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Diritto urbanistico
Branca del diritto amministrativo che regola la facoltà di edificare, in esso rientrano le materie:
• Attività edilizia: costruzione di manufatti destinati a soddisfare bisogni abitativi o produttivi.
• Urbanistica: Disciplina che si occupa di uniformare e chiarire l’assetto degli insediamenti edilizi nel territorio nazionale. Rientra fra le materie attribuite alla podestà legislativa (può emanare le sue leggi urbanistiche ispirandosi ai principi fondamentali determinati dallo Stato) ed amministrativa (emanazione di atti amministrativi) delle Regioni, quindi esse possono emanare delle nuove norme nei limiti stabiliti dallo Stato.
Pianificazione urbanistica
Ha lo scopo di correggere i fenomeni causati dal continuo movimento all’origine della produzione e degli scambi. Fasi:
1. Studio dell’oggetto singolo e nell’insieme.
2. Analisi dei bisogni concreti e degli scopi raggiungibili.
3. Criteri e strumenti per attuare la trasformazione.
Tale costituisce il principale strumento di controllo, con lo scopo di determinare l’assetto e l’incremento edilizio nei centri abitativi e lo sviluppo generale del territorio.
Leggi principali
• Art. 42 Costituzione: la proprietà può essere pubblica o privata, quest’ultima è riconosciuta dallo Stato.
• 1150/42: assetto e incremento edilizio nei centri abitativi e lo sviluppo generale del territorio. Ciò implica un maggior controllo, tale è affidato al Ministero dei lavori pubblici. Il proprietario inoltre è obbligato ad ottenere dal Comune la licenza edilizia per le opere di urbanizzazione primaria. Tale legge prevede due piani di pianificazione:
1. Pianificazione direttive (1° livello): ha lo scopo di fornire le direttive generali, per ampie porzioni di terreno, a cui devono ispirarsi i piani urbanistici di 2° livello.
2. Pianificazione di attuazione (2° livello): è di competenza comunale e riguardai singoli aggregati urbani.
• 167/62: Realizzare piani per l’edilizia economica popolare (P.E.E.P.) per alloggi di edilizia convenzionata.
• 765/67 (Ponte): impone:
1. Obbligo di licenza edilizia a tutto il Comune.
2. Limite dell’indice di edificabilità.
3. Definisce le opere di urbanizzazione primaria.
4. Seguire le norme di salvaguardia.
• 10/77 (Bucalossi): viene sostituita la licenza edilizia con la concessione onerosa (o edilizia) e vengono redatti programmi pluriennali d’attuazione.
• 457/78: modifica la legge Bucalossi definendo:
1. Categoria intervento edilizio sulle costruzioni.
2. Zone di degrado.
3. Autorizzazione da parte del Sindaco o dalla concessione edilizia.
• 47/85 (Condono edilizio): sanzioni, amministrative, civili o penali, per fabbricati abusivi.
• 308/01 (Testo unico in materia di diritto): riduce gli atti che permettono di costruire, riducendoli a Permesso di costruire e Denuncia di inizio attività, e snellisce la procedura per il rilascio del permesso di costruire.
_Permesso di costruire: individua gli interventi da sottoporre al previo rilascio del permesso di costruire, attraverso:
1. Interventi di nuova costruzione.
2. Interventi di ristrutturazione edilizia.
3. Interventi di ristrutturazione urbanistica.
_Denuncia inizio attività (662/96): denuncia da rappresentare, assieme ad elaborati progettuali, relazioni e indicazione del nome dell’impresa, almeno 30 giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori. L’amministrazione, ricevuta la denuncia, verifica la sussistenza dei requisiti e dei presupposti normativi; successivamente il responsabile dell’Ufficio Comunale, in assenza di una o più condizioni, notifica all’interessato di non effettuare l’intervento.
Piani urbanistici
Essi si dividono in:
1. GENERALI: riguardano l sistemazione generale del territorio:
• Regionali: strumenti di coordinamento dell’attività. Necessitano di tavole (planimetrie), relazioni e regolamenti esecutivi.
• Paesaggistici: salvaguardia e conservazione della natura e del paesaggio.
