Concetti Chiave
- La canzone di Dante, conosciuta come "La grande canzone dell’esilio", è stata scritta durante i primi anni del suo esilio da Firenze, intorno al 1302.
- La struttura metrica è complessa, con cinque stanze composte da endecasillabi e settenari, seguendo schemi differenti per la sirma e i congedi.
- L'opera si divide in una parte autobiografica e una allegorica, quest'ultima rappresenta la giustizia come un principio universale guidato da un disegno divino.
- Il tema autobiografico emerge con l'orgoglio di Dante per la giustizia, considerando l'esilio un onore che lo separa dai malvagi e lo avvicina ai giusti.
- I congedi riflettono una posizione politica complessa di Dante, che tenta di mantenere un equilibrio tra le fazioni e spera nella revoca del suo esilio.
Indice
Introduzione
La canzone, tratta da Rime, è stata definita da alcuni critici “La grande canzone dell’esilio” perché fu composta nei primi anni dell’esilio di Dante da Firenze, forse nel 1302.
La metrica
La canzone si compone di cinque stanze a cui si aggiunge un sirma e un primo congedo e un secondo congedo (è probabile che quest’ultimo sia stato aggiunto ulteriormente.Ogni stanza si compone di endecasillabi e settenari. Lo schema è il seguente: AbbC, AbbC, CddEeFEfGG (in cui le lettere maiuscole si riferiscono agi endecasillabi e le lettere minuscole ai settenari. Lo schema AbbC, AbbC, CddEeFEfGG vale anche per la sirma e il primo congedo, mentre per il secondo congedo abbiamo AXaBBCC. La sirma è la seconda parte della stanza o della strofa che si collega alla prima parte (chiamata fronte) per mezzo di un verso che viene chiamato “chiave”.
L’aspetto allegorico e il messaggio di Dante
Las canzone è strutturata in due parti ben individuabili: all’ inizio, il poeta pone se stesso in primo piano (cfr. uso del pronome personale di 1.a persona singolare “mi”; questo sta a significare come il problema della giustizia occupi un posto di preminenza nella sua vicenda biografica e nei suoi sentimenti. Tuttavia, subito dopo, prende il sopravvento la parte allegorica e quindi più astratta. La dimensione allegorica consiste nella descrizione delle tre donne e del dialogo di Amore con la donna che parla. Essa è l’allegoria della Giustizia naturale, cioè della giustizia intesa come principio universale. Il dialogo occupa, praticamente quattro strofe e culmina, alla fine della III stanza, dove viene svelata, almeno parzialmente l’identità della donna e in cui ci concentra anche il messaggio politico di Dante. Il poeta, tramite Amore, esorta le tre donne affinché rialzino la testa, dato che la loro essenza è eterna. Im messaggio di Dante è allora il seguente: l’iniquità non può trionfare perché esiste un disegno divino che regola la storia e che prevede, necessariamente, il riscatto dei valori universali della terra. Qui appare anche la concezione provvidenziale della storia che caratterizza tutto il pensiero medioevale.
L’aspetto autobiografico
La V stanza inizia col pronome personale “io” che introduce il motivo personale e autobiografico, anche se questi non mancano nei versi precedenti:v.17: con orgoglio, Dante si dichiara amico della giustizia
v.75: le tre donne, Amore e il poeta stesso si definiscono “dispersi”
v.76: Dante ritiene che l’esilio a cui è stato confinato dal destino, sia un onore
v.80: essere travolti con i buoni è un fatto degno di lode
In sintesi, questo significa che nel mondo contemporaneo a dante, la malvagità ha preso il sopravvento per cui essere esiliato e quindi allontanato dai malvagi e soffrire l’esilio insieme ai buoni è un privilegio e cosa degna di essere lodata; a questo si aggiunge la concezione provvidenzialistica della storia che prova la collocazione dell’esiliato dalla parte dei giusti.
Tuttavia si tratta di un privilegio molto amaro perché, nonostante tutto, comporta l’umana sofferenza, l’orgoglio per la propria coerenza e il dolore per aver perso le consuete abitudini e la vicinanza con le persone amate. Infatti, Dante parla di “fuoco d’amore” per Firenze che un tempo gli aveva “scaldato il cuore”, ma che, invece ora gli consuma “l’ossa e la polpa” e gli fas intravedere la morte molto vicina.
I due congedi
I due congedi riprendono la suddivisione delle cinque stanze che precedo. Il primo riprende la precedente allegoria con la raccomandazione che essa deve rimanere più oscura possibile, eccetto per pochi definiti 2amici della virtù”. Degna di nota è la metafora velata di erotismo che indica le bellezze evidenti e nascoste della canzoneIl secondo congedo, probabilmente scritto in un secondo momento, riprende il tema politico-autobiografico.. pare che sia stato scritto quando Dante si allontanò dai Bianchi esiliati e restò isolato. In tale situazione, Dante assunse una posizione equidistante fra le due parti, un atteggiamento presente all’inizio del congedo quando mostra indifferenza a proposito delle frequentazioni sia bianche che nere. Tuttavia, nel contempo, Dante cercò di ottenere una revoca dell’esilio (cfr. 2.a parte del Congedo). Rispetto alla V stanza della canzone, nel congedo dimostra un tono più pacato, ma non in modo distaccato, come risulta dai due versi “camera di perdon savio uom non serra, / che ‘l perdonar è bel vincere di guerra” che nel contempo costituisce una lezione politica da parte dell’esiliato nei confronti dei suoi avversari e un tentativo di tenere comunque una speranza di un ravvedimento del partito dei vincitori.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato allegorico della canzone di Dante?
- Come si struttura la metrica della canzone?
- Qual è l'aspetto autobiografico presente nella canzone?
- Cosa rappresentano i due congedi nella canzone?
- Qual è il messaggio politico di Dante nella canzone?
La canzone rappresenta la giustizia naturale come un principio universale, esortando le tre donne a rialzare la testa, poiché l'iniquità non può trionfare grazie a un disegno divino che regola la storia.
La canzone è composta da cinque stanze con endecasillabi e settenari, seguendo lo schema AbbC, AbbC, CddEeFEfGG, che si applica anche alla sirma e al primo congedo, mentre il secondo congedo segue lo schema AXaBBCC.
Dante esprime il suo orgoglio per la giustizia e considera l'esilio un onore, poiché lo allontana dai malvagi e lo avvicina ai buoni, nonostante comporti sofferenza e perdita delle abitudini e delle persone amate.
I due congedi riprendono i temi allegorici e politici, con il primo che raccomanda di mantenere l'allegoria oscura e il secondo che riflette la posizione equidistante di Dante tra le fazioni politiche e il suo tentativo di revocare l'esilio.
Dante trasmette che l'iniquità non può prevalere poiché esiste un disegno divino che prevede il riscatto dei valori universali, e invita i suoi avversari a considerare il perdono come una vittoria più nobile della guerra.