Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Nel VI cerchio dell'Inferno, Dante incontra gli eretici, inclusi gli epicurei, puniti in sepolcri infuocati per il loro disinteresse per l'immortalità dell'anima.
  • Cavalcante Cavalcanti si alza dalla tomba per chiedere a Dante informazioni sul figlio Guido, mosso dall'amore paterno e preoccupato per il suo destino.
  • Dante implica che il viaggio nell'oltretomba è guidato da Virgilio, non dai propri meriti intellettuali, suscitando il sospetto di Cavalcante sulla sorte di Guido.
  • Il fraintendimento di Dante porta Cavalcante a credere che suo figlio sia morto, facendolo disperare e ricadere nella tomba.
  • Il dialogo avviene in un contesto di tensioni politiche tra Farinata degli Uberti e Cavalcanti, entrambi appartenenti a fazioni opposte, ghibellino e guelfo rispettivamente.

Indice

  1. Gli Eretici nel VI Cerchio
  2. Incontro con Farinata
  3. Dialogo con Cavalcante
  4. Riflessioni di Dante
  5. Reazione di Cavalcante
  6. Ripresa del colloquio
  7. Lamento di Cavalcante
  8. Parafrasi del Lamento

Gli Eretici nel VI Cerchio

Nel VI cerchio dell’Inferno, sono raggruppati gli eretici e fra questi gli epicurei. Essi sono collocati all’interno di sepolcri infuocati a seconda della gravità dell’eresia a cui aderirono in vita. La pena del fuoco è probabilmente da collegare ai roghi che nel medioevo erano riservati agli eretici..

Inoltre, poiché nella vita ad essi interessava solo il raggiungimento della felicità presente, definita atarassia, cioè dominio razionale delle passioni, negando il futuro della vita eterna e quindi l’immortalità dell’anima, ora, per contrappasso essi sono anche condannati a conoscere solo il futuro e non il presente per cui dopo il Giudizio Universale la loro conoscenza avrà fine.

Incontro con Farinata

La visione è lugubre perché ovunque si notano sepolcri scoperchiati. Il primo dannato che Dante incontra è Farinata degli Uberti con cui intrattiene, un lungo colloquio, caratterizzato da un forte contrasto politico.

Dialogo con Cavalcante

Il colloquio con Farinata è interrotto da Calvalcante Cavalcanti, padre del poeta Guido Cavalcanti, grande amico di Dante, per chiedere se suo figlio sia insieme a lui o se sia ancora in vita e soprattutto se Dante stia compiendo il viaggio attraverso l’oltretomba grazie ai suoi meriti intellettivi. Al di là delle domande, si intravede il principio epicureo del ragionamento in quanto se Dante si trova fra i dannati per meriti intellettuale ne potrebbe derivare che Guido sia con lui, perché di doti non inferiori a quelle del Poeta, e quindi ancora in vita.

Riflessioni di Dante

Dante inizia rispondendo che lo conduce attraverso l’oltretomba una persona che forse l’amico Guido disprezzò. La persona citata potrebbe essere Beatrice che si identifica con la Teologia, che Guido ebbe disdegno perché attirato dalla filosofia del pensatore arabo Averroé, caratterizzata dalla ricerca di una verità puramente razionale. Addirittura alcune prove dimostrano che egli fosse ateo in quanto interessato alla ricerca della non esistenza di Dio.

Reazione di Cavalcante

Nel rispondere Dante, riferendosi a Guido adopera un passato remoto – ebbe a disdegno – . Questo fa pensare a Cavalcante che suo figlio sia morto e, preso dall’amore paterno, chiede conferma . Ma Dante indugia a rispondere perché assorto a pensare come possono gli eretici ignorare il presente ed essere solo capaci di prevedere il futuro. Questo silenzio è interpretato da Cavalcante come una conferma positiva e forse, preso da una forte emozione, cade, sparendo per sempre all’interno della tomba, nella completa indifferenza di Farinata degli Uberti che ha assistito alla scena. In vita, Farinata e Cavalcanti si conosceva ed appartavano a due fazioni opposte: ghibellino il primo e guelfo il secondo. Sappiamo anche che, per opportunità politica, Guido Cavalcanti aveva spostato Beatrice, figlia di Farinata.

