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Concetti Chiave

  • Nel 1996, Wilmut riuscì a clonare il primo mammifero, una pecora, usando cellule dell'epitelio della ghiandola mammaria di una pecora adulta.
  • La tecnica di clonazione prevedeva la fusione di cellule somatiche in quiescenza con ovociti enucleati, che attraverso stimoli elettrici si sviluppavano fino allo stadio di blastocisti.
  • Dolly, la pecora clonata, era geneticamente identica alla pecora donatrice, ma presentava un DNA mitocondriale misto.
  • Dolly soffrì di invecchiamento precoce, dovuto a telomeri più corti, e morì a circa 7 anni per un'infezione polmonare.
  • Il successo della clonazione di Dolly aprì la strada ad ulteriori clonazioni di vari animali, inclusi i primati nel 2018.

Indice

  1. Il processo di clonazione di Dolly
  2. Le implicazioni della clonazione di Dolly

Il processo di clonazione di Dolly

Wilmut invece nel 1996 riuscì a clonare il primo mammifero: una pecora. In particolare prese delle cellule dell’epitelio della ghiandola mammaria di una pecora adulta (1) e le mise in terreni di coltura. I ricercatori a questo punto per farle regredire a uno stato staminale le privarono di nutrienti, rendendole così in quiescenza, ossia in fase G0. Da un’altra pecora (2) prelevarono un ovocita, vi tolsero il nucleo e in vitro fusero le due cellule ottenute, producendo uno zigote dato da un nucleo diploide e dal citoplasma dell’ovocita. Successivamente attraverso stimoli elettrici indussero la segmentazione fino allo stadio di blastocisti. A questo punto la blastocisti fu impiantata nell’utero di una terza pecora (3) che partorì Dolly, geneticamente identica alla pecora 1. Il DNA mitocondriale di Dolly è però misto perché presenta sia quello della pecora 1 che della pecora 2. Attraverso questo successo su 284 tentativi, Wilmut dimostrò che una cellula somatica, in opportune condizioni, se fusa con una cellula uovo enucleata, può riacquistare la totipotenza che caratterizza lo zigote.

Le implicazioni della clonazione di Dolly

Dolly morì a causa di un’infezione polmonare intorno ai 7 anni, la quale solitamente si prenseta in pecore più anziane. Dolly è infatti stata soggetta a un invecchiamento precoce dal momento che la sua età biologica è data dalla somma degli anni della mamma (6) e dei suoi; presentava infatti dei telomeri più corti del normale. Dolly aprì così la strada ad altre clonazioni, tra cui quella umana. Ad esempio si clonarono topi, maiali, vitelli, cani, gatti e nel 2018 si clonarono anche primati.

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