Sara.borroni
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Concetti Chiave

  • La globalizzazione è un processo di integrazione mondiale che elimina barriere giuridiche, economiche e culturali, consentendo la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone.
  • I presupposti storici della globalizzazione includono la terza rivoluzione industriale, l'evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni, e la fine della guerra fredda.
  • La globalizzazione causa interdipendenza economica globale, facendo sì che eventi locali abbiano ripercussioni economiche e sociali su scala mondiale.
  • Le multinazionali traggono vantaggi dalla globalizzazione, localizzando filiali in Paesi con bassi costi del lavoro e condizioni fiscali favorevoli, ma rischiano di creare dipendenze economiche nei Paesi poveri.
  • L'internazionalizzazione delle imprese, favorita dalla globalizzazione, comporta la vendita e produzione all'estero attraverso investimenti diretti e l'uso di contratti come il licensing e il franchising.

Indice

  1. La globalizzazione
  2. I caratteri della globalizzazione
  3. I presupposti storici
  4. Le attività produttive, commerciali e finanziarie
  5. La web economy
  6. I vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione
  7. La crescita economica e lo sviluppo umano
  8. La globalizzazione come forma di sviluppo ineguale
  9. Gli effetti negativi sull'ambiente
  10. La diffusione dell'agricoltura industriale
  11. I conflitti acuiti dalla globalizzazione
  12. Il progresso economico e la “socialità"
  13. I no global
  14. Il ruolo delle multinazionali
  15. Imprese internazionali e multinazionali
  16. I vantaggi per le imprese multinazionali
  17. I vantaggi e gli svantaggi per i Paesi poveri
  18. L'oligopolio delle multinazionali
  19. La struttura delle multinazionali
  20. Le joint venture
  21. L'internazionalizzazione delle imprese
  22. I caratteri dell'internazionalizzazione
  23. Le fasi dell'internazionalizzazione
  24. Gli intermediari internazionali
  25. I contratti maggiormente utilizzati

La globalizzazione

I caratteri della globalizzazione

La globalizzazione è il processo che porta alla formazione di un unico mercato mondiale, basato sull'esistenza di uno spazio omogeneo, sulla rapidità delle comunicazioni, sull'eliminazione di barriere e sul superamento dei confini politici tra gli Stati, fattori che portano a individuare nuove e più ampie aree di scambio tra merci, capitali e persone.
• La globalizzazione è un processo iniziato negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso ed è ancora in evoluzione; comporta innanzitutto l'eliminazione di barriere di natura giuridica, economica e culturale, affinché sia consentita la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone.

I presupposti storici

Diverse sono le condizioni che hanno consentito l'avvio della globalizzazione:
• la trasformazione dei sistemi produttivi nella seconda metà del Novecento, nota come terza rivoluzione industriale
• l'evoluzione dei trasporti e, soprattutto, delle comunicazioni
• la mondializzazione, intesa come espansione a livello mondiale sia del mercato sia della politica
• la fine della guerra fredda, che ha dato il via a un nuovo ordine mondiale.

Le attività produttive, commerciali e finanziarie

La globalizzazione si basa poi sull'allargamento a livello mondiale delle attività produttive, commerciali e finanziarie.
• L'esistenza di questo enorme mercato mondiale determina una realtà di forte interdipendenza tra soggetti che operano in diverse realtà produttive e in zone geograficamente distanti, con l'effetto che un evento che si verifica in un determinato luogo ha ripercussioni economiche e sociali dirette in tutto il mondo.

La web economy

Nel contesto del mondo globalizzato si parla di web economy, che corrisponde all'insieme di attività che le imprese svolgono attraverso Internet e le tecnologie collegate alla rete.

I vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione

La crescita economica e lo sviluppo umano

• I sostenitori della globalizzazione ritengono che essa, grazie agli scambi commerciali e finanziari, favorisca la crescita economica e consenta ai Paesi poveri di trovare più facilmente mercati per i loro prodotti.
• Affermano inoltre che essa contribuisce a rafforzare i principi democratici, soprattutto la difesa dei diritti civili.

