Concetti Chiave
- I vaccini animali non eliminano del tutto le zecche ma riducono significativamente la loro prolificità e capacità riproduttiva.
- L'uso dei vaccini porta a una riduzione del 98% nella produzione di uova fertili da parte delle zecche.
- La vaccinazione nelle mandrie riduce notevolmente il tasso di babesiosi da Babesia bigemina, dimostrando un'efficacia superiore al 90%.
- Le babesie equine si dividono in due categorie: Babesia caballi e Theileria equi, con differenze nei loro ospiti e nella trasmissione.
- Theileria equi ha la capacità di trasmettersi per via transplacentare, una caratteristica non condivisa da Babesia caballi.
Indice
L'efficacia del vaccino
L'efficacia del vaccino: il vaccino non va a far morire tutte le zecche, anzi, da questo punto di vista, il vaccino non è assolutamente efficace in confronto all’antiparassitario! Infatti, il vaccino riduce del 50% le zecche, ma arriva a ridurre fino al 90-98% la prolificità di quelle zecche. La zecca riesce a sopravvivere, ma avrà dei problemi; per esempio, avrà difficoltà nell'assorbimento dei nutrienti che ci sono nel sangue, perché quegli antigeni (del vaccino) si vanno a legare, per esempio, alle cellule intestinali della zecca stessa, impedendone l'assorbimento. Se la zecca non si riesce a nutrire così bene, alla fine magari non muore, ma il risultato finale è che sopravvive ma senza riuscire a produrre uova, o ne produce di meno, oppure produce delle uova che comunque sono meno fertili; così facendo, si arriva ad avere in alcuni casi, una riduzione fino al 98% nella produzione di uova o larve che riescono a schiudere efficacemente dalle uova prodotte. Di conseguenza, se ci sono meno zecche, si avranno anche meno parassiti.
Babesiosi e protezione
La differenza è del 1% babesiosi di babesia bigemina nelle mandrie vaccinate contro il 18% nelle mandrie non vaccinate; ciò vuol dire che si ha un'efficacia molto alta, perché si ha una protezione che è superiore al 90%. Si ottiene questo risultato su babesia lavorando semplicemente sulla zecca.
Babesie degli equidi
Le babesie degli equidi sono molto interessanti. La clinica equina è pressoché morta oramai, il numero di cavalli è veramente molto ridotto. I cavalli hanno notoriamente due specie di babesia: grandi babesie e piccole babesie. (osservare nell'immagine la differenza tra le due).
Queste due categorie, in passato erano chiamate babesie caballi, quelle grandi, e babesie equi, quelle piccole. Oggigiorno, oramai tutti concordano sul fatto che quelle piccole non si chiamano più babesia, ma si chiamano Theileria equi, proprio per il motivo che è stato detto precedentemente.
Trasmissione e adattamento
Hanno zecche a 3 o a 2 ospiti (Dermacentor 3 ospiti; Rhipicephalus e Hyalomma 2 ospiti). Gli ospiti vertebrati:
- Babeisa caballi: cavalli, asini e muli, quindi tendenzialmente colpisce solo gli equidi;
- Babesia equi: cavalli, asini, muli, zebre e cane, quindi è già una specie un pochino più eclettica, e quando una specie è un pochino più eclettica, vuol dire che è meno specializzata rispetto a un'altra, riesce ad adattarsi a contesti diversi e lo si vede anche nel tipo di trasmissione.
La trasmissione transtadiale, o trasmissione da stadio a stadio: cioè da larva a ninfa, o da ninfa ad adulto di zecca, è presente in tutte e due i tipi di babesia; quindi se zecca si infesta, manterrà il parassita allo stadio successivo.
Theileria equi, invece, ha un comportamento molto particolare: localizza prima nei neutrofili, stando nel sistema reticolo osticitario, e poi da lì, passa in circolo nel sangue. Infatti, proprio con questo sistema, riesce a passare, per esempio, per via transplacentare, cosa che non fa babesia caballi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'efficacia dei vaccini nel controllo delle zecche e nella riduzione della loro prolificità?
- Come si differenziano le babesie degli equidi e quali sono le loro denominazioni attuali?
- Quali sono le differenze nella trasmissione tra Babesia caballi e Theileria equi?
- Qual è l'impatto della vaccinazione sul tasso di babesiosi nelle mandrie?
I vaccini riducono del 50% le zecche e fino al 90-98% la loro prolificità, influenzando negativamente l'assorbimento dei nutrienti e la produzione di uova fertili.
Le babesie degli equidi si dividono in grandi babesie (Babesia caballi) e piccole babesie (precedentemente Babesia equi, ora Theileria equi), con quest'ultima che colpisce una gamma più ampia di ospiti.
Entrambe le specie si trasmettono da uno stadio all'altro della zecca, ma Theileria equi ha la capacità di passare anche per via transplacentare, a differenza di Babesia caballi.
La vaccinazione riduce significativamente il tasso di babesiosi, passando da un 18% nelle mandrie non vaccinate a solo l'1% nelle mandrie vaccinate, dimostrando un'efficacia superiore al 90%.