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Sintesi
Greco: Sofocle (Antigone)

Filosofia: Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Lo spirito oggettivo)
Estratto del documento

Ella, anzi, è descritta come una ragazza saggia e, addirittura, nell’ “Edipo a

Colono”, accompagna il padre fino al suo triste destino. Nell’ “Antigone”, però, la

ragazza mostra il suo carattere determinato e il suo coraggio. “È stata considerata

un modello della ribellione individuale contro la sopraffazione dello Stato”

(“Antigone e il dono di sé”, a cura di A. M. Belardinelli, G. Greco). Il suo

carattere è ben descritto nei primi 99 versi, in cui Antigone discute con la sorella

Ismene sulla sua scelta.

An: “E’ per me bello morire nel fare questo.

Giacerò amata insieme a chi amo, dopo

aver compiuto un sacro misfatto; poiché

il tempo nel quale è necessario che io

piaccia ai morti è ben più lungo del tempo

a cui debba piacere a quelli di qui.” (vv. 72-75)

Antigone fa valere la legge del sangue e della famiglia ed è disposta ad andare, sola,

contro l’editto emanato dal re, pur sapendo il destino cui andrà incontro.

An: “[…] io procederò ad innalzare la tomba al

fratello carissimo.” (vv. 80-81)

agisce per i legami familiari, che sono un fine

Hegel perciò sostiene che Antigone

etico sostanziale, in quanto la compattezza etica della famiglia è oggettivazione

della razionalità e concorre a fondare lo Stato.

-Creonte rappresenta, invece, la legge della città, colui che difende la pòlis dai

nemici e da coloro che si rifiutano di sottostare ai suoi proclami.

Cr: “Dal momento che io l’ho sorpresa apertamente

che disubbidiva lei sola fra tutti i cittadini, io

non mi presenterò falso di fronte alla città, ma

la farò uccidere.” (vv. 655-658)

Nel discorso con il figlio Emone ( Terzo episodio), Creonte espone la sua concezione

del governo. Cr: “Non c’è un male peggiore dell’anarchia.

Questa manda in rovina le città, sempre

lei rende le case devastate, sempre lei

distrugge le fila degli alleati; invece

l’obbedienza protegge la maggior parte

dei vincitori.” (vv. 672-676)

Creonte potrebbe apparire, inizialmente, come un tiranno meschino, la cui figura

sarebbe utile solo per evidenziare l’eroicità di Antigone. Hegel, invece, nota che egli

rappresenta la forma artistica di un valore altissimo per il filosofo: lo Stato ed il

diritto. Il fatto che nella sua determinazione artistica possa apparire riprovevole non

implica la giustificazione del suo agire: essa è il bene dello Stato, un fine etico che è

essenziale in quanto lo Stato è la manifestazione dello spirito in istituzioni.

Zagrebelsky sostiene ci siano tre interpretazioni politico-giuridiche per quanto

concerne Antigone e Creonte:

- Creonte “rappresenta il male della forza cieca”, Antigone rappresenta “il

bene della legge morale”: “l’idea prevalente è che l’uno e l’altra siano due

figure cristalline del proprio ruolo: Creonte del ruolo del tiranno; Antigone, di

quello di chi si oppone in nome della libertà di coscienza.”

Inoltre il primo utilizza la forza, mentre la seconda non si oppone combattendo

l’oppressore “organizzando una resistenza”, ma osservando le leggi degli dei.

- “Creonte sostiene le buoni ragioni del governo della città e Antigone le

buone ragioni della pietà familiare”; entrambi sono nel giusto: i personaggi

seguono due leggi differenti, ma che hanno entrambe la loro “irrinunciabile

ragion d’essere”. Inoltre i personaggi tragici, compiendo la missione loro

assegnata, “sono nel giusto”.

- I due “sono entrambi nel torto in quanto procedono verso il loro fine e la

loro fine, ignorando […] le ragioni l’uno dell’altra”: “tanto Creonte quanto

Antigone, che pur hanno ragione, ciascuno per la sua parte, risultano colpevoli

di hybris, di orgoglio smisurato.”

