Sara.borroni
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Concetti Chiave

  • L'economia mista combina iniziativa privata e intervento statale, come sancito dall'articolo 41 della Costituzione italiana, influenzato dal pensiero keynesiano e dalla natura compromissoria della costituzione.
  • Dopo il dopoguerra, lo Stato italiano ha intensificato il suo ruolo economico con la nazionalizzazione delle imprese, ma dagli anni Novanta ha ridotto il suo intervento imprenditoriale tramite privatizzazioni.
  • Lo Stato italiano soddisfa i bisogni collettivi attraverso servizi pubblici generali e speciali, mentre l'intervento pubblico è giustificato dalla necessità di sostenere la domanda globale e ridurre gli squilibri sociali.
  • Le spese pubbliche sono classificate in base a finalità, frequenza, destinazione economica e norme giuridiche, e devono essere controllate per rispettare gli obblighi dell'Unione Economica e Monetaria.
  • Le entrate pubbliche italiane derivano principalmente da tributi come imposte, tasse e contributi, con una forte enfasi sull'equità contributiva e la lotta all'evasione fiscale.

Indice

  1. Il ruolo dello Stato in economia
  2. L’economia mista
  3. Il sistema economico italiano
  4. Il ruolo di guida dello Stato
  5. L’intervento pubblico nel dopoguerra
  6. La scomparsa dello Stato imprenditore
  7. Le funzioni economiche dello Stato
  8. Bisogni collettivi e servizi pubblici
  9. Le motivazioni dell’intervento pubblico
  10. Le spese pubbliche
  11. Il fabbisogno finanziario
  12. Le categorie di spese pubbliche
  13. In base alla loro finalità
  14. In base alla loro frequenza
  15. In base alla loro destinazione economica
  16. In base alle norme giuridiche che le regolano
  17. La riduzione delle spese pubbliche
  18. Le entrate pubbliche e il sistema tributario italiano
  19. Entrate originarie e derivate
  20. Le imposte
  21. La coattività dell’imposta
  22. Imposta e capacità contributiva
  23. La classificazione delle imposte
  24. Il fenomeno dell’evasione
  25. La dichiarazione dei redditi e i controlli
  26. Le tasse
  27. Tasse, costi ed entrate statali
  28. La classificazione delle tasse
  29. I contributi
  30. Contributi di urbanizzazione, consorziali e sociali
  31. La pressione tributaria e i suoi effetti
  32. La curva di Laffer

Il ruolo dello Stato in economia

L’economia mista

I sistemi economici di tipo misto si affidano sia all’iniziativa privata sia all’intervento dello Stato, che coordina l’economia nazionale.

Il sistema economico italiano

Il sistema economico italiano è a economia mista, come si afferma nell’articolo 41 della costituzione.
• I nostri costituenti hanno scelto questa impostazione risentendo dell’influenza del pensiero keynesiano.
• Sul carattere misto ha influito anche la natura compromissoria della costituzione: la sinistra appoggiava un economia sostenuta dallo stato mentre i partiti restanti sostenevano l’iniziativa privata.
• L’articolo 41 segna anche i limiti della libertà di iniziativa economica precisando che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale”

Il ruolo di guida dello Stato

Allo Stato spetta il ruolo di guidare l’attività economica, indirizzandola verso fini sociali, attraverso specifici controlli e programmi.
• A questo scopro nel nostro paese si fa programmazione economica, che non deve essere confusa con la pianificazione, tipica delle economie socialiste.

1.

La programmazione si basa su una serie di progetti economici predisposti dal Governo, caratterizzati da flessibilità e adattabilità alle situazioni contingenti.
2. La pianificazione si caratterizza per la sua rigidità e immodificabilità.

L’intervento pubblico nel dopoguerra

• Negli anni del dopoguerra furono numerosi gli interventi che accrebbero il ruolo dello Stato nell’economia, in particolare con la nazionalizzazione delle imprese.
• La dimensione ormai insostenibile dei costi iscritti nel bilancio statale per sostenere il ruolo dello Stato nell’economia portò, a partire dagli anni Novanta, a un’ versione di tendenza, che si concretizzò in interventi di privatizzazione e di riduzione del ruolo dello “Stato imprenditore”.

