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  1. Il cemento
  2. Altri aspetti

Il cemento

Il cemento è uno dei materiali che ancora oggi trovano impiego nel mondo dell'edilizia, nonché usato sin dall'epoca dei romani. Dato il suo vasto impiego è prodotto su larga scala. Il processo di creazione del cemento è simile a un rito alchemico, in cui elementi grezzi vengono trasformati, per mezzo del calore e della misura, in una sostanza che indurisce come pietra, ma che nasce dal fango e dalla polvere, un prodigio umano, nato dal connubio tra scienza e fuoco, tra terra e ingegno.
Tutto comincia con la scelta delle materie prime (e dei rapporti in cui esse si trovano), che la natura concede con generosa abbondanza:
— calcare, roccia antica e tenera, madre del carbonato di calcio.
Esso si trova soprattutto nei massicci carbonatici, ovvero dei rilievi montuosi formatisi durante il Mesozoico, i quali affiorano abbondantemente anche nel territorio italiano;
— argilla, impasto fine e siliceo, che dona all’impasto forza e coesione.
Queste due, una calda e una fredda, una secca e una umida, vengono mescolate in giuste proporzioni, come in una ricetta antica tramandata tra le fornaci.
Una volta unite, le materie vengono frantumate e omogeneizzate, fino a divenire una polvere fine chiamata farina cruda. Da qui comincia il viaggio nel ventre del fuoco: la miscela viene introdotta in un forno rotante, lungo e inclinato come un serpente d’acciaio, ove il calore giunge a superare i 1450 gradi.
Là dentro, in un’atmosfera ardente, la materia subisce una metamorfosi:
— dapprima, l’argilla perde l’acqua e si trasforma;
— poi il calcare si decompone, liberando anidride carbonica e lasciando ossido di calcio;
— infine, questi reagiscono tra loro formando silicati di calcio, i veri artefici della resistenza del cemento.

Altri aspetti

Questa materia nuova, uscita dal fuoco come metallo fuso da una fucina divina, prende il nome di clinker: piccoli noduli grigi, duri come ciottoli, che racchiudono in sé la forza della pietra e l’intelligenza dell’uomo.
Ma il clinker da solo è ancora muto. Per risvegliarlo, bisogna macinarlo finemente, e mescolarlo con una piccola quantità di gesso, che regola il tempo della presa, affinché il cemento non indurisca troppo presto, né troppo tardi.
Così nasce il cemento Portland, il più nobile e diffuso, che si confonde con l’acqua, si mescola con sabbia e ghiaia, e si fa calcestruzzo: materia fluida al principio, solida come roccia in seguito, capace di reggere ponti, torri, dighe e mura.
Ma non dimenticare: questo processo, pur frutto d’ingegno, ha un prezzo. Il cemento è figlio del fuoco, e il fuoco consuma. Le fornaci bruciano combustibili, emettono gas, e l’anidride carbonica liberata dal calcare contribuisce al mutamento del clima. Così, anche in questa invenzione ammirabile, l’uomo è chiamato a riflettere: su come produrre con minore impatto, su come costruire senza distruggere. L'uomo è quindi ancora una volta chiamato a scegliere tra progredire e il prezzo legato al progresso.

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