Concetti Chiave
- È fondamentale evitare esami di laboratorio ridondanti, assicurandosi che nuovi test non forniscano le stesse informazioni di quelli già richiesti.
- La troponina è attualmente l'unico biomarcatore dosato per la diagnosi di infarto, mentre altri marcatori come la fibrina sono stati considerati fuorvianti.
- La ricerca medica spesso impiega anni per studiare nuove molecole che possono alla fine rivelarsi non rilevanti a livello diagnostico.
- Il processo di analisi dei biomarcatori si suddivide in quattro fasi: pre-preanalitica, preanalitica, analitica e post-analitica, ognuna con compiti specifici.
- Nella fase post-analitica, l'emissione del referto richiede un'interpretazione accurata per evitare errori diagnostici, coinvolgendo sia il medico prescrittore che il medico di laboratorio.
Valore informatico del dosaggio dei biomarcatori
Quando si richiede un nuovo esame di laboratorio, è necessario accertarsi che questo non sia ridondante, ovvero che non dia lo stesso tipo di informazioni fornite da altri esami già richiesti. Chiaramente, se i due esami risultano avere lo stesso valore informativo, non ha senso richiederli entrambi.Come detto in precedenza, sono molti i potenziali marcatori di infarto individuati nel corso della storia, ma ad oggi, solamente un biomarcatore viene dosato per le diagnosi di infarto, ossia la troponina. In passato diversi medici ritenevano che il dosaggio della fibrina solubile avrebbe rappresentato una svolta per la diagnosi di infarto. Al contrario, è stato in seguito pubblicato un articolo che non solo ne provava l’inutilità, ma anzi sottolineava come il suo dosaggio poteva dimostrarsi fuorviante, perchè, essendo la fibrina un marcatore di trombosi, si presentava il rischio di considerare come infarto tutti i casi di trombosi superficiali ed embolie polmonari (deragliando il ragionamento clinico).
A volte in ricerca si impiegano anni per studiare molecole, confidando nell’effetto rivoluzionario che il loro impiego possa avere in ambito medico, solo per realizzare che così non è. Bisogna quindi essere sempre consapevoli che talvolta, anche le molecole la cui applicazione sembra un’evidenza scientifica, possono rivelarsi non rilevanti a livello diagnostico.
Questo viaggio è costituito da moltissime attività che vengono suddivise quattro diverse fasi:
• La fase pre-preanalitica, rappresentata dalla richiesta, che coinvolge il medico prescrittore (il clinico di qualsiasi reparto o il medico di base).
• La fase preanalitica, rappresentata da tutte le attività che precedono l’analisi del campione, alcune delle quali avvengono all’esterno del laboratorio, altre all’interno del laboratorio (ad esempio, l’identificazione corretta del paziente, la raccolta del campione biologico, il tipo di provetta da utilizzare, ecc.).
• La fase analitica, rappresentata dall’analisi del campione biologico all’interno del laboratorio; la matrice biologica può essere rappresentata da sangue intero, siero, plasma, urine, feci, liquor, ecc.
• La fase post-analitica è rappresentata dell’emissione di un referto che deve essere interpretato nel modo più corretto possibile dal clinico che ha fatto la richiesta; nella fase post-analitica sono compresi la definizione degli intervalli di riferimento dei cut off decisionali e l’interpretazione del risultato (anche il medico di laboratorio può inserire dei commenti interpretativi).
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di evitare esami di laboratorio ridondanti?
- Qual è il biomarcatore attualmente utilizzato per la diagnosi di infarto?
- Quali sono le fasi del processo di analisi di laboratorio descritte nel testo?
È importante evitare esami ridondanti per non ottenere informazioni già fornite da altri esami, risparmiando risorse e tempo, come evidenziato nel testo.
Attualmente, il biomarcatore utilizzato per la diagnosi di infarto è la troponina, mentre altri marcatori come la fibrina solubile si sono rivelati fuorvianti.
Le fasi del processo di analisi di laboratorio sono: la fase pre-preanalitica, la fase preanalitica, la fase analitica e la fase post-analitica, ognuna con specifiche attività e responsabilità.