Concetti Chiave
- Il Museo Ebraico di Berlino, progettato da Daniel Libeskind nel 1992, è un esempio di architettura decostruttivista con geometrie frammentarie e materiali industriali.
- Il design, noto come "between the lines", presenta un edificio dalle forme spezzate che intersecano una linea retta, creando spazi vuoti simbolici.
- L'esterno dell'edificio, rivestito in zinco, appare come una fortezza misteriosa con feritoie simili a cicatrici, evocando un senso di inquietudine.
- L'ingresso al museo avviene attraverso un palazzo settecentesco adiacente, con un percorso sotterraneo che accentua il contrasto con l'ambiente esterno.
- Libeskind ha integrato riferimenti musicali, letterari e filosofici nel progetto, riflettendo la complessità storica e culturale della storia ebraica e berlinese.
Architettura Berlinese – Museo Ebraico
Nel 1992, sotto progetto di Daniel Libeskind, nasce come erede del primo museo ebraico, chiuso nel 1938 per imposizione del regime nazista per estendere quello della città di Berlino [edificio con copertura rossa]. Nel 1989 venne istituito un concorso internazionale in cui vinse Libeskind, il quale si riserva di adattare le linee guida richieste dal concorso, benché il museo andasse integrato al palazzo settecentesco, Libeskind si riserva di adattare alla sua innovativa visione progettuale, di matrice decostruttivista, quelle che erano le linee guida richieste dal concorso, ancora molto vicine a un’idea di ricostruzione critica. Con questo progetto, abbiamo infatti un chiaro esempio di linguaggio espressivo del decostruttivismo, fatto di geometrie disarticolate, spazi frammentari, dettagli stridenti, materiale di produzione industriale. Si tratta di una geometria conflittuale, precaria, così come avevamo già visto nel Parc de la Villette, ma qui in modo drammaticamente marcato. L'idea di fondo del progetto, racchiusa nel titolo between the lines (tra le righe, ma anche tra le linee), prevedeva un edificio la cui forma fosse riconducibile a una linea spezzata intersecata a una linea retta.Dalla loro intersezione si generano spazi vuoti che attraversano il volume del museo per tutta la sua estensione, alcuni dei quali inaccessibili, a sottolineare l’estraneità dello spazio esterno, alla luce del sole. L'edificio si presenta quindi come una saetta, come sottile corpo edilizio che penetra in profondità nell'isolato con il profilo drammatico e spezzato. L’esterno del museo sembra una presenza misteriosa ed inquietante, come una fortezza che si chiude attraverso i muri segnati da feritoie che sono finestre che ricordano cicatrici. I muri esterni che inizialmente dovevano essere inclinati, sono rivestiti da una pelle metallica in zinco e sono inaccessibili, l’ingresso si trova infatti nel palazzo settecentesco accanto, per poi scendere nel livello interrato attraverso un tunnel [il pavimento è inoltre inclinato e sale progressivamente man mano che ci si sposta a destra o a sinistra]. Questo edificio non dialoga con gli edifici vicini, infatti lui prese dei riferimenti formali, “topografie concettuali”, lontani da questo contesto, la figura della saetta rappresenta una pregnanza simbolica di sconvolgente densità. Lui parla di “stratificazione incoerente e allusiva di figure diverse del pensiero e della memoria”, ossia quelle della storia ebraica e berlinese, l’incoerenza è data da figure diverse e sembra assomigliare a Shumi negli stati dei parchi. Il suo approccio è mediato da riferimenti musicali, letterali, artistiche e filosofiche spiegati dal fatto che lui avesse prima studiato letteratura e che si fosse avvicinato all’architettura solo in un secondo momento.
Domande da interrogazione
- Qual è l'idea di fondo del progetto del Museo Ebraico di Berlino?
- Quali sono le caratteristiche distintive dell'architettura del Museo Ebraico progettato da Daniel Libeskind?
- Come si presenta esternamente l'edificio del Museo Ebraico?
- Qual è il significato simbolico dell'architettura del Museo Ebraico secondo Libeskind?
L'idea di fondo del progetto, intitolata "between the lines", prevede un edificio la cui forma è riconducibile a una linea spezzata intersecata a una linea retta, generando spazi vuoti che attraversano il volume del museo.
L'architettura del museo è caratterizzata da geometrie disarticolate, spazi frammentari, dettagli stridenti e materiali industriali, rappresentando un chiaro esempio di linguaggio espressivo del decostruttivismo.
L'edificio si presenta come una saetta, un corpo edilizio sottile con un profilo drammatico e spezzato, rivestito da una pelle metallica in zinco, con finestre che ricordano cicatrici.
L'architettura rappresenta una "stratificazione incoerente e allusiva di figure diverse del pensiero e della memoria", riflettendo la storia ebraica e berlinese, con un approccio mediato da riferimenti musicali, letterari, artistici e filosofici.