• Provinciale: sono per esempio la sistemazione idrica, il consolidamento del suolo e la determinazione delle aree adibite a parchi o riserve.
• Intercomunali: si tratta di più Comuni.
• Comunali: PRG: atto di natura amministrativa di facoltà del Comune ed approvato dalle Regioni. Esso assicura la miglior composizione e futura configurazione urbanistica definendo il come si può e si deve trasformare il territorio comunale. Passaggi:
• Elaborazione del piano.
• Delibera adozione.
• Pubblicazione.
• Delibera Consiglio Comunale.
• Presentazione.
• Approvazione.
• Pubblicazione.
Possiamo determinare due fasi a livello storico:
1. Fine guerra – anni ’70: periodo di espansione in modo coerente mediante la classificazione del suolo e la creazione di tracciati stradali.
2. Anni ’70 – Oggi: al rallentamento della fase edilizia ne consegue una riqualificazione delle strutture esistenti.
I problemi di attuazione del piano sono dovuti al rapporto piano-mercato edilizio (a causa del rapporto di interessi tra pubblici e privati, questi ultimi cercano migliorare il beneficio della collettività e minimizzano le gli inconvenienti dei privati ma non essendo sempre possibile si rallenta il sistema) ed alla gestione (a causa della mala gestione, dei problemi finanziari e delle continue variazioni ai piani).
I piani di rinnovo urbano si strutturano in:
1. Analisi preliminari.
2. Planimetria, compresa di previsioni.
3. Norme di attuazione, per precisale le modalità di attuazione.
4. Relazioni esplicative, per approfondire le prime tre fasi.
Programma di fabbricazione: minimo di disciplina per un ordinato sviluppo.
2. Esecutivi:
• Piani particolareggiati esecuzione: precisa gli elementi che riguardano i dettagli esecutivi di una particolare area.
• Piani lottizzazione convenzionata: precisa gli interventi edificatori ed urbanizzativi previsti sul territorio in espansione.
• Piani edilizia economica e popolare: per l’acquisizione delle aree edificabili per l’edilizia economica popolare.
• Piani insediamenti produttivi: assetto e delimitazioni per aree ed insediamenti produttivi.
• Piani di recupero patrimonio edificio esistente: individua le zone nelle quali è necessario il recupero del patrimonio edilizio esistente prevedendo per essi un nuovo strumento edilizio (piani di recupero).
• Programmi pluriennali d’attuazione: definiscono i tempi per la realizzazione di quanto disposto nel PRG, stabilendo un ordine di esecuzione.
Standard urbanistici
Nati per evitare l’uso irrazionale del territorio, essi sono limiti inderogabili di densità edilizia, altezza, distanza tra i fabbricati e di rapporto tra gli insediamenti produttivi e gli spazi pubblici.
Si dividono in:
1. Generali: applicabili a tutta la Nazione (definiti dallo Stato).
2. Speciali: applicabili in determinate zone (definiti dal Ministero dei trasporti e delle infrastrutture).
Le varie zone sono:
• A: centro storico.
• B: area edificata totalmente o parzialmente.
• C: zone di espansione.
• D: impianti industriali.
• E: usi agricoli.
• F: attrezzature ed impianti di interesse generale.
Parametri urbanistici
Sono criteri di calcolo necessari per proporzionare strutture ed infrastrutture di una zona.
Edilizia
L’attività edilizia si basa sulla costruzione di manufatti destinati a soddisfare bisogni abitativi o produttivi. Essa viene
controllata da:
• Permesso di costruire.
• Denuncia inizio attività.
• Piano di costruzione.
• Regolamenti edilizi.
Legislazione speciale in materia edilizia
Essa è costituitala:
• Norme antisismiche.
• Norme su opere in cemento armato.
• Norme su igiene edilizia.
• Norme per la sicurezza degli impianti.
• Norme sulle barriere architettoniche: assicurano l’utilizzo di tutti gli spazi ed edifici da parte dei portatori di handicap, non che di eliminare qualsiasi barriera architettonica attraverso l’abbattimento di scale, l’installazione di ascensori, …
L’edilizia residenziale
Per garantire ai cittadini il diritto alla casa lo Stato è intervenuto con dei provvedimenti legislativi, al fine di incrementare l’edilizia pubblica.
