Concetti Chiave
- I lavoratori possono richiedere permessi retribuiti di tre giorni all'anno per decesso o grave infermità di coniugi o parenti entro il secondo grado.
- I permessi devono essere comunicati in anticipo e utilizzati entro sette giorni dall'evento.
- È possibile richiedere un congedo, continuativo o frazionato, fino a due anni per gravi e documentati motivi familiari.
- La concessione dei permessi per motivi di cura non è un diritto, ma una richiesta valutata secondo correttezza e buona fede dal datore di lavoro.
- Durante il congedo, il lavoratore mantiene il posto di lavoro ma non la retribuzione né l'anzianità di servizio.
Permessi e congedi per motivi di cura
La legge consente ai lavoratori di richiedere permessi o congedi per prendersi cura dei congiunti più stretti. In primo luogo, il lavoratore ha diritto a un permesso retribuito, di tre giorni lavorativi all’anno, in caso di decesso o grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado. Il beneficiario deve comunicare in anticipo al datore di lavoro l'evento per cui il permesso è richiesto. Il permesso deve essere utilizzato entro sette giorni dal decesso o dall'insorgenza della grave infermità sopraggiunta.
In secondo luogo, il dipendente può richiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, per gravi e documentati motivi familiari, non superiore a due anni.
L’espressione «gravi motivi familiari» attiene ad alcune ipotesi ben precise:
a) necessità familiari derivanti dal decesso di una delle persone della propria famiglia;
b) la cura di un familiare che comporti un impegno particolare da parte del dipendente;
c) le situazioni di grave disagio personale, con esclusione della malattia del dipendente (a cui si applica l’omonimo istituto);
d) le situazioni derivanti da gravi patologie che abbiano colpito un parente del lavoratore.
Il lavoratore non ha diritto a ottenere i permessi per motivi di cura, può solo richiedere che la sua domanda sia valutata secondo correttezza e buona fede. Durante il congedo il dipendente ha diritto a conservare il posto di lavoro, ma non la retribuzione il decorso dell'anzianità di servizio.
In sostanza, i permessi per motivi di cura non costituiscono un obbligo cui il datore di lavoro deve necessariamente rispondere. Egli è semplicemente tenuto a valutare la domanda presentata dal proprio dipendente secondo correttezza (art. 1175 c.c.): ciò consente di capire la differenza giuridica che la legge fa intercorrere fra le varie ragioni sulla base delle quali i lavoratori hanno la possibilità di richiedere permessi o congedi.
Domande da interrogazione
- Quali sono i diritti del lavoratore in caso di decesso o grave infermità di un congiunto?
- In quali circostanze un dipendente può richiedere un congedo per gravi motivi familiari?
- Il datore di lavoro è obbligato a concedere permessi per motivi di cura?
Il lavoratore ha diritto a un permesso retribuito di tre giorni lavorativi all'anno, da utilizzare entro sette giorni dall'evento, previa comunicazione al datore di lavoro.
Un dipendente può richiedere un congedo per gravi motivi familiari in caso di decesso di un familiare, cura di un familiare che richiede particolare impegno, situazioni di grave disagio personale, o gravi patologie di un parente.
No, il datore di lavoro non è obbligato a concedere permessi per motivi di cura, ma deve valutare la domanda del dipendente secondo correttezza e buona fede.