Anna___04
Genius
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Concetti Chiave

  • Catone rimprovera Dante, scoraggiandolo dall'ambire alle gioie terrene, e le anime circostanti si allontanano intimorite.
  • Dante si avvicina a Virgilio, notando che solo la sua ombra è visibile, mentre le anime del Purgatorio sono incorporee e attraversabili dalla luce.
  • Virgilio è inizialmente incerto sulla direzione da prendere, ma una schiera di anime scomunicate si ferma al suo richiamo per fornire informazioni.
  • Manfredi, un'anima tra gli scomunicati, riconosce Dante e racconta il suo pentimento, ottenendo il perdono di Dio nonostante la scomunica.
  • Manfredi chiede a Dante di informare sua figlia che le pene del Purgatorio possono essere abbreviate tramite pentimento e preghiera.

Indice

  1. Rimprovero di Catone
  2. Incontro con Manfredi

Rimprovero di Catone

quando Catone rimprovera Dante dissuadendolo dall'ambizione alle gioie terrene, tutte le anime sono intimorite e si allontanano dal luogo in cui si trovano i due poeti. Dante sente quindi il bisogno di avvicinarsi alla sua guida, Virgilio, soprattutto perché nota davanti a sé solo la sua ombra. La sua guida gli fa però presente che le anime del Purgatorio spn incorporee, e che quindi la luce può passare attraverso il loro. Dante e Virgilio si allontanano dalla parete fatta di roccia, e il poeta latino Virgilio appare inizialmente incerto sulla strada che bisogna intraprendere.

Incontro con Manfredi

Dante scorge la schiera di anime, che poi si rivelano essere gli scomunicati, i quali avanzano lentamente ma si arrestano al rimprovero di Virgilio, fornendogli le informazioni che questi aveva richiesto loro. Una di queste anime riconosce Dante: si tratta di Manfredi, il quale, pentitosi dei suoi peccati, è stato perdonato da Dio nonostante egli sia stato scomunicato. Manfredi supplica Dante di riferire a sua figlia il fatto che le pene da scontare durante la permanenza del Purgatorio possono essere abbreviate grazie al pentimento e alla preghiera a Dio. egli racconta, infatti, che dopo la sua morte il vescovo di Cosenza si sia accanito contro il suo cadavere, e lo abbia fatto disseppellire, spargendone i resti all'esterno del territorio del regno di Napoli.

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