La scomparsa dello Stato imprenditore

Oggi il ruolo dello Stato imprenditore è sostanzialmente scomparso, anche se rimangono numerose imprese in cui coesistono una struttura societaria di tipo privato e la proprietà pubblica.

Le funzioni economiche dello Stato

Bisogni collettivi e servizi pubblici

Dal punto di vista economico, lo Stato è un ente pubblico che mira alla soddisfazione dei bisogni collettivi: si tratta di necessità percepite dall’intera collettività.
Lo Stato provvede alla soddisfazione dei bisogni collettivi attraverso servizi pubblici:
• I servizi pubblici generali sono prestazioni che vengono offerte indistintamente a tutti i cittadini
• I servizi pubblici speciali vengono forniti solo alle persone che ne fanno richiesta

Le motivazioni dell’intervento pubblico

Per molto tempo si è pensato che l’attività economica dovesse essere una prerogativa dei privati; tuttavia, la grande depressione economica americana rivelò l’impossibilità di mantenere una situazione di equilibrio economico senza ricorrere all’intervento dello Stato.
• L’intervento dello Stato in economia divenne fondamentale per la sua azione di sostegno alla domanda globale e all’equilibrio del mercato.
• Si rivelò inoltre indispensabile per ridurre gli squilibri sociali, grazie alla redistribuzione della ricchezza e alla tutela delle classi sociali più deboli.

Art. 53: sancisce i principi:
• La capacità contributiva —> ogni cittadino deve pagare le imposte in relazione alla propria capacità economica
• La progressività delle imposte —> consiste nell’aumentare la percentuale dell’imposta via via che cresce il reddito

Le spese pubbliche

I mezzi finanziari che lo Stato eroga per soddisfare i bisogni della collettività corrispondono alle spese pubbliche.

Il fabbisogno finanziario

L’insieme di queste spese prende il nome di fabbisogno finanziario, la cui entità dipende dagli obiettivi che si vogliono realizzare in ambito istituzionale, economico e sociale.
• Lo Stato deve porsi dei limiti nell’impostazione delle spese pubbliche, privilegiando gli interventi ritenuti maggiormente utili per il Paese.

Le categorie di spese pubbliche

In base alla loro finalità

1. Spese istituzionali o amministrative: sono destinate agli interventi necessari a svolgere le funzioni tradizionali dello Stato
2. Spese produttive: corrispondono alla realizzazione di infrastrutture per migliorare l’attività economica nazionale e all’erogazione di sussidi alle imprese
3. Spese sociali: servono per migliorare le condizioni delle categorie meno abbienti e per innalzare il livello culturale dei cittadini
• Tra le spese sociali rientrano le spese di trasferimento, che hanno solidaristico e redistributivo del reddito
4. Spese di acquisto: destinate ad acquistare le risorse necessarie per erogare i propri servizi

In base alla loro frequenza

1. Spese ordinarie: riguardano le funzioni che lo Stato svolge in modo costante
2. Spese straordinarie: fanno riferimento a situazioni occasionali

In base alla loro destinazione economica

1. Spese correnti: si riferiscono all’organizzazione e alla gestione dei servizi pubblici
2. Spese in conto capitale: coincidono con gli investimenti fatti dallo Stato e producono servizi per la collettività e consistono in:
• Investimenti diretti: se corrispondono alla produzione di beni durevoli e socialmente utili
• Investimenti indiretti: se consistono nella concessione di sovvenzioni alle imprese

In base alle norme giuridiche che le regolano

1. Obbligatorie: sono imposte dalla legge, per cui lo Stato è obbligato a sostenerle
2. Facoltative: sono discrezionali, il Governo può decidere se affrontarle o meno

La riduzione delle spese pubbliche

• Nello Stato italiano, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, la spesa pubblica ha mostrato una continua tendenza all’aumento.
• Tuttavia, da quando l’Italia è entrata a fare parte dell’Unione Economica e Monetaria (UEM), l’obbligo di contenere il disavanzo di bilancio, ovvero l’eccedenza delle spese pubbliche sulle entrate, ha spinto i Governi che si sono succeduti a ridurre l’ammontare delle spese pubbliche, la “spending review”.

