Concetti Chiave
- L'incontro tra Dante e Forese Donati avviene nella sesta cornice del Purgatorio, dove i golosi espiano i loro peccati attraverso la privazione di cibo e acqua.
- Le anime dei golosi, tra cui Forese, sono descritte come estremamente magre e con pelle secca, simbolo della loro penitenza.
- Forese spiega che il dimagrimento è dovuto alla punizione divina per aver peccato di gola, stimolata dalla vicinanza del cibo e dell'acqua che non possono toccare.
- La moglie di Forese, Nella, con le sue preghiere, ha accelerato la sua espiazione, liberandolo dall'attesa nell'antipurgatorio e da ulteriori pene.
- Il canto tocca anche il tema della corruzione e della decadenza morale di Firenze, predicendo un futuro caotico dovuto alla leadership di Arrigo VII.
Indice
Incontro con Forese Donati
Al suo interno si concretizza l’incontro con un personaggio importante amico di Dante, Forese Donati. Questo si trova nella sesta cornice insieme alle anime dei golosi che intonano un versetto del salmo; le anime penitenti hanno gli occhi incavati e il viso pallido, e sono tanto magre da avere la pelle secca e squamosa che riproduce la forma del loro scheletro. Nell’osservare queste anime Dante riconosce Forese Donati, suo concittadino e amico, che gli spiega il perché del suo dimagrimento e di quello delle altre anime.
Dialogo tra amici
Forese afferma poi che ad accelerare l’espiazione dei peccati sono state le preghiere della moglie e infine invita Dante a parlare di sé perché sia lui sia le anime guardano Dante con stupore. Questi soddisfa la richiesta di Forese e prosegue il viaggio accompagnato da Virgilio.
Riconoscimento e spiegazione
Tra i versi 37 e 45 avviene l’incontro tra i due amici e il riconoscimento avviene non attraverso le fattezze ma per mezzo della voce, infatti si parla di “magrezza” e “trista squama” che rendono Forese poco affine a un umano.
Nel riconoscere un amico emerge il valore che Dante dà a questo sentimento attraverso il termine “grazia”, e dunque può essere paragonato a Cicerone.
Tra 46 e 54 Forese dice a Dante di non farsi impressionare dal suo aspetto ma di dirgli chi sono le anime che stanno avanzando con lui, che non sono state identificate dalla critica ma sulla cui identità sono state formulate molte ipotesi.
Tra 55 e 60 Dante riferisce all’amico in maniera affettuosa che vederlo così lo rende addolorato come quando ha saputo della sua morte, e in un secondo momento gli domanda di prendere lui per primo la parola e spiegare il motivo per cui tutte quelle anime sono così magre.
Nei versi successivi, fino al 75, Forese dà una spiegazione in quanto si sente in dovere di rispondere all’amico e gli fa capire che per volere di Dio le stesse piante, fonte di sostentamento, e l’acqua sono le cause della magrezza: mangiando oltre quello che gli era stato concesso hanno peccato, e devono rimediare attraverso l’astinenza da acqua e cibo. La voglia di nutrirsi, poi, è molto violenta in quanto continuamente stimolata dal profumo dei frutti e dalla vista dell’acqua: si vede qualcosa che non si può raggiungere dunque la pena è doppia, analogamente a quanto accadeva nella poesia barocca con “Donna, il bel vetro tondo” in cui il poeta si struggeva perché non poteva toccare la sua donna in quanto riflessa.
Corruzione di Firenze
In seguito inizia la descrizione della corruzione di Firenze, fino al verso 111, che viene all’inizio mitigata dalla descrizione della moglie di Forese, Nella, che con le sue preghiere costanti lo ha liberato non solo dall’attesa dell’antipurgatorio ma anche dall’espiazione delle pene che avrebbe dovuto scontare nelle cornici precedenti.
A livello retorico nel verso 86 “dolce assenzo” è un ossimoro in quanto corrisponde all’accostamento di due termini con due qualità completamente opposte perché l’assenso è amaro.
Si parla di “barbagia”, ossia di Barbaria, regione al centro della Sardegna abitata da genti primitive e incolte che non avevano il concetto di pudicizia, paragonando le donne barbare a quelle fiorentine e dicendo che a confronto queste sono più pudiche dato che le altre hanno addirittura bisogno di divieti solenni fatti dalle autorità per vestire in maniera consona.
Viene poi predetto un futuro negativo, che può essere considerato come la situazione a cui dovranno resistere con Arrigo VII, che porterà molti disordini, e dunque come “ciò che Dio ha in mente per loro” sulla terra, in quanto questi decide ogni cosa, oppure come la punizione che Dio ha per loro nell’Inferno o nel Purgatorio.
Domande da interrogazione
- Chi è Forese Donati e qual è il suo ruolo nell'incontro con Dante?
- Come avviene il riconoscimento tra Dante e Forese Donati?
- Qual è la spiegazione di Forese per la magrezza delle anime?
- Qual è il ruolo delle preghiere della moglie di Forese, Nella?
- Come viene descritta la corruzione di Firenze nel testo?
Forese Donati è un amico di Dante che si trova nella sesta cornice del Purgatorio tra le anime dei golosi. Durante l'incontro, spiega a Dante il motivo del suo dimagrimento e quello delle altre anime.
Il riconoscimento tra Dante e Forese avviene attraverso la voce, poiché l'aspetto fisico di Forese è alterato dalla magrezza e dalla "trista squama", rendendolo poco riconoscibile.
Forese spiega che la magrezza delle anime è dovuta al peccato di gola, e che devono espiare attraverso l'astinenza da cibo e acqua, stimolati continuamente dal profumo dei frutti e dalla vista dell'acqua.
Le preghiere costanti di Nella hanno accelerato l'espiazione dei peccati di Forese, liberandolo dall'attesa dell'antipurgatorio e dalle pene delle cornici precedenti.
La corruzione di Firenze è descritta attraverso il paragone con la "barbagia" della Sardegna, sottolineando la mancanza di pudicizia delle donne fiorentine e predicendo un futuro negativo con disordini sotto Arrigo VII.