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Concetti Chiave

  • I biomarcatori sono essenziali per la diagnosi di infarto, poiché senza il dosaggio della troponina l'80% degli infarti potrebbe sfuggire alla diagnosi.
  • La ricerca di biomarcatori per i tumori cerebrali è stata infruttuosa, poiché le cellule neoplastiche cerebrali hanno secrezioni simili a quelle sane.
  • Per il cancro alla prostata, il biomarcatore PSA è efficace, essendo notevolmente più alto in condizioni patologiche rispetto a quelle fisiologiche.
  • La rilevazione dei tumori dipende dalla quantità di biomarcatori prodotti, influenzata dalla dimensione del tumore e dal tipo di tessuto coinvolto.
  • La ricerca sui biomarcatori è cruciale quando mancano altre tecniche diagnostiche e la visibilità influisce sul finanziamento e l'avanzamento della ricerca.

Rilevanza diagnostica dei biomarcatori

In alcuni ambiti la medicina di laboratorio e la ricerca di biomarcatori risultano essere assolutamente fondamentali; ad esempio, senza di essi non sarebbe possibile effettuare clinicamente una diagnosi di infarto, in virtù del fatto che, senza analizzare il dosaggio della troponina, non si possono ricondurre con certezza i sintomi a questa condizione (l’80 % degli infarti sfuggirebbero alla diagnosi). In altri ambiti invece la ricerca dei biomarcatori non è così determinante.
Esemplificativo di ciò è sicuramente il caso dei tumori cerebrali: da 15 anni i ricercatori tentano di trovare biomarcatori utili alla diagnosi di questi tumori, ma senza successo. Gli unici riscontrati sono scarsamente informativi e comunque non sono sufficienti a fare diagnosi. Ciò è dovuto al fatto che le cellule neoplastiche cerebrali hanno una secrezione molto simile a quella delle cellule del tessuto sano, e dunque non vi si trova un elemento distintivo, anomalo, che permetta di notare la presenza del tumore.
Tuttavia differentemente accade per altri tipi di cancro, quale quello alla prostata, caratterizzato dalla secrezione di PSA. Il PSA viene secreto anche in condizioni fisiologiche, ma in condizioni patologiche la sua produzione è notevolmente più alta (ca. 100 volte di più). Va anche considerato che il tumore cerebrale è di piccole dimensioni, limitato entro la scatola cranica e la cui presenza viene notata precocemente (in quanto può fare pressione sul tessuto cerebrale causando sintomi immediatamente visibili). In altre sedi invece, ad esempio nel fegato o nel colon-retto, un tumore può accrescersi fino a raggiungere anche 20-25 cm prima di dare segno di sé e provocare sintomi. La produzione del biomarcatore sarà influenzata dalla quantità di cellule che lo producono, perciò anche la dimensione rende più o meno difficile la rilevazione del tumore.
Biomarcatori come ambito di ricerca scientifica
La rilevanza della ricerca sui biomarcatori si valuta su base di due aspetti determinanti:
• la necessità di ricorrere a questo metodo diagnostico; come detto, è centrale quando non sono presenti altre tecniche diagnostiche, come nel caso di infarto, ma in altre circostanze non serve. Banalmente, qualora si presenti in pronto soccorso un paziente con ferita da taglio, dosare i biomarcatori non ha utilità, al massimo si effettua un emocromo per valutare il sangue perso.
• la visibilità; quando questa è minima la ricerca è poco finanziata e i ricercatori non possono cimentarsi in quel determinato ambito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza dei biomarcatori nella diagnosi medica?
  2. I biomarcatori sono fondamentali in alcuni ambiti, come nella diagnosi di infarto, dove l'analisi della troponina è essenziale per identificare la condizione. Tuttavia, in altri ambiti, come i tumori cerebrali, la ricerca di biomarcatori non ha avuto successo significativo.

  3. Perché è difficile trovare biomarcatori per i tumori cerebrali?
  4. È difficile perché le cellule neoplastiche cerebrali hanno una secrezione simile a quelle del tessuto sano, rendendo difficile identificare un elemento distintivo che indichi la presenza del tumore.

  5. Come influisce la dimensione del tumore sulla rilevazione dei biomarcatori?
  6. La dimensione del tumore influisce sulla rilevazione dei biomarcatori poiché la produzione di questi è influenzata dalla quantità di cellule che li producono. Tumori più grandi, come quelli nel fegato o colon-retto, possono crescere notevolmente prima di manifestare sintomi, rendendo più difficile la rilevazione.

Domande e risposte