Concetti Chiave
- L'infiammazione è causata da vari stimoli tissutali come infezioni, traumi e malattie autoimmuni, portando alla produzione di citochine e cambiamenti vascolari.
- La proteina C-reattiva (PCR), scoperta nel 1930, è coinvolta nella risposta infiammatoria e agisce come opsonina per eliminare ligandi autologhi ed estrinseci.
- Il gene della PCR si trova sul braccio lungo del cromosoma 1 e la sua espressione è stimolata dalle citochine IL-6 e IL-1 β.
- La PCR ha un'emivita di 19 ore e inizia ad aumentare 6 ore dopo lo stimolo infiammatorio, raggiungendo il picco in 48 ore.
- La PCR è altamente sensibile ma poco specifica, con aumenti di concentrazione associati a molte condizioni cliniche, valutata tramite un test immunoturbidimetrico in laboratorio.
Infiammazione chimica
L’infiammazione è la risultate di una serie molto numerosa di insulti tissutali (processi infettivi, traumatici, autoimmunitari e neoplastici). Questi stimoli portano alla produzione di citochine che possono determinare vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, iperalgesia, febbre, reclutamento di leucociti a livello del sito infiammatorio e aumento o decremento della concentrazione di determinate proteine dette di fase acuta.L’infiammazione è la risultate di una serie molto numerosa di insulti tissutali (processi infettivi, traumatici, autoimmunitari e neoplastici). Questi stimoli portano alla produzione di citochine che possono determinare vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, iperalgesia, febbre, reclutamento di leucociti a livello del sito infiammatorio e aumento o decremento della concentrazione di determinate proteine dette di fase acuta.
La PCR è una proteina a peso molecolare elevato (105 kDa); è stata scoperta nel 1930 da Tillett e Francis, inizialmente identificata come proteina in grado di far precipitare nel siero la fosfocolina, componente della parete dello Streptococcus pneumoniae.
Il gene che codifica per questa proteina mappa a livello del braccio lungo del cromosoma 1, è un gene di piccole dimensioni, costituito da solamente due esoni; la trascrizione viene stimolata da IL-6 e da IL-1 β (controllano moltissime altre proteine della fase acuta).
La PCR ha una funzione biologica di spazzino, sia per ligandi autologhi sia per ligandi estrinseci, quali cellule danneggiate, cellule che sono andate in apoptosi, fosfolipidi e microrganismi tra cui batteri, funghi e parassiti; la PCR agisce da opsonina, quindi i suoi ligandi vengono eliminati dall’organismo.
L’emivita della PCR è di circa 19 ore. Comincia ad aumentare a partire da 6 ore dopo l’inizio dello stimolo infiammatorio; raggiunge il picco a distanza di 48 ore (cinetica molto favorevole).
La PCR è quindi una proteina ad altissima sensibilità ma a bassa specificità: un aumento di concentrazione di PCR può avvenire in presenza di una miriade di condizioni cliniche, quali artrite reumatoide, ictus, toxoplasmosi, tubercolosi, pielonefriti, scarlattina, meningite, faringiti e tonsilliti, polmoniti, epatiti, mononucleosi, traumi, infarto, tumori, pneumocitosi e ascessi.
Da un punto di vista analitico, viene utilizzato in laboratorio un test immunoturbidimetrico potenziato a particelle. Ciò significa sostanzialmente che vengono aggiunte al campione delle particelle di lattice rivestite di anticorpi monoclonali anti-PCR; vengono quindi a formarsi agglomerati contenenti PCR e particelle di lattice che vengono valutati attraverso la torbidità della luce che attraversa il campione. La quantità di aggregati che vengono a formarsi correla con la concentrazione di PCR contenuta nel campione.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della PCR nell'infiammazione?
- Come viene misurata la concentrazione di PCR in laboratorio?
- Quali condizioni cliniche possono causare un aumento della PCR?
La PCR agisce come una proteina di spazzino, eliminando ligandi autologhi ed estrinseci come cellule danneggiate e microrganismi, e funge da opsonina per facilitare la loro eliminazione dall'organismo.
La concentrazione di PCR viene misurata utilizzando un test immunoturbidimetrico potenziato a particelle, che valuta la torbidità della luce attraverso il campione per determinare la quantità di aggregati formati da PCR e particelle di lattice.
Un aumento della PCR può verificarsi in molte condizioni cliniche, tra cui artrite reumatoide, ictus, toxoplasmosi, tubercolosi, pielonefriti, scarlattina, meningite, faringiti, tonsilliti, polmoniti, epatiti, mononucleosi, traumi, infarto, tumori, pneumocitosi e ascessi.