La globalizzazione come forma di sviluppo ineguale

La globalizzazione rischia di potenziare, anziché di ridurre o eliminare, le differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri: l'economia, infatti, si è fortemente evoluta in relazione a norme, politiche e istituzioni, ma non ha tenuto adeguata considerazione degli individui e dei loro diritti, lasciando irrisolte e talora acuendo profonde differenze economiche e sociali.
• Provoca l'aumento della differenza tra chi hạ e chi non ha.
• Di fatto, dunque, il processo di globalizzazione si sta rivelando una pericolosa forma di sviluppo ineguale

Gli effetti negativi sull'ambiente

Un ulteriore effetto negativo della globalizzazione riguarda i cambiamenti climatici e l'effetto serra.
• Infatti, l'abbattimento delle barriere doganali rende sempre più libero il trasporto di merci su scala mondiale, determinando di conseguenza l'aumento di immissione di gas nell'atmosfera.
• Inoltre, con la liberalizzazione degli investimenti e del commercio, prodotti e tecnologie dannosi per l'ambiente vengono diffusi in società e culture che non ne erano ancora dipendenti.

La diffusione dell'agricoltura industriale

La globalizzazione comporta anche l'estensione su scala planetaria dell'agricoltura industriale, che comporta alti consumi energetici.

I conflitti acuiti dalla globalizzazione

I cambiamenti imposti dalla globalizzazione economica e culturale pongono in luce alcuni rilevanti conflitti:
• il conflitto culturale: lo sviluppo è un'idea occidentale che è stata universalizzata e in qualche modo imposta al resto del mondo;
• il conflitto economico: all'interno di ogni Paese, e all'interno del sistema-mondo, si acuiscono sempre più le differenze tra ricchi e poveri;
• il conflitto sociale: la comparsa di nuove forme di povertà nei Paesi più sviluppati alimenta un acceso dibattito sull'integrazione economica, sull'equilibrio sociale e sulla necessità di ricorrere o meno al Welfare State;
• il conflitto politico: la politica nazionale dei singoli Stati non ha sempre la capacità di fronteggiare i problemi posti dalla globalizzazione;
• il conflitto generazionale: di fatto si è prodotta una rottura con le gene- razioni future, condannate a vivere in un mondo sempre più inquinato e degradato.

Il progresso economico e la “socialità"

La cultura occidentale, concentrata sugli aspetti economici, tende a distruggere il "sociale" e comporta costi umani elevatissimi in nome del progresso economico, senza perseguire i veri obiettivi dello sviluppo, ossia il benessere collettivo e l'eliminazione delle disuguaglianze.

I no global

A criticare duramente la globalizzazione, sottolineandone la responsabilità nei profondi divari economici e sociali tra gli individui, e a dare vita a manifestazioni di protesta in occasione di vertici europei e mondiali sono i cosiddetti no global, noti anche come "popolo di Seattle", dal nome della città americana dove apparvero per la prima volta.
• Il loro obiettivo è quello di un mercato globale etico.

Il ruolo delle multinazionali

Imprese internazionali e multinazionali

Le imprese, nel contesto della globalizzazione dei mercati, tendono a espandersi quanto più possibile, trasferendo le proprie capacità all'estero, tessendo relazioni con partner stranieri e investendo in altri Paesi.
• Questo fenomeno è noto come internazionalizzazione delle imprese.
• Viene classificata come internazionale l'impresa di carattere fondamentalmente nazionale, nel senso che opera soprattutto nello Stato cui appartiene, ma che ha una specifica sezione internazionale che gestisce lo sviluppo delle attività estere.
• È invece multinazionale l'impresa che possiede all'estero almeno un quarto dei propri investimenti produttivi e dei propri dipendenti.

