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CANTO VI - Cielo di Mercurio: Anime degli spiriti attivi
Analisi
Il sesto canto tratta l’argomento politico.
Presenta una sintesi della storia di Roma dalle origini mitiche (Enea) al presente della Roma papale.
Il poeta esprime la sua concezione di storia, come processo ordinato che trova il suo centro nella venuta di Gesù, la cui vita e morte si lega inscindibilmente alle istituzioni romane.
Su questa interpretazione provvidenzialistica della storia si fonda il giudizio formulato da Giustiniano sulle lotte tra Guelfi e Ghibellini.
L’inizio in media-res
Il canto inizia in media-res, senza preamboli introduttivi e prosegue ininterrottamente fino alla fine. Parla l’imperatore Giustiniano.
La visione del mondo applicata alla storia
Nel canto precedente Dante aveva posto due domande:
- sull’identità dello spirito;
- sull’appartenenza al cielo di Mercurio.
Alla prima, risponde subito con vari dettagli sulla propria biografia, ma poi sentirà la necessità di fare una giunta che si risolverà nella storia dell’Impero.
Storia e leggenda si confondono.
La figura di Giustiniano
È il modello di imperatore ideale (corpus iuris civili).
La prima dote che un imperatore deve avere infatti è il saper legiferare per il raggiungimento della convivenza pacifica. Egli inoltre assolse a questo compito per ispirazione divina, rivelandosi strumento di attuazione di quel disegno provvidenziale che prevedeva piena sintonia tra potere politico e potere religioso.
La storia in chiave religiosa
La realtà storica è in parte forzata e adattata in chiave religiosa. Si accredita un’eresia dell’imperatore e una successiva conversione. Quindi tutto l’afflato Giustiniano è sotto l’operato divino.
Aspetti stilistici
Il tono di Giustiniano è alto e oratorio.
Numerosi sono inoltre gli accorgimenti retorici.
È condotto secondo lo schema della percursio, gli avvenimenti sono cioè passati velocemente in rassegna per sommi capii, in uno stile spesso telegrafico e scarno.
Un altro aspetto che innalza il tono lessicale sono i ricorrenti latinismi.
CANTO VI
Cielo di Mercurio
Anime degli spiriti attivi
ANALISI
Il sesto canto tratta l’argomento politico.
Presenta una sintesi della storia di Roma dalle origini mitiche (Enea) al presente della
Roma papale.
Il poeta esprime la sua concezione di storia, come processo ordinato che trova il suo
centro nella venuta di Gesù, la cui vita e morte si lega inscindibilmente alle istituzioni
romane.
Su questa interpretazione provvidenzialistica della storia si fonda il giudizio formulato da
Giustiniano sulle lotte tra Guelfi e Ghibellini.
L’inizio in media-res
Il canto inizia in media-res, senza preamboli introduttivi e prosegue ininterrottamente
fino alla fine. Parla l’imperatore Giustiniano.
La visione del mondo applicata alla storia
Nel canto precedente Dante aveva posto due domande:
- sull’identità dello spirito;
- sull’appartenenza al cielo di Mercurio.
Alla prima, risponde subito con vari dettagli sulla propria biografia, ma poi sentirà la
necessità di fare una giunta che si risolverà nella storia dell’Impero.
Storia e leggenda si confondono.
La figura di Giustiniano (corpus iuris civili).
È il modello di imperatore ideale
La prima dote che un imperatore deve avere infatti è il saper legiferare per il
raggiungimento della convivenza pacifica. Egli inoltre assolse a questo compito
per ispirazione divina, rivelandosi strumento di attuazione di quel disegno
provvidenziale che prevedeva piena sintonia tra potere politico e potere
religioso.
La storia in chiave religiosa
La realtà storica è in parte forzata e adattata in chiave religiosa. Si accredita un’eresia
dell’imperatore e una successiva conversione. Quindi tutto l’afflato Giustiniano è sotto
l’operato divino.
Aspetti stilistici
Il tono di Giustiniano è alto e oratorio.