marilu1610
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Concetti Chiave

  • Dante, mentre cerca di parlare con Beatrice, è distratto da una visione di anime evanescenti nel Cielo della Luna.
  • Beatrice spiega che queste anime sono spiriti che non hanno adempiuto ai loro voti e invita Dante a dialogare con loro.
  • Dante incontra Piccarda Donati, un'anima che racconta la sua storia di suora costretta a lasciare il convento con la forza.
  • Piccarda spiega che la beatitudine degli spiriti nasce dall'adeguarsi alla volontà divina, senza desiderare Cieli più alti.
  • Dopo il dialogo, Piccarda intona un canto e svanisce, lasciando Dante a riflettere con Beatrice.

Indice

  1. La Visione di Dante
  2. L'Incontro con Piccarda Donati
  3. La Beatitudine Celeste
  4. Il Racconto di Piccarda
  5. L'Addio di Piccarda

La Visione di Dante

Dante, in atto di alzare il capo verso Beatrice per dichiarare di aver compreso la verità sulla macchie lunari, è colpito da una nuova e straordinaria visione che lo distrae dal suo proposito.

Egli vede i volti di alcune anime, così evanescenti da sembrare immagini riflesse in un vetro terso o in acque trasparenti.

Si volge quindi indietro, ma non scorge nulla.

Ancora una volta Beatrice interviene sorridendo per spiegargli che si tratta di vere “sustanze” di spiriti relegati nel Cielo della Luna per non avere adempiuto ai voti fatti e lo invita a parlare con loro.

L'Incontro con Piccarda Donati

Dante, incoraggiato, si rivolge all’anima che “parea più vaga/ di ragionar” per chiederle chi sia e per essere informato della situazione dei Beati in quel Cielo.

È l’anima di Piccarda Donati, resa tanto bella dalla beatitudine celeste da non essere riconoscibile.

Spiega di trovarsi con altri Beati nel Cielo più basso di tutti perché mancò all’adempimento dei voti.

La Beatitudine Celeste

Dante confessa di non aver capito chi fosse perché nei loro “mirabili aspetti/ risplende non so che divino” che trasfigura la loro immagine terrena.

Le chiede poi se le anime di questo Cielo non siano mai colte dal desiderio di trovarsi in un Cielo più alto ed ella risponde che la beatitudine degli spiriti celesti nasce dal fatto che essi adeguano la loro volontà a quella di Dio.

Il Racconto di Piccarda

Dante le rivolge un’altra domanda: quale fu il voto da lei inadempiuto?

Piccarda narra allora che da giovane si fece suora nell’ordine delle clarisse, ma uomini “a mal più ch’a bene usi” la trassero con la violenza dal chiostro: solo Dio conosce quanto fu triste il resto della sua vita.

Vicino a lei, alla sua destra, Piccarda indica un’anima splendente di luce che fu anch’essa strappata dal convento: è l’imperatrice Costanza, madre dell’”ultima possanza” della casa di Svevia, cioè Federico II.

L'Addio di Piccarda

Terminato il suo discorso, Piccarda intona l’“Ave Maria” e, cantando, svanisce a poco a poco insieme con le altre anime.

Dante la segue con lo sguardo finché può, poi rivolge gli occhi a Beatrice che lo sovrasta al punto che egli non è in grado di rivolgerle la domanda che intendeva farle.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione che distrae Dante dal suo proposito iniziale?
  2. Dante è distratto da una visione straordinaria di volti di anime evanescenti, che sembrano immagini riflesse in un vetro terso o in acque trasparenti, e Beatrice gli spiega che sono spiriti nel Cielo della Luna.

  3. Chi è Piccarda Donati e quale storia racconta a Dante?
  4. Piccarda Donati è un'anima beata nel Cielo della Luna, che racconta a Dante di essere stata suora nell'ordine delle clarisse, ma di essere stata strappata con la violenza dal chiostro, e che solo Dio conosce il dolore del resto della sua vita.

  5. Come risponde Piccarda alla domanda di Dante sul desiderio delle anime di trovarsi in un Cielo più alto?
  6. Piccarda risponde che la beatitudine degli spiriti celesti deriva dall'adeguare la loro volontà a quella di Dio, quindi non sono colti dal desiderio di trovarsi in un Cielo più alto.

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