Regolamenti edilizi
Disciplinano le caratteristiche di crescita degli agglomerati urbani, sono considerati solo assieme al programma di fabbricazione e sono complementari alla disciplina urbanistica (non sostitutivo!!). Essi si dividono in:
• Norme di procedura.
• Norme di carattere urbanistico.
• Norme di carattere igienico-sanitario.
I procedimenti da seguire sono:
1. Predisposizione del progetto.
2. Esame e delibera d’adozione.
3. Pubblicazione all’Albo pretorio.
4. Approvazione.
5. Pubblicazione all’Albo Comune.
6. Deposito.
Parametri edilizi
Criteri di calcolo e dimensionamento di un intervento edilizio.
Piano strutturale comunale (psc)
Piano strutturale che fornisce indirizzi per trasformazioni che saranno poi attuate da altri strumenti. E’ costituito da:
• Relazione illustrativa: descrive le scelte strategiche, i criteri guida e le forme d’attuazione del piano.
• Quadro normativo: organizza dal punto di vista normativo i contenuti.
• Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale: individua le condizioni necessarie per garantire la sostenibilità ambientale e territoriale del PSC.
• Quadro conoscitivo: descrive e valuta la composizione del territorio urbano.
• 3 serie di tavole: “Figure della ristrutturazione”, “Strategia per la qualità” e “Regole”.
Regolamento edilizio urbanistico (RUE)
Strumento di pianificazione urbano comunale, a tempo indeterminato, al quale compete la disciplina generale delle parti del territorio urbano strutturato e del territorio rurale. Esso specifica usi e modi di intervento sul patrimonio edilizio esistente, definisce la disciplina degli oneri di urbanizzazione, del costo di costruzione e della modalità di monetizzazione delle dotazioni territoriali.
Piano operativo comunale (POC)
Disciplina le parti del territorio da sottoporre ad interventi di modifica sostanziale, interventi di tutela, recupero, valorizzazione, localizzazione delle opere e dei servizi pubblici e delle dotazioni ecologiche di servizi ambientali da realizzare, durata massima di 5 anni.
DIRITTO URBANISTICO
Branca del diritto amministrativo che regola la facoltà di edificare, in esso rientrano le materie:
Attività edilizia: costruzione di manufatti destinati a soddisfare bisogni abitativi o produttivi.
Urbanistica: Disciplina che si occupa di uniformare e chiarire l’assetto degli insediamenti edilizi nel territorio
nazionale. Rientra fra le materie attribuite alla podestà legislativa (può emanare le sue leggi urbanistiche
ispirandosi ai principi fondamentali determinati dallo Stato) ed amministrativa (emanazione di atti
amministrativi) delle Regioni, quindi esse possono emanare delle nuove norme nei limiti stabiliti dallo Stato.
PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Ha lo scopo di correggere i fenomeni causati dal continuo movimento all’origine della produzione e degli scambi. Fasi:
1. Studio dell’oggetto singolo e nell’insieme.
2. Analisi dei bisogni concreti e degli scopi raggiungibili.
3. Criteri e strumenti per attuare la trasformazione.
Tale costituisce il principale strumento di controllo, con lo scopo di determinare l’assetto e l’incremento edilizio nei
centri abitativi e lo sviluppo generale del territorio.
LEGGI PRINCIPALI
Art. 42 Costituzione: la proprietà può essere pubblica o privata, quest’ultima è riconosciuta dallo Stato.
1150/42: assetto e incremento edilizio nei centri abitativi e lo sviluppo generale del territorio. Ciò implica un
maggior controllo, tale è affidato al Ministero dei lavori pubblici. Il proprietario inoltre è obbligato ad ottenere
dal Comune la licenza edilizia per le opere di urbanizzazione primaria. Tale legge prevede due piani di
pianificazione:
1. Pianificazione direttive (1° livello): ha lo scopo di fornire le direttive generali, per ampie porzioni di
terreno, a cui devono ispirarsi i piani urbanistici di 2° livello.
