Concetti Chiave
- San Tommaso d'Aquino illustra l'importanza di San Francesco e San Domenico come guide spirituali per la riforma morale della Chiesa, rimarcando la rinuncia ai beni terreni di Francesco.
- Il contrasto tra vita attiva e contemplativa emerge nel canto, con una critica alle occupazioni mondane e una celebrazione delle virtù spirituali di Francesco d'Assisi.
- Dante descrive la vita di San Francesco come un percorso di amore per la povertà, culminante nell'approvazione papale e nel ricevere le stimmate.
- Il canto riflette sull'inevitabile decadenza degli ordini religiosi rispetto alla loro virtù originale, sottolineando la necessità di ritornare agli esempi dei fondatori.
- La narrazione combina elementi drammatici e didattici, integrando riflessioni spirituali con una rappresentazione vivida e dettagliata della vita dei santi.
San Tommaso e la Chiesa
Nel canto XI continua a parlare lo spirito di San Tommaso d’Aquino, che si accinge a chiarire un dubbio sorto in Dante in seguito ad una sua affermazione: u’ ben s’impingua se non si vaneggia (canto X, verso 96). Egli spiega che Dio, per il bene della Chiesa, dispose due guide che la conducessero verso il bene, San Francesco e San Domenico, fondatori dei due grandi ordini monastici del secolo XI, i quali avevano come loro scopo fondamentale la riforma morale del mondo cristiano.San Tommaso inizia a questo punto la celebrazione della figura e dell’opera di Francesco d’Assisi, mettendo in rilievo le caratteristiche della sua personalità e i momenti più importanti della sua azione. Ricorda dapprima la rinuncia di Francesco ai beni terreni per abbracciare l’assoluta povertà e i suoi primi seguaci. A Roma il poverello d’Assisi ottiene l’approvazione del proprio ordine prima da Innocenzo III e poi da Onorio III. Recatosi in Oriente, cerca di diffondere in quelle terre la parola di Cristo, ma, fallito questo tentativo, deve ritornare in Italia. Qui, sul monte della Verna, riceve, due anni prima di morire, le sacre stimmate. San Tommaso termina il suo discorso con una dura rampogna rivolta all’ordine domenicano, che ha dimenticato il suo voto di povertà per dedicarsi solo alla ricerca dei beni mondani.
Contrasti tra vita attiva e contemplativa
Anche l’inizio di questo canto va riferito, ma per contrasto fra vita attiva e contemplativa, all’epilogo del canto precedente, perché nel vario contrappunto dei canti del cielo del Sole, come anche in quelli del cielo di Marte e di Giove, una mobilità di attenzione esultante avvolge tutte le cadenze del discorso, e più spesso per contrapposizione che per analogia.
Conclusione e riflessioni di Dante
La spiegazione del se non si vaneggia è questa: constatazione di una decadenza e di una dissipazione fatta per riproporre l’esempio della virtù primiera. Si tratta, infatti, di dedurre delle conclusioni e riportarle al tema iniziale della discussione, perché Dante, anche negli squarci dottrinali, obbedisce sempre alla concretezza: concretezza drammatica, altrove, concretezza didattica in questo e in tanti altri punti. La lezione che il Poeta qui svolge ha una sua strutturazione drammaturgica, che egli ha sottratto allo schema puramente tecnico della scuola, perché ben conosce i tre momenti della dottrina: la parola del maestro, l’attenzione e la meditazione assidua del discepolo. E termina il canto modulato e ricco come pochi, che è esempio di una nuova drammaturgia e di una nuova agiografia, cui si ricollegano innumerevoli modi dell’arte figurativa e di quella letteraria nelle quali si ricerca una più intensa corrispondenza fra la meditazione sapienziale e il modo del racconto disteso e denso.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di San Francesco e San Domenico secondo San Tommaso d'Aquino?
- Come viene descritta la vita di San Francesco d'Assisi nel testo?
- Qual è il contrasto tra vita attiva e contemplativa descritto nel testo?
- Quali sono le critiche rivolte all'ordine domenicano?
- Qual è la conclusione e la riflessione di Dante nel canto?
San Tommaso d'Aquino spiega che Dio ha disposto San Francesco e San Domenico come guide per il bene della Chiesa, fondando due grandi ordini monastici con lo scopo di riformare moralmente il mondo cristiano.
San Francesco è celebrato per la sua rinuncia ai beni terreni, l'abbraccio della povertà assoluta, la fondazione del suo ordine, e la ricezione delle stimmate sul monte della Verna, due anni prima della sua morte.
Il testo contrappone la vita attiva, rappresentata dalle faccende mondane e faticose, alla vita contemplativa, esemplificata dalla meditazione liturgica e dalla visione spirituale dei santi.
San Tommaso critica l'ordine domenicano per aver dimenticato il voto di povertà, dedicandosi invece alla ricerca dei beni mondani.
Dante riflette sulla decadenza e dissipazione degli ordini religiosi, proponendo l'esempio della virtù primiera e sottolineando l'importanza della concretezza drammatica e didattica nella trasmissione della dottrina.