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Concetti Chiave

  • Dante identifica la crisi del Trecento come causata dalla decadenza dell'impero e della chiesa, vedendo nella restaurazione dell'autorità Imperiale l'unica soluzione.
  • La Monarchia di Dante è divisa in tre libri, ciascuno dei quali esplora la necessità di una monarchia universale, l'autorità divina dell'impero romano e la relazione tra impero e chiesa.
  • Dante sostiene che l'autorità dell'impero e della chiesa deriva direttamente da Dio, rendendo entrambi i poteri autonomi e complementari nella loro missione.
  • L'imperatore è visto come garante della libertà e della pace, fondamentali per la felicità terrena, e questo ruolo conferma la legittimità divina del potere Imperiale.
  • La visione politica di Dante, pur se utopica, riflette le sue aspirazioni di una pace imposta dall'alto per risolvere le discordie umane e mantenere l'ordine.

Indice

  1. Crisi delle istituzioni medievali
  2. Dante e l'autorità Imperiale
  3. La Monarchia di Dante
  4. Utopia politica di Dante

Crisi delle istituzioni medievali

Quando l'inizio del Trecento si era aperto un periodo di grave crisi per le due massime istituzioni del Medioevo: l'impero aveva perso il suo dominio sull'Italia e la chiesa, nel tentativo di colmare l'assenza di potere, dapprima era diventata sempre più corrotta e poi si era dovuta sottomettere alla monarchia francese.

Dante e l'autorità Imperiale

Dante riconosce in questa situazione di decadenza la principale causa della degradazione morale dell'umanità. Già nel Convivio egli aveva indicato come unica possibile soluzione la restaurazione dell'autorità Imperiale. Perciò, nel 1310, quando il nuovo Imperatore Enrico VII di Lussemburgo sta scendendo in Italia per ristabilire il suo potere, Dante lo vede come un segno di speranza: scrive tre epistole politiche in latino, in cui manifesta le sue speranze per l'impresa, lo sdegno per chi lo ostacola e i timori di un fallimento. Sotto lo stimolo di questo importante evento politico nasce la Monarchia.

La Monarchia di Dante

La Monarchia è un'opera dottrinale scritta in latino è suddivisa in tre libri:

  1. I Libro = Mostra la necessità di una monarchia universale, di una forma di potere che si ponga al di sopra di tutti i regnanti, come supremo arbitro tra le loro contese e garante della Giustizia.
  2. II Libro = piega che l'autorità Imperiale è stata concessa al popolo romano direttamente da Dio, nel suo disegno provvidenziale, E che pertanto può essere
  3. esercitata legittimamente solo dai successori degli imperatori romani.
  4. III Libro = Tratta i rapporti tra impero e chiesa, affermando la loro autonomia, poiché entrambi derivano direttamente da Dio, e allo stesso tempo la loro complementarità: l'imperatore deve riverenza al Papa, guida spirituale dell'umanità, e il Papa ha bisogno, per operare, della pace che solo il potere politico può garantire. Il loro rapporto non è come quello del Sole, che brilla di luce propria, con la Luna, che brilla di luce riflessa, come sostiene Papa Innocenzo III, ma come quello fra "due soli": l'impero ha per fine la felicità dell'uomo in questa vita, mentre la chiesa il raggiungimento della beatitudine eterna.

Utopia politica di Dante

L'ideale politico di Dante era destinato a rimanere una irrealizzabile utopia, poiché gli eventi storici avevano ormai determinato la crisi irreversibile dei due poteri universali.

È il capitolo conclusivo dell’opera, in cui Dante ne riassume la tesi di fondo: l’autorità dell’Impero non deriva da quella del papa, ma direttamente da Dio. L’imperatore, quindi, non è sottoposto al pontefice, ma le due autorità sono indipendenti.

Temi = la distinzione tra potere temporale e spirituale, la giustificazione Divina dell'impero, l'aspirazione alla pace.

Impostazione bipolare = L’argomentazione, puntando a definire le caratteristiche distinte e indipendenti delle due autorità, è tutta impostata sulla contrapposizione di membri paralleli: “il sommo Pontefice”/”l’imperatore”, “vita eterna”/”felicità temporale”, “dottrine spirituali”/”dottrine filosofiche”.

La struttura del discorso riflette la tesi centrale dell’opera, quella di una duplice guida corrispondente a un duplice fine.

Ruolo dell'imperatore = La natura dell’uomo per Dante è di per sé incline al male, quindi, essendo lo scopo principale dell’umanità quello di conservare la libertà e la pace (dal momento che il mondo è un riflesso della perfezione Celeste), acquista un particolare risalto il ruolo dell'imperatore, che dispone della forza materiale per realizzare queste condizioni (ed è questa un ulteriore conferma del fatto che il potere Imperiale derivi direttamente da Dio).

Dante, nel formulare tale ipotesi, vi proiettava soprattutto le sue aspirazioni deluse e: il desiderio di una pace garantita dall'alto, che risolvesse le discordie e cittadini.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la principale causa della degradazione morale dell'umanità secondo Dante nel contesto storico e sociale del Trecento?
  2. Dante identifica la principale causa della degradazione morale dell'umanità nella crisi delle due massime istituzioni del Medioevo: l'impero e la chiesa, che avevano perso il loro potere e autorità, portando a corruzione e sottomissione.

  3. Che soluzione propone Dante per superare la crisi delle istituzioni medievali?
  4. Dante propone come soluzione la restaurazione dell'autorità Imperiale, vedendo nell'arrivo dell'Imperatore Enrico VII di Lussemburgo in Italia un segno di speranza per ristabilire il potere e l'ordine.

  5. In che modo "De Monarchia" è strutturata e quali temi principali affronta?
  6. "De Monarchia" è suddivisa in tre libri: il primo mostra la necessità di una monarchia universale, il secondo argomenta che l'autorità Imperiale è stata concessa al popolo romano da Dio, e il terzo tratta i rapporti tra impero e chiesa, sottolineando la loro autonomia e complementarità.

  7. Qual è il rapporto tra impero e chiesa secondo Dante in "De Monarchia"?
  8. Dante afferma che impero e chiesa sono autonomi e derivano direttamente da Dio, ma sono complementari: l'imperatore deve riverenza al Papa come guida spirituale, mentre il Papa necessita della pace garantita dal potere politico per operare, stabilendo un rapporto di mutuo sostegno e non di subordinazione.

  9. Qual è il ruolo dell'imperatore nell'ideale politico di Dante e come si collega alla natura umana?
  10. Secondo Dante, l'imperatore ha il ruolo di garantire la libertà e la pace, essenziali per il raggiungimento della felicità terrena, poiché l'uomo è incline al male. Questo conferma che il potere Imperiale deriva direttamente da Dio, essendo cruciale per mantenere l'ordine e riflettere la perfezione Celeste sulla Terra.

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