Le entrate pubbliche e il sistema tributario italiano

Entrate originarie e derivate

Lo Stato ottiene entrate di carattere originario vendendo i beni che gli appartengono o esercitando direttamente attività economiche.
La maggior parte delle entrate pubbliche ha natura derivata, in quanto lo Stato impone ai cittadini il pagamento di tributi, distinti in imposte, tasse e contributi.

Le imposte

L’imposta è un prelievo coattivo di denaro che lo Stato o gli altri enti pubblici territoriali applicano alla collettività allo scopo di procurarsi i mezzi necessari per provvedere, tramite le spese pubbliche, ai servizi pubblici generali.

La coattività dell’imposta

La caratteristica che è più legata alla natura delle imposte è la loro coattività o obbligatorietà; non ci si può sottrarre al pagamento delle imposte, in coerenza con quanto è disposto dalla Costituzione nell’articolo 53.

Imposta e capacità contributiva

La misura dell’imposta non è legata all’entità del servizio che ciascuno riceve, ma alle potenzialità economiche di ogni soggetto, cioè alla sua capacità di contribuire alle spese pubbliche, desunta da elementi come i consumi il reddito e il patrimonio.

La classificazione delle imposte

La classificazione delle imposte può essere attuata secondo diversi criteri:

1. Imposte dirette: colpiscono le manifestazioni dirette della capacità contributiva
2. Imposte indirette: colpiscono le manifestazioni mediate dalla capacità contributiva.
3. Imposte personali: sono quelle imposte in cui non si tiene conto solo dell’imponibile del contribuente, cioè dell’importo su cui potrà essere applicata un’imposta, ma anche dalle sue condizioni sociali e familiari
4. Imposte reali: gravano sulla ricchezza del contribuente, prescindendo dalle sue condizioni personali, familiari, sociali o economiche
5. Imposte fisse: sono quelle in cui e dovuto dal contribuente un certo importo, che non varia al variare del reddito, ma è determinato in misura fissa dalla legge.
6. Imposte proporzionali: sono quelle in cui l’aliquota rimane invariata anche in presenza di variazioni del reddito, per cui l’importo di queste imposte cresce proporzionalmente all’aumento dell’imponibile.
7. Imposte progressive: sono caratterizzate dal fatto che l’aliquota aumenta all’aumentare del reddito, per cui l’importo da pagare cresce più che proporzionalmente rispetto al reddito

Il fenomeno dell’evasione

L’evasione fiscale, consiste nel comportamento con cui un contribuente si sottrae, in tutto o in parte, al pagamento delle imposte

I comportamenti evasivi dell’imposta possono corrispondere all’omissione di dichiarazione dei redditi, alla riduzione artificiosa delle proprie entrate ecc.
L’evasione costituisce un comportamento illecito e a seconda della sua entità può comportare:
• Sanzioni amministrative
• Sanzioni di carattere pecuniario
• Sanzioni penali

La dichiarazione dei redditi e i controlli

• Ogni anno i contribuenti devono presentare all’agenzie delle entrate le dichiarazione dei redditi: un documento attraverso il quale denunciano tutti i redditi percepiti a diverso titolo nel corso dell’anno precedente.
• Gli uffici delle imposte provvedono in seguito al controllo delle dichiarazioni, intervenendo con sanzioni in caso di illegalità.
• I controlli sono selettivi.

Le tasse

La natura contrattualistica della tassa
Accanto ai servizi generali, gli enti pubblici realizzano anche dei servizi speciali, che vengono resi solo quei soggetti che ne fanno specifica richiesta
• La tassa è la controprestazione che si deve pagare allorché si richiede e si ottiene, un servizio speciale da parte della pubblica amministrazione.

La tassa ha natura contrattualistica: è da un lato facoltativa e da un alto obbligatoria, nel senso che se si usufruisce di un servizio richiesto, si è poi obbligati a sostenere l’onere economico.

Tasse, costi ed entrate statali

In teoria, l’entità della tassa dovrebbe corrispondere al valore del servizio ricevuto, ma non sempre è così.
La pubblica amministrazione, quando deve determinare l’entità di una tassa, fa un confronto tra il beneficio individuale e quello sociale corrispondenti a un determinato servizio e distribuisce i costi di quest’ultimo tra tasse e imposte.
Più il servizio avvantaggia la comunità, minori saranno le tasse applicate e i costi verranno prevalentemente trasferiti sulle imposte;
Viceversa, nel caso opposto avremo tasse più elevate e un minimo carico d’imposta applicato ai cittadini.