I vantaggi per le imprese multinazionali

• Minori costi del lavoro, che si ottengono localizzando le filiali in Paesi in via di sviluppo
• Possibilità di sottoporsi a condizioni fiscali meno pesanti, o perché nei Paesi in cui la multinazionale decide di operare il sistema tributario è di per sé più leggero, perché la multinazionale riesce a fare pressioni sugli Stati stessi ottenendo condizioni più vantaggiose in cambio dei posti di lavoro di cui è apportatrice con il suo insediamento.
• Spesso le imprese multinazionali si insediano in quei Paesi nei quali esistono in grande quantità materie prime non disponibili nello Stato d'origine.
• Possibilità di ottenere prestiti a condizioni agevolate o sovvenzioni internazionali, giustificate dal fatto che si va ad aumentare il potenziale di crescita di Paesi in via di sviluppo.
• Esiste anche una causa "tecnologica" che spinge all'espansione transnazionale: quando le innovazioni introdotte da una grande impresa cessano di essere tali, per l'azienda è conveniente esportarle là dove sono ancora sconosciute, per poter avviare processi produttivi apportatori di utili.

I vantaggi e gli svantaggi per i Paesi poveri

• L'apertura di filiali di multinazionali favorisce lo sviluppo di un'attività industriale che altrimenti, nei Paesi poveri, sarebbe impossibile.
• I vertici di queste imprese, infatti, rimangono nelle mani di dirigenti interni e le forze di lavoro locali sono ridotte ai livelli più bassi della gerarchia lavorativa e alla manovalanza.
• Certamente vi è un considerevole apporto di lavoro che favorisce l'aumento dell'occupazione, ma molto spesso ci si trova di fronte alle sfruttamento dei lavoratori.
• Spesso si crea una dipendenza economica del Paese più debole rispetto a quello più evoluto, dipendenza che può diventare politica, data la fragilità dei Governi locali e il supporto che le imprese multinazionali ottengono dai loro Governi nazionali: si parla, in questo senso, di neocolonialismo.

In conclusione, si può affermare che le multinazionali sono per il momento lontane dall'essere un elemento di supporto per lo sviluppo delle economie più deboli, proprio perché sono improntate alla logica dell’espansione e del profitto e non realizzano quel passaggio di tecnologie e conoscenze che potrebbe avviare nei Paesi in via di sviluppo un decollo economico finora mai realizzato.

L'oligopolio delle multinazionali

Le imprese multinazionali si espandono, oltre che nei Paesi poveri, anche in quelli ricchi, a danno delle imprese più piccole che hanno minore capacità competitiva.
Si vengono così a formare situazioni di oligopolio, in cui le imprese concorrenti sono caratterizzate dal fatto di avere dimensioni estremamente ampie e di operare in un mercato a dimensione mondiale.

La struttura delle multinazionali

La struttura delle multinazionali corrisponde a quella delle holding trust e consente a queste imprese un'espansione territoriale capillare.
• Nelle holding più imprese si trovano sotto il controllo di una sola società, denominata "società madre", che “tiene le fila" di tutto il gruppo, decide le strategie operative e gli investimenti da effettuare, determina i prezzi da praticare e sceglie i mercati in cui operare.

Le joint venture

La joint venture è un contratto con cui più imprese si impegnano a collaborare alla realizzazione di un piano di investimenti, mettendo in comune i propri patrimoni tecnici aziendali e suddividendosi i rischi dell'operazione.
• Questo modello contrattuale viene adottato soprattutto nei Paesi in via di sviluppo che hanno modo di dare avvio a programmi imprenditoriali collaborando con grandi imprese straniere.

L'internazionalizzazione delle imprese

Il nuovo contesto economico che si è determinato con la globalizzazione ha spinto le imprese a organizzarsi in modo da diffondersi sui mercati internazionali, dando vita alla cosiddetta internazionalizzazione.
• Per internazionalizzazione si intende il fenomeno attraverso cui la imprese operano allo scopo di ampliare i propri rapporti con altre imprese, con consumatori e con istituzioni che operano sui mercati esteri.

