Concetti Chiave
- La teoria dell'immutabilità delle specie di Aristotele fu messa in discussione grazie a scienziati come Hutton, Cuvier e Lyell.
- Lamarck propose che le specie cambiassero nel tempo attraverso l'uso o il disuso di parti del corpo e l'ereditarietà di caratteri acquisiti.
- Charles Darwin formulò la teoria dell'evoluzione nel 1859, sostenendo la discendenza con modificazioni e un'origine comune per tutte le forme di vita.
- La teoria di Darwin si basa sul concetto di selezione naturale, dove le specie si adattano agli ambienti cambianti.
- Le prove a sostegno della teoria di Darwin provengono da fossili, biogeografia e omologie anatomiche e molecolari.
Indice
L'evoluzione delle idee scientifiche
Per secoli l’idea sull’immutabilità e fissità delle specie formulata da Aristotele venne accettata e considerata verità dogmatica. Solo grazie alla costanza e all’impegno di alcuni scienziati come James Hutton, Georges Cuvier e Charles Lyell, che basarono i loro studi sui sedimenti geologici e sui fossili e su dei nuovi principi come quello de “l’attualismo”, venne messa in discussione l’idea aristotelica e emerse la consapevolezza di una natura in continua trasformazione.
La teoria di Lamarck e Darwin
Così, all’inizio dell’ottocento, il biologo francese Lamarck, propose una teoria secondo cui le specie si mutavano nel tempo e cambiavano le loro caratteristiche fisiche in base all’utilizzo o al disuso di determinate parti del corpo come gli arti e all’ereditarietà dei caratteri acquisiti dai genitori. Per una teoria scientifica e accettabile sull'evoluzione si dovette aspettare il 1859, anno in cui Charles Darwin, pubblicò l’opera “l’origine delle specie”. Esso arrivò a formulare una teoria sulla discendenza con modificazioni dopo un lungo viaggio per mare intorno al mondo, che lo portò in contatto con nuove specie sconosciute all’uomo.
Prove a sostegno della selezione naturale
Nella sua opera sosteneva inoltre, che tutte le forme di vita condividevano un origine comune e che quelle attuali discendevano da specie ancestrali che nel tempo si sono modificate per adattarsi ai diversi tipi di ambienti e condizioni in cui vivevano. Tutto questo meccanismo viene chiamato “selezione naturale”. Le attuali prove a sostegno di questa teoria sull’evoluzione provengono dalla documentazione fossile, dalla biogeografia (la distribuzione delle diverse specie nel mondo) e dalle omologie (caratteristiche simili tra diversi individui che condividono un antenato comune) sia anatomiche che molecolari.