Concetti Chiave
- Le Rime di Dante riflettono diverse influenze poetiche giovanili, come la tendenza cortese e lo Stilnovo.
- Dante inizialmente esplora l'amore e la filosofia con una forte carica allegorica, prima di spostarsi su temi morali più aspri.
- Tra il 1293 e il 1296, Dante sperimenta la comicità burlesca con la "tenzone" con Forese Donati.
- La poesia trobadorica ispira le Rime petrose, caratterizzate da una forte carica erotica.
- Dopo l'esilio, Dante utilizza le rime per difendersi dalle accuse e criticare la corruzione e l'avidità del suo tempo.
Indice
Le Rime e l'evoluzione stilistica
Le Rime sono una raccolta di liriche dantesche in cui convergono le esperienze giovanili del poeta, infatti riflettono la tendenza cortese, guittoniana, cavalcantiana e guinizzelliana.
All’interno di queste rime emerge l’amore per la filosofia, su cui sono incentrate delle canzoni dalla forte carica allegorica. Ben presto però, Dante abbandona l’allegoria e orienta le sue liriche verso la trattazione di problemi morali, abbandonando lo stile “dolce” e prendendo così le distanze dallo Stilnovo. Le rime diventano così più aspre e sottili, lasciando quindi spazio all’esame dei problemi dell’epoca dantesca e della corruzione in cui versa l’Italia in quegli anni.
Sperimentazioni e influenze poetiche
Gli anni che vanno dalla morte di Beatrice all’esilio significano per Dante una serie di sperimentazioni: dapprima percorre la strada della comicità burlesca, realizzando tra il 1293 e il 1296 la “tenzone” con Forese Donati, uno scambio di sonetti e battute che utilizza un linguaggio basso e plebeo, ripreso da Dante all’interno dell’Inferno.
Contemporaneamente Dante subisce l’influenza della poesia trobadorica e compone il gruppo delle Rime petrose, dedicate ad una madonna Pietra e caratterizzate dalla forte carica erotica.
L'esilio e la difesa dell'innocenza
Dopo l’esilio sopraggiunge la canzone allegorica incentrata sulla dignità dell’esule innocente, in cui Dante si difende dalle accuse mossegli e mostra la sua purezza d’animo. In queste rime Dante si scaglia contro il mondo abietto e avido di denaro, cosa che attribuisce alla mancanza di un’autorità imperiale con la conseguente mondanizzazione della Chiesa.
Per far fronte a tutto questo il poeta eleva una preghiera a Dio affinché regni la giustizia.