Concetti Chiave
- I reati si distinguono in commissivi e omissivi: i primi derivano da un'azione attiva, i secondi da un'omissione di un obbligo giuridico.
- Il concetto di "positione di garanzia" assegna a specifici soggetti l'obbligo di protezione o controllo per tutelare interessi che altrimenti non sarebbero efficacemente protetti.
- I reati omissivi si suddividono in "propri", che non richiedono un evento materiale, e "impropri", dove l'omissione provoca un evento dannoso che si aveva l'obbligo di impedire.
- Nei reati omissivi propri, l'elemento dell'evento è assente, mentre nei reati omissivi impropri l'omissione contribuisce direttamente a un evento dannoso.
- Il rapporto di causalità nei reati omissivi impropri è complesso, poiché si valuta come un'azione omessa avrebbe potuto prevenire l'evento dannoso.
1. Premessa
Indice
Definizione di reato
Affinché un comportamento possa essere ritenuto illecito ed integrare fattispecie di reato, occorre che esso sia contrario all’ordinamento giuridico. Ma non basta. Per avere un reato, occorre anche che si verifichino le seguenti circostanze:
1. comportamento volontario del soggetto attivo (= autore del reato)
2. sussistenza dell’elemento psicologico (= dolo o colpa)
3. nesso di causalità (= lega il comportamento attivo del soggetto che agisce al verificarsi dell’evento lesivo)
4. Insussistenza di determinate condizioni che potrebbero determinare la modifica del comportamento da illecito a lecito (= cause scriminanti in presenza delle quali viene meno il contrasto fra un fatto conforme ad una fatti specie incriminatrice o l’ordinamento giuridico)
2. Reati commissivi e reati omissivi
Tipologie di reati
A seconda del comportamento del soggetto agente, si distinguono
• reati commissivi
[il colpevole è punito perché ha commesso qualcosa e quindi ha tenuto un comportamento attivo]
L’evento si verifica per un comportamento attivo e volontario del soggetto agente che provoca una lesione ad un bene tutelato giuridicamente.
• reati omissivi
[il colpevole è sanzionato perché ha omesso di fare qualcosa]
Il danno si concretizza a seguito di una condotta omissiva del soggetto agente. In questa ipotesi va detto che l’Ordinamento giuridico, tra le sue regole generali, impone a chi si trova in determinate situazioni di agire in un determinato modo. Infatti ai sensi dell’art. 40 cp, 2° comma “ non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo”. Pertanto, il soggetto attivo del reato commette un reato per omissione quando si trova in una delle situazioni stabilite dall’Ordinamento e, con il suo comportamento, contravviene a tali disposizioni e dalla sua condotta subisce una lesione un bene giuridicamente tutelato. La sua omissione integra quindi reato e determina l’applicazione di una sanzione penale. Tale previsione equipara la posizione di colui che commette attivamente un reato a quella di colui che commette il medesimo reato, ma non attraverso un’azione, bensì un’omissione. L’omissione è qui intesa come un “non fare”, cioè rimanere inerte di fronte al verificarsi di un evento. Pertanto, l’agente è al pari di un “passivo osservatore” e l’art.40 pone una clausola di equivalenza tra il cagionare e il non impedire
3. Posizione di garanzia
Posizione di garanzia
Legata ai comportamenti omissivi è la posizione di garanzia: l’ordinamento attribuisce a determinati soggetti la funzione di garanti (intesa come obbligo di protezione o di controllo) di determinati interessi che non possono essere tutelati in modo efficace da coloro che ne sono titolari. Es.
• i genitori che sono tenuti a garantire la vita e l’incolumità dei figli minori
• la badante che si impegna ad assistere l’ anziano affidatole
• il docente che deve controllare i minori a lui affidati
• il datore di lavoro che risponde della pericolosità dei macchinari aziendali
• gli organizzatori di una corsa automobilistica che devono garantire il pubblico dai possibili pericoli che tale attività comporta
4. Reati omissivi propri ed impropri
Reati omissivi propri
I reati omissivi si distinguono in:
• propri (o di pura condotta): consistono nel mancato compimento dell’azione dovuta, per la cui sussistenza non occorre il verificarsi di alcun evento materiale, cioè nel mancato compimento di un’azione che la legge penale comanda di realizzare. In pratica, si tratta di una semplice condotta negativa da parte del colpevole e non si richiede un ulteriore effetto di tale condotta. Essendo privi dell’evento, sono reati di pura condotta omissiva. Il presupposto per la sussistenza di un reato omissivo proprio è che il soggetto abbia la materiale possibilità di attivarsi e che si trovi nelle necessarie condizioni psico-fisiche.
