Concetti Chiave
- La teoria delle località centrali di Christaller analizza la distribuzione degli insediamenti urbani in funzione di una logica economica generale, non casuale.
- Il modello presuppone un territorio isotropo e isomorfo, con una distribuzione uniforme della popolazione e delle città a distanze regolari.
- Introduce i concetti di soglia e portata per spiegare la formazione e il posizionamento dei centri urbani rispetto ai servizi offerti.
- La disposizione delle città segue una struttura esagonale per ottimizzare la copertura del territorio senza sovrapposizioni eccessive tra centri.
- Gli squilibri nella crescita urbana sono legati ai processi di agglomerazione, che favoriscono la concentrazione delle attività economiche in determinate aree.
Il nucleo forte della teoria è rappresentato:
1. dallo studio delle leggi che governano la distribuzione degli insediamenti e delle città all’interno di uno spazio geografico;
2.
Con il suo studio, Christaller constata che la distribuzione e la concentrazione degli insediamenti sul territorio sono fortemente eterogenee e che questa differenza tra centri urbani non è conseguenza di un fatto occasionale e fortuito, ma l’espressione locale di una logica economica generale,operante in modo uniforme sul territorio.
Gli assunti alla base del modello delle località centrali sono:
• Superficie isotropica uniforme.
• La popolazione è distribuita in maniera uniforme nello spazio indifferenziato.
• Ciascuna città abitata ha la stessa quantità di popolazione.
• Gli agenti economici hanno un comportamento razionale:minimizzazione dei costi totali per il consumatore e massimizzazione dei profitti per i produttori.
• Gli spostamenti dei consumatori sono ridotti al minimo
• Beni e servizi acquistati nel centro più vicino.
• Ogni punto della superficie è servito da una località centrale.
• Assenza di profitti eccedenti
Il modello di Christaller parte dal presupposto di un territorio isotropo e isomorfo in cui i centri urbani si dispongono a distanze regolari; in una situazione di concorrenza perfetta il prezzo effettivo risulta il prezzo stabilito dal mercato più il costo del trasporto che il consumatore deve sostenere per raggiungere il punto di vendita. Si introducono poi i concetti di soglia (distanza corrispondente al numero minimo di utenti necessario affinché i fornitori di beni e servizi operino in modo da ottenere un certo margine di profitto) e di portata (distanza massima che un cliente è disposto a percorrere per accedere a un bene o servizio offerti dalla località centrale).
Dunque, superate la portata dei singoli servizi di un centro si formerebbe un altro centro e così via, dapprima la struttura del territorio sarebbe formata da cerchi continui concentrici per via via modificarsi in una struttura continua di esagoni per evitare di lasciare zone scoperte o servite da più centri, riducendo così il ricavo dei fornitori di beni o servizi. Tale equilibrio è di difficile raggiungimento e si creano squilibri, per cui vi sono città che si estendono o crescono enormemente di importanza rispetto ad altre, creando attorno a se vaste zone con poche o nessuna città. Tali fenomeni di squilibrio sono determinati soprattutto dai processi di agglomerazione, dovuti al fatto che le attività economiche hanno dei vantaggi a localizzarsi le une vicino alle altre; ciò accelera la crescita delle città, sovente a scapito delle aree dove non esistono economie di agglomerazione.
Domande da interrogazione
- Qual è il nucleo centrale della teoria delle località centrali di Christaller?
- Quali sono gli assunti principali del modello delle località centrali?
- Come si formano i centri urbani secondo il modello di Christaller?
- Quali fenomeni di squilibrio possono verificarsi secondo la teoria di Christaller?
Il nucleo centrale della teoria di Christaller riguarda lo studio delle leggi che governano la distribuzione degli insediamenti e delle città all'interno di uno spazio geografico, cercando di capire se seguono una logica razionale o casuale.
Gli assunti principali includono una superficie isotropica uniforme, una distribuzione uniforme della popolazione, comportamento razionale degli agenti economici, minimizzazione degli spostamenti dei consumatori, e assenza di profitti eccedenti.
I centri urbani si formano a distanze regolari in un territorio isotropo, con la creazione di nuovi centri quando la portata dei servizi di un centro esistente viene superata, evolvendo da cerchi concentrici a una struttura di esagoni per ottimizzare la copertura del territorio.
Gli squilibri si verificano quando alcune città crescono enormemente di importanza rispetto ad altre, creando vaste zone con poche o nessuna città, principalmente a causa dei processi di agglomerazione che favoriscono la crescita delle città a scapito delle aree senza economie di agglomerazione.