Concetti Chiave
- Dante percepisce la missione di dispensare cultura e verità, un tema centrale nel "Convivio".
- Il "Convivio" è strutturato con una solida argomentazione tipica della trattatistica medievale, usando distinzioni e catalogazioni dettagliate.
- Dante vede la scienza come il fine ultimo dell'anima umana, un desiderio naturale ostacolato da fattori interni ed esterni.
- Pur non essendo uno studioso professionista, Dante raccoglie conoscenze dai veri sapienti per condividerle con chi è culturalmente limitato.
- Il "Convivio" è concepito come un banchetto spirituale aperto a coloro desiderosi di sapere, esclusi quelli che si allontanano dalla scienza per indolenza.
Indice
Introduzione
Dante sente in modo chiaro e molto intenso la missione dell’uomo di lettere che si concretizza nella volontà di dispensare la cultura e la verità. Sui un tema che è presente in tutta la sua produzione poetica, ma è particolarmente evidente nell’impostazione e nella struttura del Convivio. Tale dichiarazione di intenti è chiara soprattutto nelle prime pagine del Convivio.
Struttura argomentativa
Il testo presenta le caratteristiche che si ritrovano in tutte le opere in prosa, in latino o in volgare, di Dante che, d’altra parte, sono tipiche della trattatistica medioevale. Esse sono: una solida struttura argomentativa che fa uso continuo di distinzioni, catalogazioni e di una casistica molto dettagliata.La struttura argomentativa può essere schematizzata come segue:
1. Affermazione generale: la scienza, e quindi la conoscenza, è il fine ultimo dell’animo umano. Pertanto il desiderio di sapere è naturalmente insito in tutti gli uomini. La ragione di ciò può derivare dal fatto che ogni cosa, spinta dalla propria natura, nella quale agisce sempre la provvidenza divina, tende a realizzare la propria perfezione e, dato la scienza è la perfezione in assoluto dello spirito ed in ese risiede la felicità più grande, tutti gli uomini, per naturale tendenza, sono soggetti al desiderio di avvicinarsi alla scienza.
Ostacoli al raggiungimento di tale obiettivo, ossia le ragioni che allontanano l’uomo dalla scienza possono essere interne o esterne all’uomo:
a) Connaturati all’individuo (si trovano dentro l’uomo):
1. Difetti fisici, quali cecità, sordità, ecc.
2. Difetti dello spirito, quali inclinazioni viziose, tendenza alla ricerca del piacere, ecc. Dante precisa che l’inclinazione al male ha il sopravvento nell’anima, la quale, così, persegue falsi e viziosi obiettivi, dai quali essa è attratta a tal punto da disprezzare ogni cosa pur di perseguirli.
b) Dovuti a cause esterne (“di fuori dall’uomo”):
1. Incombenze familiari e civili. I doveri familiari e le incombenze derivate dalla vita sociale non lasciano agio e possibilità di applicarsi allo studio (che Dante definisce “ozio di speculazione”)
2. Caratteristiche negative dell’ambiente quali la mancanza di strumenti di studio e di rapporti con gli uomini di scienza. La mancanza, nel luogo in cui si vive, di attrezzature (come l’Università) e di possibilità di scambi culturali, limita notevolmente il rapporto dell’uomo con la scienza per cui sono pochi coloro che possono pervenire alla consuetudine della scienza o “abito della scienza”.
Gli uomini di scienza sono animati da uno spirito di comprensione (= misericordia), di benevolenza e di solidarietà nei confronti di coloro che sono poveri di scienza e che quindi vivono nell’ignoranza.
Questo concetto è espresso con l’immagine dell’erba e delle ghiande = ignoranza e da quella del pane degli angeli = scienze filosofiche e teologiche. Dante precisa che dalla benevolenza nasce il desiderio di apportare aiuto agli altri. Il poeta ricorre anche all’immagine della fonte da cui sgorga l’acqua, utile per calmare la sete, ossia il desiderio di sapere che è insito nella natura umana.
Dante, uomo di scienza
Pur non considerandosi in senso proprio “uomo di scienza”, Dante crea un convivio di scienze destinato ad accogliere tutti coloro che si trovano nella condizioni limitative che ha descritto. Infatti, egli non si considera uno studioso di professione, ma semplicemente una persona che si è distaccata dal volgo e che, alunni dei veri sapienti raccoglie le briciole della loro mensa e pensa anche di far partecipare all’ arricchimento culturale i miseri. A questi ultimi, però, egli ha già fatto conoscere qualcosa. in questa affermazione, è evidente un’allusione alle canzoni che il poeta intendeva commentare nel Convivio e che, in parte, dovevano essere già divulgate.
Scopo e organizzazione del "Convivio"
A questo punto, il poeta spiega il significato del convivio che ha intenzione di organizzare; si tratta di un banchetto di sapienza, cioè un convivio spirituale per tutti, nel quale egli offrirà non solo le vivande (= le canzoni), ma anche il pane, cioè il commento che è necessario affinché esse siano comprese e assimilate.. E proprio questo è quel convivio durante il quale viene imbandito il pane (cioè il commento) senza il quale, la vivanda (= le canzoni) sarebbe somministrata in vano. Dal banchetto sono esclusi tutti coloro che sono privi della disposizione interna (cause insite nell’uomo) ad avvicinarsi alla scienza. Sono invece ben accetti tutti quelli che a causa degli impegni familiari e civili sono rimasti desiderosi scienza. Ai lori piedi, e quindi ad un livello di inferiorità, si devono sedere coloro che sono rimasti in ozio; questo perché sono rimasti volutamente lontani dal sapere per indolenza o per pigrizia e quindi più colpevoli dei primi che, invece, sono stati impediti da necessità civili e familiari.Domande da interrogazione
- Qual è la missione che Dante percepisce per l'uomo di lettere?
- Quali sono gli ostacoli interni che allontanano l'uomo dalla scienza secondo Dante?
- Come Dante descrive gli ostacoli esterni al raggiungimento della scienza?
- In che modo Dante si considera un uomo di scienza?
- Qual è lo scopo del "Convivio" secondo Dante?
Dante sente la missione di dispensare cultura e verità, un tema evidente nel "Convivio".
Gli ostacoli interni includono difetti fisici e dello spirito, come inclinazioni viziose e ricerca del piacere.
Gli ostacoli esterni comprendono incombenze familiari e civili e la mancanza di strumenti di studio e scambi culturali.
Dante non si considera un uomo di scienza professionista, ma una persona che raccoglie conoscenze dai veri sapienti per condividerle.
Il "Convivio" è un banchetto di sapienza destinato a offrire canzoni e commenti per arricchire culturalmente chi è desideroso di sapere.