Concetti Chiave
- Il Convivio, scritto tra il 1304 e il 1307, rappresenta un banchetto di sapienza dove Dante affronta temi filosofici e offre una prosa argomentativa e razionale.
- A differenza de La Vita Nuova, il Convivio adotta un approccio più oggettivo e distaccato, rivolgendosi a un pubblico nobile ma non necessariamente colto.
- La struttura del Convivio è divisa in quattro trattati, affrontando temi come il Paradiso, la sapienza e la nobiltà, quest'ultima non limitata al lignaggio ma acquisibile attraverso lo studio.
- Il De Vulgari Eloquentia, scritto in contemporanea al Convivio, esalta la dignità del volgare, proponendolo come lingua letteraria con caratteristiche cardinale, aulico e curiale.
- Dante promuove il volgare come adatto a tre stili letterari: comico, tragico e amoroso, cercando di unificarlo come lingua comune.
Indice
L'amore di Dante per la filosofia
Il Convivio viene scritto tra il 1304 e il 1307. Dante scrive quest’opera spinto dall’amore che provava per la filosofia e l’intenzione iniziale era quella di offrire un banchetto di sapienza dove fosse disponibile tutto lo scibile umano.
Lo schema del Convivio riprende quello della Vita Nuova: delle poesie commentate in prosa.
Al contrario de La Vita Nuova, dove Dante parla di esperienze personali e soggettive, nel Convivio c’è una presa di posizione più oggettiva e distaccata da parte dell’autore, che si giustifica con il fatto che negli anni è maturato. Inoltre, la prosa utilizzata nel Convivio è molto più orientata verso l’argomentazione razionale rispetto a quella della Vita Nuova.
Struttura e pubblico del Convivio
Dante rivolge l’opera del Convivio non ai dotti, bensì a coloro che per “cure” non hanno potuto acculturarsi; l’opera è quindi rivolta ad un pubblico nobile, ma al tempo stesso non acculturato quando i dotti o gli intellettuali professionisti; questi ultimi sono disprezzati da Dante, in quanto non apprezzano la cultura per pura passione, ma semplicemente per ricavarci dei guadagni.
Trattati e temi del Convivio
Il convivio è diviso in 4 trattati; il primo spiega com’è strutturato il brano, Il secondo dice che la lettura dove essere effettuata in modo allegorico, per poi passare a commentare una poesia che tratta il tema del Paradiso e delle gerarchie angeliche. Il terzo trattato affronta il tema della sapienza, che per Dante è ciò che può rendere l’uomo perfetto. Nel quarto trattato Dante discute una tematica di cui si parlava molto all’epoca: quello della nobiltà. Dante confuta una tesi di Federico II, il quale diceva che la nobiltà poteva solo essere di sangue. Dante invece afferma che la nobiltà poteva anche essere raggiunta ingentilendo il proprio animo attraverso gli studi, e che ci deve essere una sorta di predisposizione in quanto solo gli animi gentili possono acculturarsi.
Inoltre, Dante effettua una distinzione tra gli uomini che per “pigrezza” non hanno effettuato gli studi, e coloro che per problemi di salute o famiglia non hanno avuto modo di crearsi una cultura: Dante giustifica i secondi, in quanto sono stati trattenuti da forze maggiori, mentre condanna i primi.
Il De Vulgari Eloquentia e il volgare
Il De Vulgari Eloquentia viene scritto in contemporanea al Convivio, ampliandone il discorso della dignità del volgare. Quest’opera era rivolta ai dotti, infatti era scritta in Latino.
Una retorica interamente dedicata al volgare consacrava quest’ultimo: Dante voleva rendere il volgare uno strumento di espressione letteraria. Egli definì il volgare illustre, e gli diede tre caratteristiche: cardinale, in quanto voleva che facesse da punto cardine a tutti gli altri volgari municipali, in modo tale che si arrivasse ad una unità linguistica; aulico, poiché se in Italia fossero esistite le regge, il volgare illustre sarebbe stato la lingua dei palazzi reali; curiali, in quanto rispettava i requisiti di eleganza e raffinatezza che richiedevano le corti. Inoltre, Dante definisce il volgare come adatto per tre stili: quello comico, quello della tragedia e quello dell’amore.
Domande da interrogazione
- Qual è l'intento principale di Dante nel scrivere il Convivio?
- A chi è rivolto il Convivio e perché?
- Quali sono i temi principali trattati nei quattro trattati del Convivio?
- Come Dante distingue tra coloro che non si sono acculturati?
- Qual è l'obiettivo del De Vulgari Eloquentia e come Dante definisce il volgare?
Dante scrive il Convivio spinto dall'amore per la filosofia, con l'intenzione di offrire un "banchetto di sapienza" accessibile a chi non ha potuto acculturarsi per motivi di "cure".
Il Convivio è rivolto a un pubblico nobile ma non acculturato come i dotti, che Dante disprezza perché non apprezzano la cultura per passione ma per guadagno.
I temi principali includono la struttura dell'opera, la lettura allegorica, la sapienza come perfezione umana, e la nobiltà, che Dante ritiene possa essere raggiunta attraverso lo studio e l'ingentilimento dell'animo.
Dante distingue tra chi non ha studiato per "pigrezza" e chi non ha potuto per problemi di salute o familiari, giustificando i secondi e condannando i primi.
L'obiettivo è consacrare il volgare come strumento letterario, definendolo illustre, cardinale, aulico e curiale, adatto per stili comico, tragico e amoroso.