2. Pianificazione di attuazione (2° livello): è di competenza comunale e riguardai singoli aggregati
urbani.
167/62: Realizzare piani per l’edilizia economica popolare (P.E.E.P.) per alloggi di edilizia convenzionata.
765/67 (Ponte): impone:
1. Obbligo di licenza edilizia a tutto il Comune.
2. Limite dell’indice di edificabilità.
3. Definisce le opere di urbanizzazione primaria.
4. Seguire le norme di salvaguardia.
10/77 (Bucalossi): viene sostituita la licenza edilizia con la concessione onerosa (o edilizia) e vengono redatti
programmi pluriennali d’attuazione.
457/78: modifica la legge Bucalossi definendo:
1. Categoria intervento edilizio sulle costruzioni.
2. Zone di degrado.
3. Autorizzazione da parte del Sindaco o dalla concessione edilizia.
47/85 (Condono edilizio): sanzioni, amministrative, civili o penali, per fabbricati abusivi.
308/01 (Testo unico in materia di diritto): riduce gli atti che permettono di costruire, riducendoli a Permesso
di costruire e Denuncia di inizio attività, e snellisce la procedura per il rilascio del permesso di costruire.
_Permesso di costruire: individua gli interventi da sottoporre al previo rilascio del permesso di costruire,
attraverso:
1. Interventi di nuova costruzione.
2. Interventi di ristrutturazione edilizia.
3. Interventi di ristrutturazione urbanistica.
_Denuncia inizio attività (662/96): denuncia da rappresentare, assieme ad elaborati progettuali, relazioni e
indicazione del nome dell’impresa, almeno 30 giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori. L’amministrazione,
ricevuta la denuncia, verifica la sussistenza dei requisiti e dei presupposti normativi; successivamente il
responsabile dell’Ufficio Comunale, in assenza di una o più condizioni, notifica all’interessato di non
effettuare l’intervento.
PIANI URBANISTICI
Essi si dividono in:
1. GENERALI: riguardano l sistemazione generale del territorio:
Regionali: strumenti di coordinamento dell’attività. Necessitano di tavole (planimetrie), relazioni e
regolamenti esecutivi.
Paesaggistici: salvaguardia e conservazione della natura e del paesaggio.
Provinciale: sono per esempio la sistemazione idrica, il consolidamento del suolo e la determinazione delle
aree adibite a parchi o riserve.
Intercomunali: si tratta di più Comuni.
Comunali: PRG: atto di natura amministrativa di facoltà del Comune ed approvato dalle Regioni. Esso
assicura la miglior composizione e futura configurazione urbanistica definendo il come si può e si deve
trasformare il territorio comunale. Passaggi:
Elaborazione del piano.
Delibera adozione.
Pubblicazione.
Delibera Consiglio Comunale.
Presentazione.
Approvazione.
Pubblicazione.
Possiamo determinare due fasi a livello storico:
1. Fine guerra – anni ’70: periodo di espansione in modo coerente mediante la classificazione del
suolo e la creazione di tracciati stradali.
2. Anni ’70 – Oggi: al rallentamento della fase edilizia ne consegue una riqualificazione delle
strutture esistenti.
I problemi di attuazione del piano sono dovuti al rapporto piano-mercato edilizio (a causa del
rapporto di interessi tra pubblici e privati, questi ultimi cercano migliorare il beneficio della
collettività e minimizzano le gli inconvenienti dei privati ma non essendo sempre possibile si
rallenta il sistema) ed alla gestione (a causa della mala gestione, dei problemi finanziari e delle
continue variazioni ai piani).
I piani di rinnovo urbano si strutturano in:
1. Analisi preliminari.
2. Planimetria, compresa di previsioni.
3. Norme di attuazione, per precisale le modalità di attuazione.
4. Relazioni esplicative, per approfondire le prime tre fasi.
Programma di fabbricazione: minimo di disciplina per un ordinato sviluppo.
2. ESECUTIVI:
Piani particolareggiati esecuzione: precisa gli elementi che riguardano i dettagli esecutivi di una
particolare area.
Piani lottizzazione convenzionata: precisa gli interventi edificatori ed urbanizzativi previsti sul
territorio in espansione.
