Concetti Chiave
- Il costo complessivo include tutti i costi monetari per produzione e trasformazione, calcolabile tramite costi fissi e variabili o costi speciali e generali.
- Il prezzo di vendita deve superare il costo complessivo per generare un utile, influenzato da concorrenza, target, crisi economica, inflazione e costi alti.
- I costi speciali sono direttamente attribuibili alla produzione, mentre i costi generali coprono attività aziendali complessive come tasse e servizi.
- Il costo economico tecnico (c.e.t.) aggiunge al costo complessivo gli oneri figurativi, come interessi sul capitale e compenso imprenditoriale.
- Se il prezzo di vendita supera il c.e.t., l'imprenditore remunera tutti i fattori produttivi e ottiene un surplus di utile.
1) costi fissi unitari + costi variabili unitari
2) costi speciali unitari + quota costi generali
Se il prezzo di vendita risulta superiore al costo complessivo avremo un utile che può variare a seconda di:
- concorrenza;
- target di clientela;
- crisi economica;
- inflazione;
- costo complessivo alto.
Il prezzo di vendita è l’elemento strategico di un’azienda sul mercato per vincere la concorrenza e rispondere alle esigenze della clientela e alle esigenze interne aziendali. I costi speciali sono direttamente imputabili a quella produzione e possono essere sia fissi che variabili. I costi generali invece sono costi che l’azienda sopporta per lo svolgimento corretto della sua attività produttiva nel complesso. Sono classificati in costi generali: le tasse, le imposte, il personale dirigenziale, i servizi per l’allaccio al telefono luce gas e acqua. Per ripartire correttamente i costi indiretti bisogna: suddividere i costi in categorie omogenee e facilmente individuabili; scegliere il parametro di imputazione (imputazione a base unica o multipla); calcolare il criterio di proporzione. I costi generali subisco un criterio di ripartizione su base unica: costi speciali, costo manodopera diretta specifica, ricavi in proporzione, costi materie utilizzate, le quantità prodotte, il costo primo. Il prezzo di vendita va stabilito in base al livello minimo di imputazione del costo complessivo, dopo aver aggiunto al costo complessivo, la quota di utile che l’imprenditore si è prefissato, e l’aliquota IVA del 10% che va versata al fisco. Se il prezzo è inferiore al costo complessivo non solo l’imprenditore non ottiene un utile, ma nemmeno riesce a recuperare tutti i costi subendo una perdita; il prezzo è uguale al costo complessivo si ha la copertura dei costi ma l’imprenditore rinuncia a una quota di utile; il prezzo è superiore al costo complessivo si ottiene un’utile coprendo tutti i costi sostenuti.
Domande da interrogazione
- Quali sono le due formule per calcolare il costo complessivo di un'azienda?
- Qual è l'importanza del prezzo di vendita per un'azienda?
- Cosa sono gli oneri figurativi nel contesto del costo economico tecnico (c.e.t.)?
- Cosa accade se il prezzo di vendita è uguale al costo economico tecnico (c.e.t.)?
- Quali sono i fattori che possono influenzare l'utile di un'azienda?
Il costo complessivo può essere calcolato con due formule: 1) costi fissi unitari + costi variabili unitari, e 2) costi speciali unitari + quota costi generali.
Il prezzo di vendita è un elemento strategico per vincere la concorrenza e rispondere alle esigenze della clientela e interne aziendali, determinando l'utile o la perdita.
Gli oneri figurativi includono interessi di computo sul capitale investito, affitti risparmiati, compenso per l'opera dell'imprenditore e la remunerazione del rischio d'impresa.
Se il prezzo di vendita è uguale al c.e.t., c'è un utile poiché sono coperti tutti gli oneri figurativi, remunerando tutti i fattori produttivi senza perdite.
L'utile può variare a seconda della concorrenza, del target di clientela, della crisi economica, dell'inflazione e del costo complessivo alto.