Ripresa del colloquio

Dopo l’episodio con Cavalcante, Dante riprende il suo colloquio con Farinata.

Testo (vv. 52-75)

Lamento di Cavalcante

Allor surse a la vista scoperchiata

un’ombra, lungo questa, infino al mento:

credo che s’era in ginocchie levata.

Dintorno mi guardò, come talento

avesse di veder s’altri era meco;

e poi che ’l sospecciar fu tutto spento,

piangendo disse: "Se per questo cieco

carcere vai per altezza d’ingegno,

mio figlio ov’è? e perché non è teco?".

E io a lui: "Da me stesso non vegno:

colui ch’attende là, per qui mi mena

forse cui Guido vostro ebbe a disdegno".

Le sue parole e ’l modo de la pena

m’avean di costui già letto il nome;

però fu la risposta così piena.

Di sùbito drizzato gridò: "Come?

dicesti "elli ebbe"? non viv’elli ancora?

non fiere li occhi suoi lo dolce lume?".

Quando s’accorse d’alcuna dimora

ch’io facëa dinanzi a la risposta,

supin ricadde e più non parve fora.

Ma quell’altro magnanimo, a cui posta

restato m’era, non mutò aspetto,

né mosse collo, né piegò sua costa;

PARAFRASI (vv. 52-75)

Parafrasi del Lamento

Allora nell’apertura priva di coperchio si alzò

un’anima accanto a quella con cui parlavo, emergente però solo fino al mento:

credo che si fosse messa in ginocchio.

Guardò intorno a me, come se avesse desiderio

di vedere se altre persone fossero insieme a me;

e quando quel suo sospetto fu estinto

con le lacrime agli occhi, disse: “Se attraverso questa prigione

buia te ne vai grazie alle tue capacità intellettive,

dov’è mio figlio? E perché non è con te?

Ed io gli risposi: “Non sto facendo questo viaggio di mia iniziativa:;

colui che mi attende [Virgilio] mi conduce, attraverso questi luoghi,

da una persona che forse il vostro Guido disprezzò”.

Le sue parole e la pena a cui era stato condannato

Mi avevano fatto capire il suo nome;

per questo la mia risposta fu così esauriente.

Improvvisamente, alzatosi in piedi gridò: “come?

Hai detto “disprezzò”? non è più in vita?

La dolce luce del sole non ferisce più i suoi occhi?”

Quando si rese conto di un certo mio indugio

rima di rispondergli,

cadde supino e dalla tomba non venne più fuori.

Ma l’altro di animo grande, a seguito della cui richiesta

mi ero fermato, non cambiò aspetto,

né mosse il collo, né si piegò su di un fianco;

Domande da interrogazione

  1. Chi sono gli eretici nel VI cerchio dell'Inferno e quale pena subiscono?
  2. Gli eretici nel VI cerchio dell'Inferno, tra cui gli epicurei, sono collocati in sepolcri infuocati. La loro pena è legata al fuoco, simile ai roghi medievali per gli eretici, e sono condannati a conoscere solo il futuro, non il presente, come contrappasso per aver negato l'immortalità dell'anima.

  3. Qual è il tema principale del colloquio tra Dante e Farinata?
  4. Il colloquio tra Dante e Farinata è caratterizzato da un forte contrasto politico, poiché Farinata degli Uberti e Dante appartengono a fazioni opposte, rispettivamente ghibellino e guelfo.

  5. Qual è la reazione di Cavalcante quando parla con Dante?
  6. Cavalcante, padre di Guido Cavalcanti, chiede a Dante se suo figlio sia ancora in vita. Quando Dante usa il passato remoto riferendosi a Guido, Cavalcante teme che suo figlio sia morto e, preso dall'emozione, scompare nella tomba.

  7. Come reagisce Farinata alla scena tra Dante e Cavalcante?
  8. Farinata degli Uberti assiste alla scena tra Dante e Cavalcante con indifferenza, senza cambiare aspetto o mostrare emozioni, nonostante la drammaticità del momento.

  9. Cosa rappresenta il silenzio di Dante per Cavalcante?
  10. Il silenzio di Dante viene interpretato da Cavalcante come una conferma della morte di suo figlio Guido, portandolo a una reazione emotiva intensa che lo fa scomparire nella tomba.

Domande e risposte

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