Concetti Chiave
- Dante e Virgilio incontrano Pluto nel quarto cerchio, che tenta di dissuaderli, ma Virgilio afferma che il viaggio è voluto da Dio.
- Nel quarto cerchio, i prodighi e gli avari sono puniti spingendo macigni, con molti ecclesiastici tra i dannati, irriconoscibili dal tormento.
- Dante descrive la Fortuna come una forza superiore agli dèi, responsabile del controllo della vita e dei cieli.
- Nel quinto cerchio, gli iracondi sono immersi nella palude stigia, colpendosi e divorandosi eternamente.
- Sulla superficie della palude, i sospiri degli accidiosi ribollono, simbolo della loro incapacità di apprezzare la vita.
Indice
L'incontro con Pluto
All'interno del canto VII Dante e Virgilio vengono accolti nel quarto cerchio dell'inferno da Pluto, che cerca di dissuaderli dalla prosecuzione del viaggio nelle tenebre, ma Virgilio lo informa che il viaggio deve avvenire per volere di Dio.
La punizione dei prodighi e avari
All'interno del quarto cerchio dell'Inferno i prodighi e gli avari sono puniti incessantemente con la costrizione a spingere sul petto un enorme macigno e a scontrarsi l'uno con l'altro in eterno. Dante nota che molti dei dannati sono degli ecclesiastici, anche se non riesce a riconoscerli perché il loro volto è deturpato dalla sofferenza e dal tormento di aver condotto una vita sconsiderata.
La Fortuna e il suo potere
All'interno della seconda parte di questo canto, Dante parla della Fortuna, che è descritta come un'entità superiore al potere degli dèi. Ad essa sono affidati i vari cieli e il controllo della vita di ogni uomo.
Il quinto cerchio e gli iracondi
Dante e Virgilio proseguono il loro viaggio giungendo all'interno del quinto cerchio, dove gli iracondi scontano la loro pena in eterno: essi sono immersi all'interno della palude stigia e si colpiscono con l'uno con l'altro, divorandosi a vicenda. Sulla superficie della palude ribollono i sospiri degli accidiosi, che condussero una vita infelice perché non furono in grado di apprezzare le bellezze.