Concetti Chiave
- Dante incontra l'anima del suo antenato Cacciaguida nel cielo di Marte, tra i martiri e gli eroi della fede.
- I beati si mostrano in una forma di croce luminosa, cantando un inno di lode a Dio che affascina Dante.
- Uno spirito si stacca dalla croce, rivelandosi essere Cacciaguida, che invita Dante a fare domande.
- Cacciaguida, morto nella seconda crociata, è un personaggio centrale per il tema della Firenze antica.
- La rievocazione nostalgica di Cacciaguida evidenzia la critica di Dante alla corruzione della Firenze contemporanea.
pur aspettando, io fui la tua radice»:
cotal principio, rispondendo, femmi.
Poscia mi disse: «Quel da cui si dice
tua cognazione e che cent' anni e piùe
girato ha 'l monte in la prima cornice,
mio figlio fu e tuo bisavol fue:
ben si convien che la lunga fatica
tu li raccorci con l'opere tue.
Fiorenza dentro da la cerchia antica,
ond' ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace, sobria e pudica.
L'incontro con l'antenato
Dante è giunto nel cielo di Marte, dove si trovano le anime dei martiri e degli eroi della fede che sacrificarono la propria vita a Dio e alla difesa della religione cristiana.
La visione dei beati
I beati, risplendenti da una luce vivissima,appaiono all'interno di due raggi luminosi disposti a forma di croce, entro i quali si muovono di un movimento continuo e cantando in coro un inno di lode a Dio che incanta e avvince Dante con la sua armonia melodiosa.
L'anima di Cacciaguida
Quando essi sospendono il loro canto, uno spirito, simile ad una stella cadante che attraversa il cielo,si stacca dalla croce e si rivolge a Dante, invitandolo ad esprimere cio che desidera sapere, poichè questa è la volonta di Dio. Si tratta dell'anima di Cacciaguida,antenato di Dante, morto combattento in Terrasanta durante la seconda crociata. La sua figura occupa ben tre canti del Paradiso, tra i piu importanti della Commedia per i temi toccati, a cominciare dalla nostalgica rievocazione che Cacciaguida, in questo canto,compie delle condizioni della Firenze antica,attraverso la quale emerge per contrasto la condanna sdegnata e dolorosa di Dante per la "sua" Firenze.