Concetti Chiave
- I valori di densità nella tomografia computerizzata variano per diversi tessuti, con il polmone a -500 uh e i tessuti molli a +50 uh.
- La finestra di visualizzazione deve essere adattata per evidenziare specifici tessuti, come il polmone o lo scheletro.
- Artefatti possono influenzare la qualità dell'immagine, con cause fisiche come il beam hardening e il photon starving.
- Artefatti possono anche derivare da fattori indotti dal paziente o dallo scanner, come l'artefatto da metallo e il ring artifact.
- Il lobulo polmonare secondario, identificabile per le sue dimensioni, è l'unità funzionale del polmone nella tomografia computerizzata.
Indice
Valori dei tessuti e finestre
Ci sono valori che mediamente corrispondono a determinati tessuti:
● -500 uh: polmone
● -50/-10 uh: tessuto adiposo
● 0 uh: acqua
● +50 uh: sangue e tessuti molli
In questo caso stiamo utilizzando una finestra centrata su +50 uh, con un’ampiezza da -125 uh a +125 uh.
Infatti, non si riesce a riconoscere il polmone che risulta nero, così
come l’aria.
Utilizzando una finestra molto più ampia, di quasi 2000 uh, con centro a -300 uh si riesce a visualizzare il polmone e non si vedono bene i tessuti molli.
Utilizzando una finestra mediastinica per ricercare pneumotorace non saremmo stati in grado di identificarlo.
Con una finestra ancora differente, con centro sopra lo zero non si vede il polmone e si vede poco il mediastino, ma si può apprezzare lo scheletro (che prima appariva omogeneo e bianco, iperdenso).
Visualizzazione selettiva dei tessuti
Esistono dunque molte finestre che possono essere utilizzate per la visualizzazione selettiva di determinati tessuti (polmone, tessuti molli, osso…) e variando la finestra sullo stesso tessuto posso vederne caratteristiche diverse.
queste due immagini rappresentano due finestre diverse di una stessa scansione. In cui a destra il parenchima polmonare è molto più definito mentre il resto è più appiattito.
Il concetto da ricordare è che non si può utilizzare sempre la stessa finestra, ma va adattata di caso in caso.
Artefatti nelle immagini diagnostiche
Gli artefatti sono delle alterazioni della qualità dell’immagine, che non sempre sono però evitabili.
Si distinguono:
• Artefatti con causa fisica:
• Beam hardening “da indurimento”. Il fascio contiene fotoni ad energie differenti. Quando colpisce il corpo i raggi più deboli vengono fermati e passano solo quelle forti. Nell’immagine il paziente aveva un braccio che bloccava il passaggio dei fotoni e impediva la visualizzazione dei fotoni a bassa energia
• Photon starving i fotoni vengono assorbiti dalla periferia al centro, si visualizzeranno degli artefatti concentrici. Tipico in pazienti obesi.
• Volume parziale il voxel comprende strutture di densità diverse se queste sono vicine (ad esempio una cisti renale piccola vicino al parenchima renale). Ovviamente se il voxel è più piccolo questo artefatto si riduce sensibilmente, fino a scomparire, consentendo di ottenere misure di densità più esatte. Se il voxel è grande c’è difficoltà nella macchina a capire la reale densità di quello che sta misurando.
• Artefatti indotti dal paziente
• Artefatto da metallo il metallo assorbe il fascio. Dipendono da fattori intrinseci del metallo (tipo, forma) e da fattori estrinseci (kVp, mAs, posizione...)
• Artefatti dovuti allo scanner
• Ring artifact dovuto al difettoso funzionamento del detettore nei 360° di rotazione
• Streak artifact
Importanza della diagnostica per immagini
Il professore inizia la lezione ricordando che per l'esame è importante conoscere come funziona la diagnostica per immagini e insiste sulla necessità di ricordare quale sia l'unità funzionale dell'organo studiato. Ad esempio, nel polmone l'unità funzionale è il lobulo polmonare secondario, struttura di dimensioni tali da poter essere identificata dall'interazione con i raggi X (12-15 mm); nel caso in cui tale struttura si dovesse riempire di acqua, noi riusciremmo a vederla perché è più chiara del parenchima polmonare, che è nero.
Domande da interrogazione
- Quali sono i valori che corrispondono ai diversi tessuti nella tomografia computerizzata?
- Come viene utilizzata la finestra nella visualizzazione della tomografia computerizzata?
- Quali sono gli artefatti che possono influire sulla qualità dell'immagine nella tomografia computerizzata?
- Qual è l'unità funzionale dell'organo studiato nella tomografia computerizzata del polmone?
- Perché è importante adattare la finestra nella tomografia computerizzata?
I valori mediamente corrispondenti ai tessuti sono: -500 uh per il polmone, -50/-10 uh per il tessuto adiposo, 0 uh per l'acqua e +50 uh per il sangue e i tessuti molli.
La finestra viene utilizzata per selezionare e visualizzare in modo selettivo determinati tessuti. Variando la finestra sullo stesso tessuto è possibile osservarne caratteristiche diverse.
Gli artefatti possono essere causati da fattori fisici, come il beam hardening e il photon starving, da fattori indotti dal paziente, come l'artefatto da metallo, e da fattori legati allo scanner, come il ring artifact e lo streak artifact.
L'unità funzionale del polmone studiato è il lobulo polmonare secondario, che ha dimensioni di 12-15 mm e può essere identificato dall'interazione con i raggi X.
È importante adattare la finestra in base al caso specifico per ottenere una visualizzazione ottimale dei tessuti. Utilizzare sempre la stessa finestra potrebbe compromettere la qualità dell'immagine.