Concetti Chiave
- Il mercantilismo considera la ricchezza di uno stato basata su moneta e metalli preziosi, promuovendo politiche nazionaliste e protezioniste legate al commercio estero.
- La fisiocrazia, sviluppatasi in Francia, sostiene che solo l'agricoltura accresce la ricchezza, favorendo il libero scambio e l'esportazione di prodotti agricoli.
- L'economia classica, fondata da Adam Smith e David Ricardo, attribuisce il valore di un bene alla quantità di lavoro necessaria per produrlo, influenzando successivamente il pensiero di Karl Marx.
- Il marginalismo enfatizza l'utilità come determinante del valore di un bene, basando il rapporto di scambio sulle preferenze dei consumatori piuttosto che sul lavoro.
- La teoria keynesiana postula l'interdipendenza tra consumi, investimenti e offerta monetaria, con lo Stato che assicura la piena occupazione attraverso la redistribuzione dei redditi.
Le dottrine economiche
La scienza economica ha come oggetto lo studio dei comportamenti dell’uomo che ha come obiettivo la formazione della ricchezza e, come disciplina autonoma, è nata in concomitanza con le scoperte geografiche e la formazione dei grandi imperi coloniali. I contributi più significativi alla scienza economica sono stati portati da alcune teorie economiche. Le più importanti sono: il mercantilismo, la fisiocrazia, la scuola classica, il marginalismo, il capitalismo, il collettivismo, la teoria keynesiana, l’economia mista.• Il mercantilismo si è sviluppato tra la fine del XVI e la prima metà del XVIII secolo. Secondo questa teoria, la ricchezza dello stato e è costituita dalla moneta e dai metalli preziosi posseduti. Per questo motivo il mercantilismo può essere considerato la base delle politiche nazionaliste e protezioniste perché la ricchezza poteva essere acquisita solo col commercio estero.
• La fisiocrazia si è sviluppata in Francia nella seconda metà del XVIII secolo. IL massimo esponente è stato François Quesnay. Secondo tale teoria, solo l’agricoltura è in gradi di accrescere la ricchezza di una nazione. Sulla base di questa teoria, i fisiocrati auspicavano la politica commerciale del libero scambio e l’esportazione delle derrate alimentari.
• Per economia classica si intendono tutti quei concetti economici che, a partire dalla Rivoluzione industriale del XVIII secolo hanno costituito le basi del capitalismo nascente. I principali esponenti sono Adam Smith e David Ricardo, secondo i quali il valore di un bene deriva dalla quantità di lavoro necessaria per produrlo. Questa impostazione sarà ripresa più tardi da Karl Marx.
• Il Marginalismo si è sviluppato soprattutto nell’ultimo trentennio del XIX secolo. La teoria si base sul concetto che il valore di un bene è coincidente con la sua utilità; pertanto il rapporto di scambio di un bene è principalmente determinato dalle preferenze dei consumatori, anziché dal lavoro necessario per produrlo.
• Il capitalismo sostiene un sistema economico-sociale in cui i mezzi di produzione appartengono a privati e in cui vige separazione tra la classe dei capitalisti-proprietari e quella dei lavoratori. Il lavoro assume la forma generalizzata di lavoro salariato che si acquista e si vende come forza produttiva o forza-lavoro in base alle ore di lavoro o delle quantità prodotte. Con il capitalismo scompare il lavoro sotto forma indipendente o semi indipendente. Questa tendenza si espande fortemente quando alla teoria mercantilista si aggiunge l’uso delle macchine con risparmio della manodopera.
• La teoria keynesiana nasce dopo la Prima guerra mondiale per opera dell’economista inglese J.M. Keynes. Secondo questa teoria, i consumi, i risparmi, gli investimenti, il reddito e l’offerta monetaria da parte dello Stato sono in un rapporto di reciproca dipendenza. Per questo, lo Stato è tenuto ad assicurare la piena occupazione, ridistribuendo i redditi per aumentare il potere di acquisto dei consumatori.
• L’economia mista, adottata da molti paesi industrializzati come l’Italia, ha elementi in comune con il capitalismo e con il sistema collettivistico e trae anche spunti dalla teoria keynesiana. In essa convivono forme di proprietà privata e pubblica dei mezzi di produzione le quali, a volte, operano in regime di concorrenza oppure in regime di sostituzione se lo Stato ritiene utile mantenere l’esclusiva dell’erogazione di certi servizi o se le imprese private non hanno convenienza a garantire un servizio pubblici
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale della scienza economica?
- Quali sono le caratteristiche principali del mercantilismo?
- In che modo la fisiocrazia differisce dal mercantilismo?
- Qual è il contributo principale della teoria keynesiana all'economia?
- Come si caratterizza l'economia mista?
La scienza economica studia i comportamenti dell'uomo volti alla formazione della ricchezza, ed è emersa come disciplina autonoma con le scoperte geografiche e la formazione degli imperi coloniali.
Il mercantilismo, sviluppatosi tra il XVI e il XVIII secolo, considera la ricchezza di uno stato basata su moneta e metalli preziosi, promuovendo politiche nazionaliste e protezioniste attraverso il commercio estero.
La fisiocrazia, sviluppata in Francia nel XVIII secolo, sostiene che solo l'agricoltura può accrescere la ricchezza di una nazione, promuovendo il libero scambio e l'esportazione di derrate alimentari, a differenza del mercantilismo che si concentra su moneta e metalli preziosi.
La teoria keynesiana, sviluppata da J.M. Keynes dopo la Prima guerra mondiale, sottolinea la reciproca dipendenza tra consumi, risparmi, investimenti, reddito e offerta monetaria, e sostiene che lo Stato debba garantire la piena occupazione e ridistribuire i redditi.
L'economia mista combina elementi del capitalismo e del collettivismo, integrando anche aspetti della teoria keynesiana, con la coesistenza di proprietà privata e pubblica dei mezzi di produzione, operando in concorrenza o sostituzione a seconda delle necessità statali.