-dille-
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Mies van der Rohe iniziò la carriera con influenze neoclassiche ed espressioniste, evidenti nei suoi progetti teorici per grattacieli in vetro.
  • Partecipò alla Deutsche Werkbund e alla seconda esposizione di Stoccarda nel 1927, collaborando con architetti come Taut e Scharcut.
  • Realizzò l'Edificio a stecca, progettato per ospitare persone delle periferie, con un design moderno e funzionale.
  • Il Padiglione di Barcellona, costruito nel 1929, esemplifica il motto "less is more" con il suo design pulito e uso di materiali come travertino e vetro.
  • La Villa Tugendhat a Brno, caratterizzata da interni ed esterni integrati, include una scultura centrale e una piccola serra.

Mies van der Rohe, Ludwig – Primi progetti

All'inizio della sua carriera si notano diverse influenze neoclassiche ma anche espressioniste. Tra i primi progetti si riscontrano i “Due progetti per grattacieli in vetro”, in realtà concretizzati solo in via teorica su carta, al tempo infatti non aveva ancora conquistato la laurea in architettura e inoltre non avevano un committente vero e proprio, qui la matrice espressionista si nota principalmente nella piane frastagliate e utilizzo del vetro.
Nella sua carriera lavorò anche nell'ambito della Deutsche Werkbund, partecipando anche alla seconda esposizione che venne organizzata a Stoccarda nel 1927. In questa occasione ebbe l'opportunità di collaborare con diversi grandi dell'architettura tra cui Taut e Scharcut, quest'ultimo in particolare è conosciuto per aver realizzato la filarmonica di Berlino. Nonostante fossero personaggi diversi con stili differenti, le influenze sono abbastanza simili e quindi il risultato finale appare coerente con il linguaggio moderno fatto da finestre, linee dritte e tetti piatti. Mies van der Rohe in particolare si dedicò alla realizzazione di “Edificio a stecca”, una struttura lunga che aveva lo scopo di ospitare diverse persone e quindi era dedicata ai ceti più umili che abitavano le periferie. In seguito, mentre si addentrava sempre di più nel mondo dell'architettura realizzò tre capolavori:
  1. “Padiglione di Barcellona”: nel 1929 venne creato per l’Esposizione Internazionali e poi venne ricostruito nel 1986. Il tutto appare estremamente pulito e geometrico, si notano in particolare otto pilastri uniti alle pareti invece molto sottili e lunghe e per questo non c’è una vera e propria chiusura. Una forte novità è concretizzata dalla sopraelevazione della struttura, quasi ispirandosi ad un un tempio greco ma con influenza dell’arte di Van Doesburg. Qui comincia a notarsi il motto che dominerà tutta la sua carriera architettonica futura, ovvero “less is more”, particolarmente evidente nei materiali che ritorneranno anche in progetti futuri, quindi il travertino, l'onice e il vetro.
  2. “Villa Tugendhat”: venne realizzata a Brno, nella Repubblica Ceca. Fondamentale è una scala che conduce ad un salone di forte impatto classico, al centro venne infatti posizionata una scultura realizzata da un suo amico. Anche in questo caso interni ed esterni si mescolano grazie a materiali come il vetro delle finestre, forte novità è anche data dalla presenza di una piccola serra.
  3. A Berlino nel 1931 si tenne la "Mostra delle costruzioni" e per questa occasione lui realizzò una casa in cui i muri portanti non esistono, grazie alla presenza di pilastri in cemento.

Domande da interrogazione

  1. Quali influenze si notano nei primi progetti di Mies van der Rohe?
  2. Nei primi progetti di Mies van der Rohe si notano influenze neoclassiche ed espressioniste, evidenti nei "Due progetti per grattacieli in vetro" con piani frastagliati e uso del vetro.

  3. Qual è stato il contributo di Mies van der Rohe alla seconda esposizione della Deutsche Werkbund a Stoccarda nel 1927?
  4. Mies van der Rohe partecipò alla seconda esposizione della Deutsche Werkbund a Stoccarda nel 1927, collaborando con architetti come Taut e Scharcut, contribuendo con l'"Edificio a stecca" destinato ai ceti più umili.

  5. Quali sono i tre capolavori realizzati da Mies van der Rohe e quali sono le loro caratteristiche principali?
  6. I tre capolavori di Mies van der Rohe sono il "Padiglione di Barcellona", la "Villa Tugendhat" e una casa per la "Mostra delle costruzioni" a Berlino. Il Padiglione è noto per la sua pulizia geometrica e materiali come travertino e vetro; la Villa Tugendhat per la scala e la serra; la casa di Berlino per l'assenza di muri portanti grazie ai pilastri in cemento.

  7. Qual è il motto che caratterizza la carriera architettonica di Mies van der Rohe e come si manifesta nei suoi progetti?
  8. Il motto "less is more" caratterizza la carriera di Mies van der Rohe, manifestandosi nella semplicità e pulizia dei suoi progetti, come nel "Padiglione di Barcellona" con l'uso di materiali come travertino, onice e vetro.

Domande e risposte