Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
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scuola di vetro, massima trasparenza

Gia oggi attraverso il portale Scuola in Chiaro gli studenti possono conoscere molti dati sulla propria scuola: numero di docenti, bilancio, studenti promossi e bocciati, studenti che si iscrivono all'università dopo il diploma e molti altri dati di questo tipo.

Tuttavia non tutte le scuole effettivamente compilano per intero il loro profilo. Così si lavorerà ad uno Scuola in Chiaro 2.0, molto più fruibile rispetto ad oggi, promettono dal Miur.

A partire dal 2015 per ogni scuola saranno pubblicati in forma aggregata e, dove possibile, di microdati:
• i flussi di dati sull’organizzazione della scuola (organico, edilizia, bilancio)
• i rapporti di autovalutazione di ogni scuola, costruiti sulla base di format e indicatori comuni, e i relativi piani di miglioramento;
• i bilanci delle scuole (di previsione e conto consuntivo, con la descrizione analitica dell’impiego delle risorse provenienti da Stato, Enti locali, famiglie e privati);
• tutti i progetti finanziati attraverso il MOF o altri fondi a bilancio della scuola;
• una mappatura delle interazioni delle scuole con il territorio: partneriati con imprese, fondazioni, amministrazioni locali, eventi.

Sempre a partire dall’anno scolastico 2015-2016 nascerà il Registro Nazionale dei docenti della scuola. Il registro offrirà le informazioni sulla professionalità di tutto il personale della scuola: dagli amministrativi, dirigenti, insegnanti, associato alla scuola in cui sono in servizio. Il Registro conterrà tutte le informazioni amministrative provenienti dal fascicolo personale e altri dati aggiuntivi, sulla base della rodata sperimentazione degli ultimi due anni per la costruzione dell’anagrafe della professionalità del docente.

Tuttavia gli studenti e i genitori non avranno accesso a questo registro. Sarà navigabile dal personale amministrativo della scuola. Tuttavia una parte di questi dati, opportunamente identificati nel rispetto delle regole sulla riservatezza, sarà anche visibile online in relazione alla scuola il cui personale presta il servizio: insomma anche senza sapere il nome, studenti e famiglie potranno sapere che tipo di professionalità sono impiegate nella scuola in cui si trovano.

L'obiettivo Aprire la scuola a tutti. Si tratta di aprirla nel suo potenziale di patrimonio informativo pubblico.
Il report di Renzi spiega che "la scuola è la più grande rete pubblica del Paese, un patrimonio straordinario di conoscenza. Per capire quanto questa apertura sia importante, proviamo ad immaginare un dibattito pubblico continuo sulla scuola che sia informato, basato sui fatti che i dati raccontano, e non solo su opinioni, impressioni, speranze, paure. Sarebbe molto più di un dibattito. Sarebbe - viene spiegato dalle pagine della Buona scuola - la perfetta integrazione del processo di miglioramento di cui abbiamo parlato in precedenza. O ancora, immaginiamo come, a partire dalle informazioni che raccogliamo ogni anno, questa creatività possa sprigionarsi in diverse forme: una competizione di creatività tra studenti, un momento in cui amministrazione e comunità di pratica si incontrano per riprogettare insieme un servizio pubblico. Il Ministero lavorerà per fare in modo che già entro la fine dell’anno sia pubblicata una parte quantitativamente e qualitativamente molto rilevante di dati raccolti per scopi amministrativi e gestionali. Questi saranno pubblicati in formato aperto e con la maggiore granularità possibile. Non è un lavoro semplice, perché le nostre banche dati non erano state costruite, nel tempo, per essere pubbliche. Ma il tempo di aprire il Ministero è arrivato".

Come usare i dati? "Per aumentare l’impatto dell’apertura - spiegano dal Governo - lanceremo in autunno il primo hackathon sui dati del Ministero, dalle stanze del Ministero. Sarà organizzato in collaborazione con tutte le comunità che costruiscono consapevolezza e conoscenza sul valore dei dati aperti. Dobbiamo aumentare la comprensione e l’utilizzo dei nostri dati, perché non esiste trasparenza fine a se stessa, e non si realizzano efficienze senza coinvolgere in maniera credibile studenti e mondo della scuola, esperti, cittadini, imprese, giornalisti. Per l’hackathon, a partire dal rilascio di dati del Ministero, in 24 ore si lavorerà – e i nostri ragazzi saranno protagonisti – alla creazione di applicazioni: una app, un nuovo servizio ai cittadini, una visualizzazione interattiva".

Il MIUR vuole coinvolgere i ragazzi in quella che diventerà a regime una Data School nazionale. Perché lavorare con i dati è una competenza chiave del nostro tempo, e utilizzarli per produrre inchieste, storie, visualizzazioni i modi migliori per applicarla.