Concetti Chiave
- Nel Canto 20 del Paradiso, Dante si trova nel cielo di Giove, dedicato agli amanti della giustizia.
- L'aquila sacra, composta da spiriti giusti, parla a Dante, invitandolo a osservare il suo occhio formato da anime beate.
- Davide, re d'Israele, costituisce la pupilla dell'occhio dell'aquila, mentre il ciglio è composto da cinque spiriti, inclusi due pagani.
- Traiano e Rifeo, i due pagani presenti, trovarono la fede per miracoli e avvisi divini, rispettivamente, guadagnando la salvezza.
- L'aquila sottolinea il mistero della predestinazione, che si manifesta anche nei beati, seguendo la volontà divina.
Il Cielo di Giove
In questo canto Dante si trova nel cielo di Giove, anche detto Sesto cielo, in cui risiedono coloro che in vita furono amanti della giustizia.
L'Occhio dell'Aquila
Dopo che tutti gli spiriti giusti che compongono l'aquila hanno innalzato dei canti, l'uccello sacro proferisce nuovamente parola e invita Dante ad osservare il suo occhio, il quale è formato dagli spiriti che hanno raggiunto nel tempo il sommo grado di beatitudine divina. Colui che funge da pupilla è Davide, il quale, durante la sua vita terrena, fu re d'Israele. Il ciglio è costituito da cinque spiriti, tra cui l'imperatore Traiano, l'imperatore Costantino, Guglielmo d'Altavilla, il troiano Rifeo.
La Predestinazione Divina
Dante è sorpreso dalla presenza di due pagani all'interno dell'occhio dell'aquila, ma questa gli spiega che Traiano, tornato in vita per miracolo, grazie alle preghiere di Papa Gregorio Magno, iniziò ad avere fede in Gesù Cristo e si salvò. Il secondo, Rifeo, amò così tanto la giustizia che abbracciò la fede, dopo essere stato avvisato da Dio sulla redenzione futura a cui saranno soggetti tutti gli esseri umani. L'aquila, infine, ricorda che il mistero della predestinazione vale anche per coloro che contemplano la beatitudine, i quali rispondono in tutto e per tutto a quella che è la volontà divina.