Es. omessa denuncia di un reato da parte del pubblico ufficiale, omissione del rilascio di un referto medico, reato di omissione di atti di ufficio.
Delitto di omissione di soccorso
Il delitto di omissione di soccorso è regolato dagli artt. 593 c.p.3, e 591; si caratterizza come situazione tipica di reato omissivo proprio poiché incrimina la semplice omissione dell’assistenza nei confronti di una persona che versa in stato di pericolo e pertanto, nel caso in cui dal mancato attivarsi del soggetto ne derivi la morte della persona da assistere, l’omittente non risponderà di omicidio ma la legge applicherà solo una circostanza aggravante.
Invece, non commette omissione di soccorso chi non può salvare un bagnante che annega perché non sa nuotare o mancano i mezzi necessari che gli permettano di attivarsi.
• impropri (o commissivo mediante omissione o reati omissivi di evento): consistono nel mancato impedimento di un evento materiale che si aveva l’obbligo di impedire. In altre parole, un reato omissivo improprio si ha quando un evento delittuoso si è verificato per la condotta posta in essere da un soggetto che aveva l’obbligo di impedire l’evento stesso: il colpevole con la propria omissione causa un evento: es. il ferroviere che omette di manovrare uno scambio e provoca uno scontro fra due treni.
Gli elementi oggettivi dei reati omissivi impropri sono:
▪ la situazione tipica che determina una situazione di pericolo e che quindi fa sorgere l’obbligo di attivarsi a favore del bene protetto
▪ la condotta omissiva = mancato impedimento dell’evento causa di lesione
▪ l’evento dannoso
5. Rapporto di causalità
Rapporto di causalità nei reati
Secondo la dottrina dominante, nei reati omissivi impropri non è possibile riscontrare con facilità un rapporto di causalità come nei reati di evento commissivi, poiché, in tal caso, si deve valutare se ed in che modo, l’azione dovuta, se fosse stata compiuta, avrebbe modificato il corso degli avvenimenti ed impedito l’evento lesivo. Invece, nel caso di reati omissivi propri il problema della causalità non si pone perché in tali reati manca l’evento naturalistico.
Domande da interrogazione
- Quali sono le condizioni necessarie affinché un comportamento sia considerato un reato?
- Qual è la differenza tra reati commissivi e reati omissivi?
- Cosa si intende per "posizione di garanzia" nei reati omissivi?
- Come si distinguono i reati omissivi propri da quelli impropri?
- Qual è il problema del rapporto di causalità nei reati omissivi impropri?
Un comportamento è considerato reato se è contrario all'ordinamento giuridico, è volontario, presenta un elemento psicologico (dolo o colpa), esiste un nesso di causalità, e non ci sono cause scriminanti che lo rendano lecito.
Nei reati commissivi, il colpevole è punito per aver commesso un'azione attiva che provoca danno, mentre nei reati omissivi, il colpevole è sanzionato per non aver compiuto un'azione dovuta, causando così un danno.
La posizione di garanzia si riferisce all'obbligo di protezione o controllo attribuito a determinati soggetti per tutelare efficacemente interessi che i titolari non possono proteggere da soli, come genitori, badanti, docenti, datori di lavoro, e organizzatori di eventi.
I reati omissivi propri consistono nel mancato compimento di un'azione dovuta senza che si verifichi un evento materiale, mentre i reati omissivi impropri si verificano quando un evento dannoso accade a causa del mancato impedimento da parte di chi aveva l'obbligo di impedirlo.
Nei reati omissivi impropri, il rapporto di causalità è difficile da determinare perché bisogna valutare se l'azione dovuta avrebbe potuto modificare il corso degli eventi e impedire il danno, a differenza dei reati omissivi propri dove manca l'evento naturalistico.