I caratteri dell'internazionalizzazione

Le imprese, diventando internazionali, possono vendere i propri prodotti all'estero, comprare da fornitori stranieri, gestire la produzione interamente in altri Paesi, trovare fonti di finanziamento in mercati esteri.

Le fasi dell'internazionalizzazione

1. Inizialmente le imprese che intendono espandersi a livello internazionale studiano i mercati esteri attraverso indagini di mercato.
2. Successivamente procedono alla penetrazione dei mercati esteri di interesse, stabilendo in loco filiali commerciali e realizzando accordi e joint venture con altre imprese.
3. Il passo successivo è quello di procedere a investimenti diretti esteri, che possono avvenire costituendo nuove realtà produttive (greenfield investment) o acquisendo partecipazioni azionarie in società già presenti in quei mercati (brownfield investment).

Gli intermediari internazionali

Le operazioni di internazionalizzazione delle imprese sono favorite dall'attività di intermediari, che mettono in collegamento i produttori di uno Stato con i compratori di Paesi esteri. Tra questi rientrano:
• il buyer, soggetto che risiede in un Paese estero e opera per conto di determinate imprese al fine di attivare contatti con investitori interessati;
• il broker, la cui attività consiste nel favorire i contatti tra il produttore e i potenziali compratori stranieri, operando sia sulle esportazioni sia sulle importazioni;
• l'export management company, società commerciale che rappresenta all'estero determinati produttori, fornendo consulenze e svolgendo attività di analisi di mercato;
• la trading company, società di grandi dimensioni che vende a compratori internazionali prodotti di imprese di un determinato Stato.

I contratti maggiormente utilizzati

1. Il licensing è il contratto con cui un'impresa (licensor) di un determinato Stato riconosce a soggetto (licensee) di un altro Paese il diritto di utilizzare specifici prodotti di una proprietà. In cambio il licensee si impegna a svolgere determinate azioni di sviluppo nel mercato interno e a pagare compensi legati ai risultati ottenuti (royalties).
2. Con il franchising, invece, un'impresa (franchisor) che intende operare su un mercato estero concede a una o più imprese straniere (franchisee) il diritto di usare la propria organizzazione commerciale; il franchisee paga, oltre a un canone iniziale forfettario, le royalties in percentuale del volume di affari.
3. Il contratto di produzione comporta invece che un'impresa affidi al produttore di un altro Paese una determinata produzione destinata alla vendita nello Stato in cui viene realizzata, o anche in altre zone, riservandosi il diritto al controllo sul marketing e sulla distribuzione.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principali caratteri della globalizzazione?
  2. La globalizzazione è caratterizzata dalla formazione di un unico mercato mondiale, basato su uno spazio omogeneo, la rapidità delle comunicazioni, l'eliminazione di barriere e il superamento dei confini politici tra gli Stati.

  3. Quali sono i presupposti storici che hanno favorito l'avvio della globalizzazione?
  4. I presupposti storici includono la terza rivoluzione industriale, l'evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni, la mondializzazione del mercato e della politica, e la fine della guerra fredda.

  5. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione per i Paesi poveri?
  6. I vantaggi includono lo sviluppo di attività industriali e l'aumento dell'occupazione, mentre gli svantaggi comprendono lo sfruttamento dei lavoratori e la dipendenza economica e politica dai Paesi più evoluti.

  7. Come influisce la globalizzazione sull'ambiente?
  8. La globalizzazione contribuisce ai cambiamenti climatici e all'effetto serra, aumentando le emissioni di gas a causa del trasporto globale di merci e diffondendo prodotti e tecnologie dannosi per l'ambiente.

  9. Qual è il ruolo delle multinazionali nel contesto della globalizzazione?
  10. Le multinazionali si espandono a livello globale, riducendo i costi del lavoro e beneficiando di condizioni fiscali vantaggiose, ma possono anche creare situazioni di oligopolio e dipendenza economica nei Paesi in via di sviluppo.

Domande e risposte