HEGEL: “LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO”

Hegel, nella “Filosofia dello spirito”, spiega lo sviluppo dello spirito che avviene

attraverso tre momenti:

- Spirito soggettivo: è lo spirito individuale colto nel suo progressivo emergere

dalla natura. La filosofia dello spirito soggettivo si divide in antropologia,

fenomenologia e psicologia.

- Spirito oggettivo: lo spirito si manifesta nelle istituzioni sociali. I momenti

dello spirito oggettivo sono tre: - Diritto astratto: coincide con il diritto

privato e con parte del diritto penale e riguarda la libertà esterna delle persone.

Dall’esistenza del diritto, però, nasce il torto che richiede una pena ( diritto =

tesi; delitto = antitesi; pena = sintesi). La pena, ri-affermazione del diritto, è

una necessità oggettiva del nostro vivere insieme e perciò deve essere punitiva

e riconosciuta moralmente dal colpevole. Da ciò nasce il secondo momento,

ossia la moralità. – Moralità: le sue articolazioni sono il

proponimento, cioè il soggetto riconosce come sue le azioni che rispondono ad

un determinato proposito; l’intenzione e il benessere, cioè l’azione del soggetto

mira al benessere; ed infine il bene e il male,infatti il fine assoluto diventa il

bene, che però è ancora un’idea astratta e che per passare all’esistenza ha

bisogno di un’astratta volontà soggettiva che può essere anche “cattiva”.

-Eticità: questo momento è la sintesi dei tre momenti precedenti. Qui il bene è

divenuto esistente e l’eticità è intesa come moralità sociale, cioè la

realizzazione del bene in tre forme istituzionali: la famiglia, la società civile e

lo Stato.

a) La famiglia (tesi): il rapporto naturale tra i sessi assume la forma di “unità

spirituale”, fondata su amore e fiducia. Questo momento si articola in

matrimonio, patrimonio ed educazione dei figli. I figli, abbandonando la loro

famiglia, ne creano un’altra e così via, fino al passaggio del secondo momento.

b) La società civile (antitesi): comprende la sfera economico-sociale e giuridico-

amministrativa ed è considerato luogo d’incontro e di scontro degli interessi. È

costituita da tre momenti: il sistema dei bisogni, che nasce dovendo soddisfare

i propri bisogni mediante la produzione della ricchezza ( nascono in questo

modo le classi sociali); L’amministrazione della giustizia, che consente la

tutela giuridica delle leggi (diritto pubblico); la polizia e le corporazioni, che

provvedono alla sicurezza statale.

c) Lo Stato (sintesi): è il momento culminante dell’eticità. Lo Stato è qui visto

come incarnazione suprema della moralità sociale e del bene comune. Il

modello di Stato di Hegel si distanzia dalla teoria liberale (Stato come

strumento volto a garantire la sicurezza e i diritti degli individui); dal modello

democratico ( la sovranità risiede nel popolo). Il filosofo, infatti, ritiene che la

sovranità dello Stato derivi dallo Stato stesso poiché esso ha in se stesso la

propria ragion d’essere e il proprio scopo.

Hegel contesta anche il modello giusnaturalista (idea di diritti naturali esistenti

prima ed oltre lo Stato). Condivide, però, con esso la tesi della supremazia

della legge, più alta manifestazione della volontà razionale dello Stato.

Lo Stato di Hegel deve operare attraverso le leggi e nella forma delle leggi; il

suo Stato fu chiamato Rechtstaat, ossia uno Stato di diritto fondato sul rispetto

delle leggi e sulla salvaguardia della libertà dell’individuo.

Sapendo che lo Stato sta alla società civile come il bene comune sta all’utile

privato, il filosofo si mostra diffidente nei confronti dei ceti e del loro agire

poiché essi, per natura, sono inclini a far valere gli interessi privati a spese del

comune. Spetta quindi al potere del principe la decisione degli affari della

collettività.

- Spirito assoluto: è lo spirito che conosce se stesso nelle forme dell’arte, della

Filosofia.

CONCLUSIONE:

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