applicato, dimostra di essere lo strumento più valido per progredire in modo sano e responsabile.
Le migrazioni e le conseguenze economiche
Il problema migratorio ha raggiunto ai giorni nostri proporzioni davvero elevate, in considerazione della necessità di molte persone di allontanar- si da zone di guerra o da luoghi in cui vengono negati i diritti civili o in cui ci sono situazioni di povertà e miseria.
Il fenomeno porta nelle nostre società a reazioni di segno opposto:
• Da un lato c'è la tendenza a coglierne gli aspetti positivi, in nome di una società multietnica che valorizza le differenze culturali
• Dall'altro è diffusa una reazione di rigetto, basata sulla paura di un futuro predominio di valori estranei alle nostre tradizioni e sulla difesa dell'identità nazionale.
Il contributo al PIL nazionale
In base agli studi attuati dal Fondo Monetario Internazionale risulta che, nel medio-lungo periodo, un aumento degli immigrati pari all'1% della popolazione di un Paese accresce il PIL procapite generale di almeno il 2%.
• Ciò è dovuto soprattutto al fatto che i migranti sono di solito più giovani della media dei cittadini e fanno pertanto salire il numero di persone in età da lavoro.
Gli effetti sul sistema dello Stato sociale
La presenza di stranieri incide sui costi dello Stato sociale
• D'altra parte è anche vero che la presenza di immigrati-lavoratori consente al sistema di funzionare meglio, grazie ai contributi da loro versati.
• Statisticamente, tra l'altro, va osservato che la popolazione straniera presente nei nostri Paesi è prevalentemente giovane dal punto di vista occupazionale e, come tale, funzionalmente attiva.
Le ricadute sull'occupazione e sul lavoro
Diffusissima è la convinzione che gli stranieri "ci portino via il lavoro".
• Le rilevazioni statistiche dimostrano infatti che le scelte occupazionali dei cittadini e degli stranieri sono molto diverse tra loro per quanto riguarda aspettative e qualificazione, rendendo davvero molto bassa la concorrenza in tal senso.
• Occorre inoltre sottolineare che la presenza di migranti-lavoratori sollecita i consumi e quindi la domanda globale e la produzione, favorendo quindi l'aumento delle assunzioni.
• Tra gli stranieri che migrano, inoltre, molti hanno elevate competenze professionali e tecniche, determinando di conseguenza un apporto positivo al sistema produttivo di un Paese, soprattutto se in questo c'è carenza di lavoratori ad alta qualificazione.
Problemi aperti
Va però anche rilevato come l'arrivo massivo di persone senza regolari permessi generi problemi sociali non indifferenti, tra cui, soprattutto:
• le cattive condizioni di vita e di alloggio in cui molti di loro si trovano
• lo sfruttamento da parte della criminalità organizzata
• il peggioramento delle condizioni sociali delle fasce più deboli che competono con gli stranieri sul piano lavorativo
• i problemi di convivenza dovuti a profonde differenze culturali.
Domande da interrogazione
- Qual è il criterio più utilizzato per determinare il livello di sviluppo di uno Stato?
- Quali sono i principali problemi legati allo sviluppo economico?
- Cosa si intende per "circolo vizioso della povertà"?
- Quali sono le cause storiche del sottosviluppo?
- Quali sono gli obiettivi dell'ONU per il nuovo millennio?
Il criterio più utilizzato è il reddito pro capite, che rappresenta il reddito nazionale diviso per il numero di abitanti. Tuttavia, per una valutazione approfondita, è opportuno utilizzare anche altri parametri.
I principali problemi includono la disoccupazione tecnologica, l'esaurimento delle risorse naturali e l'inquinamento ambientale, che richiedono soluzioni come l'uso di fonti energetiche alternative.
Il "circolo vizioso della povertà" si riferisce al fenomeno in cui la povertà genera ulteriore povertà, con basso reddito che porta a scarsa domanda e risparmio, bassi investimenti e produzione, e conseguente disoccupazione e ulteriore abbassamento del reddito.
Le cause storiche del sottosviluppo includono il periodo coloniale, durante il quale gli Stati europei imposero la loro cultura e modalità produttive, causando sfruttamento economico e ristagno nelle colonie.
Gli obiettivi includono ridurre la povertà e la fame, migliorare l'istruzione primaria, promuovere la parità di genere, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere le malattie, garantire la sostenibilità ambientale e rafforzare la collaborazione tra ricchi e poveri.