Piani edilizia economica e popolare: per l’acquisizione delle aree edificabili per l’edilizia economica
popolare.
Piani insediamenti produttivi: assetto e delimitazioni per aree ed insediamenti produttivi.
Piani di recupero patrimonio edificio esistente: individua le zone nelle quali è necessario il
recupero del patrimonio edilizio esistente prevedendo per essi un nuovo strumento edilizio (piani di
recupero).
Programmi pluriennali d’attuazione: definiscono i tempi per la realizzazione di quanto disposto nel
PRG, stabilendo un ordine di esecuzione.
STANDARD URBANISTICI
Nati per evitare l’uso irrazionale del territorio, essi sono limiti inderogabili di densità edilizia, altezza, distanza tra i
fabbricati e di rapporto tra gli insediamenti produttivi e gli spazi pubblici.
Si dividono in:
1. Generali: applicabili a tutta la Nazione (definiti dallo Stato).
2. Speciali: applicabili in determinate zone (definiti dal Ministero dei trasporti e delle infrastrutture).
Le varie zone sono:
A: centro storico.
B: area edificata totalmente o parzialmente.
C: zone di espansione.
D: impianti industriali.
E: usi agricoli.
F: attrezzature ed impianti di interesse generale.
PARAMETRI URBANISTICI
Sono criteri di calcolo necessari per proporzionare strutture ed infrastrutture di una zona.
EDILIZIA
L’attività edilizia si basa sulla costruzione di manufatti destinati a soddisfare bisogni abitativi o produttivi. Essa viene
controllata da:
Permesso di costruire.
Denuncia inizio attività.
Piano di costruzione.
Regolamenti edilizi.
LEGISLAZIONE SPECIALE IN MATERIA EDILIZIA
Essa è costituitala:
Norme antisismiche.
Norme su opere in cemento armato.
Norme su igiene edilizia.
Norme per la sicurezza degli impianti.
Norme sulle barriere architettoniche: assicurano l’utilizzo di tutti gli spazi ed edifici da parte dei portatori di
handicap, non che di eliminare qualsiasi barriera architettonica attraverso l’abbattimento di scale,
l’installazione di ascensori, …
L’EDILIZIA RESIDENZIALE
Per garantire ai cittadini il diritto alla casa lo Stato è intervenuto con dei provvedimenti legislativi, al fine di
incrementare l’edilizia pubblica.
REGOLAMENTI EDILIZI
Disciplinano le caratteristiche di crescita degli agglomerati urbani, sono considerati solo assieme al programma di
fabbricazione e sono complementari alla disciplina urbanistica (non sostitutivo!!). Essi si dividono in:
Norme di procedura.
Norme di carattere urbanistico.
Norme di carattere igienico-sanitario.
I procedimenti da seguire sono:
1. Predisposizione del progetto.
2. Esame e delibera d’adozione.
3. Pubblicazione all’Albo pretorio.
4. Approvazione.
5. Pubblicazione all’Albo Comune.
6. Deposito.
PARAMETRI EDILIZI
Criteri di calcolo e dimensionamento di un intervento edilizio.
PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC)
Piano strutturale che fornisce indirizzi per trasformazioni che saranno poi attuate da altri strumenti. E’ costituito da:
Relazione illustrativa: descrive le scelte strategiche, i criteri guida e le forme d’attuazione del piano.
Quadro normativo: organizza dal punto di vista normativo i contenuti.
Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale: individua le condizioni necessarie per garantire la
sostenibilità ambientale e territoriale del PSC.
Quadro conoscitivo: descrive e valuta la composizione del territorio urbano.
3 serie di tavole: “Figure della ristrutturazione”, “Strategia per la qualità” e “Regole”.
REGOLAMENTO EDILIZIO URBANISTICO (RUE)
Strumento di pianificazione urbano comunale, a tempo indeterminato, al quale compete la disciplina generale delle parti
del territorio urbano strutturato e del territorio rurale. Esso specifica usi e modi di intervento sul patrimonio edilizio
esistente, definisce la disciplina degli oneri di urbanizzazione, del costo di costruzione e della modalità di
monetizzazione delle dotazioni territoriali.