Concetti Chiave
- Le piastrine giocano un ruolo cruciale nell'emostasi primaria, che comprende le fasi vascolare e piastrinica.
- La fase vascolare si avvia con una vasocostrizione locale causata dall'endotelina, riducendo il flusso sanguigno e favorendo l'attivazione piastrinica.
- La vasocostrizione è più efficace nei vasi dotati di cellule muscolari lisce, ma avviene anche nei capillari grazie a proteine contrattili.
- L'emostasi primaria è sufficiente per interrompere il sanguinamento nei piccoli vasi, ma nei vasi più grandi è necessaria anche l'attivazione delle fasi coagulativa e fibrinolitica.
- La fase piastrinica comprende cinque sottofasi: adesione e attivazione, cambiamento di forma, degranulazione, trasduzione del segnale e aggregazione.
Il ruolo principale delle piastrine è comunque quello che assumono nell’emostasi primaria. L’emostasi in toto è costituita da quattro fasi: fase vascolare, fase piastrinica, fase coagulativa e fase fibrinolitica. L’emostasi primaria è costituita essenzialmente dalla fase vascolare e dalla fase piastrinica.
Indice
Fasi dell'emostasi primaria
La fase vascolare inizia dopo pochissimi minuti dall’inizio della lesione e consiste nella vasocostrizione locale per mezzo di un fattore endoteliale chiamato endotelina. La fase piastrinica consiste nell’emostasi primaria vera e propria e coinvolge attivazione, adesione, degranulazione e aggregazione delle piastrine iniziando già dopo circa cinque minuti dall’inizio della lesione. L’emostasi primaria è sufficiente ad interrompere il sanguinamento quando la lesione avviene all’interno di piccoli vasi. Ovviamente se i vasi sono di più ampio calibro questa non è sufficiente per interrompere l’emorragia e quindi si attivano, di conseguenza, anche la fase coagulativa e la fase fibrinolitica.
Dettagli sulla fase vascolare
Il primo evento che si verifica nell’emostasi è una contrazione vascolare a livello della zona lesa (fase vascolare). I meccanismi di vasocostrizione sono più efficienti nei vasi che sono dotati di più cellule muscolari lisce e quindi nei vasi che presentano una tonaca media; tuttavia, avvengono anche a livello dei capillari ad opera di proteine contrattili. La vasocostrizione è dovuta essenzialmente a due fattori:
1. una risposta diretta delle fibrocellule muscolari allo stiramento provocato dal trauma;
2. un riflesso neurovegetativo vasomotore che permette la liberazione di sostanze vasocostrittrici, primo fra tutti l’endotelina, che in fase più tardiva permettono l’aggregazione piastrinica, oltre ovviamente alla secrezione della serotonina.
Importanza della vasocostrizione
La fase vascolare è molto importante, anche se ha un effetto transitorio, perchè permette di ridurre il flusso sanguigno attraverso il vaso danneggiato riducendo in tal modo l’entità dell’emorragia; inoltre questo rallentamento del flusso favorisce fenomeni di marginazione delle piastrine con conseguente loro attivazione, favorisce anche l’accumulo locale di fattori della coagulazione che vengono attivati una volta che il tessuto sottoendoteliale viene esposto e soprattutto a seguito della liberazione della tromboplastina tissutale.
Sottofasi della fase piastrinica
Più nel dettaglio, la fase piastrinica è suddivisa in cinque sottofasi una successiva all’altra (anche se alcune sono talmente veloci che si sovrappongono):
1. adesione e attivazione;
2. cambiamento di forma (shape-change);
3. degranulazione dai granuli alfa e delta;
4. trasduzione del segnale;
5. aggregazione.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo principale delle piastrine nell'emostasi?
- In cosa consiste la fase vascolare dell'emostasi?
- Quali sono le sottofasi della fase piastrinica?
Il ruolo principale delle piastrine è nell'emostasi primaria, che include la fase vascolare e la fase piastrinica, essenziali per interrompere il sanguinamento nei piccoli vasi.
La fase vascolare inizia con la vasocostrizione locale, mediata dall'endotelina, per ridurre il flusso sanguigno e favorire l'attivazione delle piastrine e l'accumulo di fattori della coagulazione.
La fase piastrinica è suddivisa in cinque sottofasi: adesione e attivazione, cambiamento di forma, degranulazione, trasduzione del segnale e aggregazione.