carlottazamperlini
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Concetti Chiave

  • Del suino viene utilizzato tutto per l'alimentazione umana, con particolare attenzione alle parti proteiche, conservate attraverso metodi come l'utilizzo del freddo.
  • L'allevamento suino moderno deve essere competitivo e sostenibile, riducendo l'impatto ambientale e continuando a produrre alimenti tipici certificati.
  • Per ridurre l'impatto ambientale, si lavora sulla diminuzione dell'azoto e del fosforo rilasciati, migliorando la digeribilità delle proteine e utilizzando enzimi come le fitasi.
  • L'utilizzo di chelati nell'alimentazione suina riduce la competizione tra minerali, con un effetto simile ottenuto attraverso probiotici e prebiotici.
  • Esistono anche allevamenti semi-intensivi o estensivi, focalizzati sul benessere animale, che comportano tempi di crescita più lunghi e una qualità nutritiva inferiore.

Alimentazione del suino

Del suino viene consumato tutto per l’alimentazione umana, soprattutto per quanto riguarda le parti proteiche. Tutta la proteina che non si riesce a conservare viene consumata subito (nell’allevamento tradizionale quando si macellava un maiale seguiva una celebrazione in cui la carne veniva distribuita sulla popolazione, così da non sprecare nulla della proteina del maiale). Per conservare la carne suina ci sono diversi metodi (che verranno studiati nello specifico durante il corso di ispezione degli alimenti), che prevedono ad esempio l’utilizzo del freddo.
Quello che ad oggi viene richiesto al professionista che si occupa di alimentazione del suino è che l’allevamento sia competitivo, sostenibile (e quindi che ci sia la minimalizzazione dei polluenti restituiti all’ambiente) e che permetta di continuare a produrre alimenti tipici certificati (si ricordi che l’alimentazione dà un grande contributo al sapore della carne).

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, le principali vie su cui si agisce nell’allevamento suino sono:

    - Diminuzione della restituzione di azoto all’ambiente, che si minimizza riducendo le quote di azoto fecale e azoto urinario. La diminuzione dell’azoto fecale si persegue attraverso il miglioramento della digeribilità della proteina, mentre quella dell’azoto urinario attraverso il miglioramento del valore biologico della proteina (utilizzo degli amminoacidi per scopi plastici piuttosto che per scopi energetici e quindi diminuzione degli amminoacidi che vengono deaminati). Questo scopo è ben perseguito negli allevamenti moderni, con diete che con un 18% di proteina sono in grado di sostenere una crescita muscolare del suino di una certa importanza.
    - Diminuzione del fosforo come polluente. Il suino non è un buon utilizzatore del fosforo fitinico, di conseguenza si utilizzano le fitasi, riducendo così le quote di sali di fosforo nella razione (fosfato dicalcico/monocalcico) e di conseguenza meno fosforo sarà presente nei liquami.
    - Riduzione della quota di microelementi in razione attraverso l’utilizzazione dei chelati, che diminuiscono gli effetti di competizione tra minerali per l’assorbimento. Esempio: il rame per il suino, ad una quantità di circa 125 ppm, viene utilizzato nell’alimentazione come promotore di crescita, poiché assottiglia la parete intestinale migliorando l’assorbimento dei nutrienti; ad oggi si può avere lo stesso effetto attraverso probiotici e prebiotici.
Tutto questo è un adattamento funzionale del suino per minimizzare l’impatto ambientale, di conseguenza tutte queste strategie vengono messe in atto insieme nell’allevamento intensivo.
Al giorno d’oggi si va verso una situazione in cui l’allevamento suino può essere anche semi-intensivo o estensivo, in cui tra gli obbiettivi principali c’è il benessere animale; in questi allevamenti i suini non sono più produttivi in quanto l’alimentazione messa a disposizione è di qualità molto meno buona, in quanto la densità energetica è inferiore e c’è un ampio ricorso a diversi sottoprodotti (scarti aziendali, recuperi degli ortaggi, scarti dei mercati), quindi pensare ad un’alimentazione sempre strettamente controllata è molto difficile, infatti si ottengono accrescimenti inferiori e tempi di finissaggio superiori. Nel momento in cui il consumatore deciderà che questo tipo di trattamento degli animali vale un prezzo della carne superiore (che possa coprire i costi di questo tipo di allevamento), allora si avrà una diffusione più ampia di queste metodologie (come è successo ad esempio per le galline ovaiole).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i metodi principali per conservare la carne suina?
  2. La carne suina può essere conservata utilizzando diversi metodi, tra cui l'uso del freddo, che verranno studiati nello specifico durante il corso di ispezione degli alimenti.

  3. Quali sono le principali strategie per ridurre l'impatto ambientale nell'allevamento suino?
  4. Le strategie includono la diminuzione della restituzione di azoto e fosforo all'ambiente e la riduzione della quota di microelementi in razione attraverso l'uso di chelati.

  5. Come si ottiene una crescita muscolare significativa nei suini moderni?
  6. Nei moderni allevamenti, una dieta con il 18% di proteina è in grado di sostenere una crescita muscolare significativa nei suini.

  7. Qual è il ruolo del rame nell'alimentazione del suino?
  8. Il rame, a circa 125 ppm, viene utilizzato come promotore di crescita poiché assottiglia la parete intestinale migliorando l'assorbimento dei nutrienti; oggi si può ottenere lo stesso effetto con probiotici e prebiotici.

  9. Quali sono le sfide dell'allevamento suino semi-intensivo o estensivo?
  10. Le sfide includono una minore produttività dovuta a un'alimentazione di qualità inferiore e l'uso di sottoprodotti, che portano a accrescimenti inferiori e tempi di finissaggio superiori.

Domande e risposte