La classificazione delle tasse

Le tasse vengono distinte in base al settore in relazione al quale viene reso un determinato servizio pubblico.
Si suddividono in:
1. Tasse giudiziarie, si devono pagare se si ottengono dallo Stato servizi corrispondenti alla funzione giurisdizionale. Il pagamento delle tasse giudiziarie civili è a carico dell’imputato nel caso in cui venga riconosciuto colpevole, dello Stato, nel caso opposto. Nella giurisdizione amministrativa è la parte richiedente che deve sostenere i costi se perde la causa. Nella giurisdizione volontaria la tassa è a carico di chi richiede determinati interventi.
2. Tasse amministrative, sono dovute in relazioni ai servizi resi dalla pubblica amministrazione.
3. Tasse industriali si devono pagare per esercitare un’attività industriale commerciale

I contributi

I contributi si caratterizzano per essere una sorta di tributo intermedio tra le imposte e le tasse, in quanto condividono con le prime il carattere della coattività e con le secondo il fatto di corrispondenza a servizi che soddisfano in particolare determinati soggetti.

Il contributo è un prelievo obbligatorio di ricchezza effettuato sulle economie di quei soggetti che, pur non avendone fatto specifica richiesta, ricevono un particolare vantaggio da opere o servizi destinati all’intera collettività.

Contributi di urbanizzazione, consorziali e sociali

1. Contributi di urbanizzazione: percepiti dai comuni per la fornitura di servizi quali strade, fognature e illuminazione pubblica
2. Contributi consorziali, posti a carico dei proprietari i cui terreni beneficiano indirettamente di opere di bonifica
3. Contributi sociali, versati agli enti previdenziali (INPS e INAIL)

La pressione tributaria e i suoi effetti

La pressione tributaria o fiscale corrisponde al rapporto tra l’ammontare dei tributi pagati in un anno dai contribuenti e l’ammontare del reddito nazionale che è stato prodotto nello stesso anno.

P = T/Y
L’applicazione di questa formula consente du conoscere la percentuale di reddito nazionale che viene destinata, nell’anno considerato, al pagamento dei tributi.

La curva di Laffer

• Arthur Laffer elaborò un diagramma volto a dimostrare il carattere dannoso di una pressione fiscale troppo alta.
• La tesi di Laffer venne sostenuta dal Congresso degli Stati Uniti da parte di alcuni rappresentati repubblicani, che proposero la riduzione delle imposte, proposta fatta dal presidente in carica, Ronald Reagan.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dello Stato nell'economia mista italiana?
  2. Lo Stato nell'economia mista italiana coordina l'economia nazionale, guidando l'attività economica verso fini sociali attraverso controlli e programmi specifici, come indicato nell'articolo 41 della Costituzione.

  3. Come si è evoluto l'intervento pubblico nell'economia italiana dal dopoguerra?
  4. Dopo il dopoguerra, lo Stato ha aumentato il suo ruolo nell'economia attraverso la nazionalizzazione delle imprese, ma dagli anni Novanta ha ridotto il suo intervento con privatizzazioni e la diminuzione del ruolo dello "Stato imprenditore".

  5. Quali sono le principali categorie di spese pubbliche in Italia?
  6. Le spese pubbliche in Italia si classificano in base alla loro finalità (istituzionali, produttive, sociali, di acquisto), frequenza (ordinarie, straordinarie), destinazione economica (correnti, in conto capitale) e norme giuridiche (obbligatorie, facoltative).

  7. Come si classificano le imposte nel sistema tributario italiano?
  8. Le imposte si classificano in dirette, indirette, personali, reali, fisse, proporzionali e progressive, a seconda delle manifestazioni della capacità contributiva e delle condizioni personali e sociali del contribuente.

  9. Qual è l'effetto della pressione tributaria sull'economia secondo la curva di Laffer?
  10. La curva di Laffer suggerisce che una pressione fiscale troppo alta può essere dannosa, poiché riduce l'incentivo a produrre reddito, e quindi alcuni economisti e politici hanno proposto la riduzione delle imposte per stimolare l'economia.

Domande e risposte