Concetti Chiave
- Gli anestetici regionali, originariamente a base di cocaina, sono datati ma ben documentati in termini di utilizzo e effetti collaterali.
- La struttura farmacologica degli anestetici locali include una porzione aromatica, una catena intermedia esterica o amidica, e un gruppo aminico.
- L'Italia ha contribuito alla storia dell'anestesia regionale con la tecnica del "Loss of resistance" sviluppata nel 1931 dal Professor Dogliotti.
- L'anestesia bilanciata, combinando anestetici inalatori e endovenosi, è una delle più comuni e mantiene il sonno tramite anestetici inalatori.
- Gli anestetici locali bloccano tutte le fibre nervose, iniziando dalle fibre B, e il recupero delle fibre segue l'ordine inverso del blocco.
Anestesia locoregionale
Il primo anestetico locale usato nella storia della medicina è stata la cocaina, di cui successivamente l’uso fu sospeso per ovvie ragioni (breve durata di azione e complicanze legate all’attivazione del simpatico). In generale, gli anestetici regionali sono piuttosto datati e con una densa letteratura che ne descrive gli utilizzi e gli effetti collaterali.Gli anestetici locali presentano una struttura farmacologica simile tra loro caratterizzata da:
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- Una porzione aromatica. La componente lipofila determina non solo la potenza (più è lipofila, più è potente il composto farmacologico in esame perché aumenta il passaggio delle molecole al sito effettore), ma anche la tossicità del farmaco, fondamentale per l’utilizzo clinico.
- Una catena intermedia di tipo esterica o di tipo amidico (che determina il tipo di metabolismo).
- Un gruppo aminico.
Altri aspetti
L’anestesia regionale ha infatti una tradizione molto antica, dove anche l’Italia ha avuto un ruolo importante grazie al Professor Dogliotti dell’università di Torino che nel 1931 pubblicò il “Bollettino della società piemontese di chirurgia” che espone le basi del “Loss of resistence technique” (tecnica usata ancora oggi per riconoscere lo spazio epidurale, su cui si fonda l’anestesia regionale).Anestesia inalatoria. Si usa poco e soprattutto nei pazienti pediatrici che non hanno l’accesso venoso assicurato per indurre l’anestesia e predisporlo senza disagi. Anestesia bilanciata. Una delle più utilizzate, prevede la combinazione tra anestetici inalatori e per via endovenosa, in particolare analgesici, bloccanti neuromuscolari e oppioidi. La narcosi, il sonno è mantenuta con gli anestetici inalatori.
Gli anestetici locali bloccano tutte le fibre di un nervo sebbene con un ordine temporale distinto. In vivo, le prime fibre che vengono bloccate sono le fibre B (1) che veicolano le afferenze simpatiche e spiegano il calore percepito dal paziente all’area anestetizzata dovuta alla vasodilatazione. Le fibre B sono anche le ultime ad essere recuperate. Nei pazienti sottoposti a day-surgery è molto rilevante in quanto se permane il blocco simpatico può determinare ipotensione ortostatica. Le ultime fibre bloccate sono quelle motorie (3) mentre in posizione intemedia (2) si trovano le fibre che veicolano i vari tipi di sensibilità, tra cui la nocicettiva.
Mentre in vivo (nel paziente) le fibre mieliniche sono quelle bloccate prima dall’azione anestetica locale, in vivo sono quelle B scarsamente mielinizzate (che conducono le efferenze simpatiche) e le C amieliniche (che partecipano alla nocicezione) e poi le A delta (anch’esse coinvolte nella nocicezione) ad essere bloccate. Per capire se l’anestetico ha iniziato ad agire, la prima cosa da valutare sono le risposte simpatiche, come la sensazione di calore, che si associa ad ipotensione da vasodilatazione; l’effetto più tardivo, che talvolta può proprio non presentarsi, corrisponde al blocco motorio (fibre A beta, correlate anche a tatto e propriocezione, sensi risvegliati durante il blocco, e fibre A alpha). È inoltre da tenere in considerazione che le fibre che si bloccano per prime sono le fibre che recuperano per ultime, in relazione alla disposizione delle stesse sul nervo periferico.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il primo anestetico locale utilizzato nella storia della medicina?
- Quali sono le caratteristiche strutturali comuni degli anestetici locali?
- Qual è il contributo dell'Italia all'anestesia regionale?
- Qual è l'ordine di blocco delle fibre nervose da parte degli anestetici locali?
Il primo anestetico locale usato è stata la cocaina, il cui uso è stato successivamente sospeso a causa della breve durata d'azione e delle complicanze legate all'attivazione del simpatico.
Gli anestetici locali hanno una struttura farmacologica simile, caratterizzata da una porzione aromatica, una catena intermedia di tipo esterica o amidica, e un gruppo aminico.
L'Italia ha avuto un ruolo importante grazie al Professor Dogliotti dell'università di Torino, che nel 1931 ha pubblicato le basi della "Loss of resistance technique", usata per riconoscere lo spazio epidurale nell'anestesia regionale.
Le prime fibre bloccate sono le fibre B che veicolano le afferenze simpatiche, seguite dalle fibre che veicolano la sensibilità, e infine le fibre motorie. Le fibre bloccate per prime sono anche le ultime a recuperare.