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Concetti Chiave

  • Il potere contrastografico dei mezzi di contrasto iodati dipende dalla presenza dello Iodio e dalla struttura chimica delle molecole che lo legano.
  • I mezzi di contrasto di prima generazione utilizzano un anello piridinico, mentre quelli di seconda generazione un anello benzenico, offrendo maggiore opacizzazione grazie a tre atomi di Iodio e catene idrofile.
  • La terza generazione di mezzi di contrasto include monomeri e dimeri, ionici e non ionici, con diverse strutture e rapporti di Iodio che influenzano la dissociazione in ambiente acquoso.
  • La viscosità è un fattore chiave per assicurare che i mezzi di contrasto scorrano senza ostacoli nei vasi; il riscaldamento a temperatura corporea aiuta a ridurla.
  • Una significativa escrezione biliare dei mezzi di contrasto indica un deficit funzionale renale, mentre la concentrazione plasmatica è inizialmente determinata dalla diffusione nel corpo.

Potere contrastografico

Il potere contrastografico è legato alla presenza dello Iodio (n. atomico 53). I composti dello Iodio sono numerosi e diversi per caratteristiche chimiche e per settori di impiego. Ciò che differenzia i diversi mdc iodati è la composizione chimica della molecola che lega lo Iodio. La molecola che lega lo Iodio deve essere idrosolubile e deve far sì che il mdc arrivi alla sede d’interesse. La maggioranza dei mdc iodati è invece rappresentata dagli idrosolubili, che possiamo a loro volta distinguere in:
    - mdc di prima generazione: anello piridinico che lega uno o due atomi di Iodio e l’ossigeno. Abbiamo poi una catena laterale per la salificazione.
    - mdc di seconda generazione: anello benzenico legato a: un gruppo carbossilico, tre atomi di Iodio (potere di opacizzazione maggiore) e due catene laterali idrofile (R1, R2 garantiscono l’idrofilia facilitandone l’escrezione).
Questi studi hanno portato all’elaborazione dei mdc di terza generazione, che troviamo in commercio in quattro gruppi principali:
    - Monomeri ionici: una molecola con un singolo anello benzenico si dissocia in due molecole in ambiente acquoso; se la molecola iniziale legava 3 atomi di Iodio, ottengo un rapporto di 1,5 atomi di Iodio per ogni molecola circolante che si forma.
    - Dimeri ionici: una molecola con doppio anello benzenico si dissocia in due molecole in ambiente acquoso; se la molecola iniziale legava 6 atomi di Iodio, ottengo un rapporto di 3 atomi di Iodio per ogni molecola che si forma. Devo somministrare meno molecole per avere lo stesso effetto di opacizzazione, riducendo la tossicità.
    - Monomeri non ionici: ogni molecola con singolo anello benzenico contiene 3 atomi di Iodio, ma non dissociandosi il rapporto resta 3:1.
    - Dimeri non ionici: ogni molecola con doppio anello benzenico lega 6 atomi di Iodio, ma non dissociandosi il rapporto resta 6:1.
Per viscosità si intende la resistenza di un fluido allo scorrimento all’interno di un condotto.
I mdc dovendo essere somministrati all’interno di un vaso, in cui devono scorrere senza rallentare il circolo o arrecare danni ai vasi. Un accorgimento pratico per ridurre la viscosità dei mdc è riscaldarli a temperatura corporea facilitandone l’iniezione: alcuni mdc vengono somministrati tramite un iniettore a pompa con siringhe a cui si applicano manichette riscaldanti. Inoltre, i mdc con viscosità particolarmente elevata sono riscaldati con l’aiuto di fornetti prima di essere inseriti nell’iniettore.
Una significativa escrezione biliare di questi mezzi di contrasto è indice di grave deficit funzionale renale. La concentrazione plasmatica del mdc dipende dalla diluizione, dalla diffusione della sostanza nello spazio extracellulare e dalla escrezione renale. La professoressa chiarisce che nei primi istanti dall’infusione la diluizione e l’escrezione non influiscono minimamente sulla concentrazione e che la prima sostanziale riduzione della concentrazione plasmatica è dovuta alla diffusione del mdc secondo gradiente verso l’interstizio.

Domande da interrogazione

  1. Che cosa determina il potere contrastografico dei composti iodati utilizzati nei mezzi di contrasto?
  2. Il potere contrastografico dei composti iodati è determinato dalla presenza dello Iodio nella loro struttura chimica, con variazioni nel potere di opacizzazione a seconda della composizione chimica della molecola che lega lo Iodio.

  3. Quali sono le principali differenze tra i mezzi di contrasto di prima e seconda generazione?
  4. I mezzi di contrasto di prima generazione hanno un anello piridinico che lega uno o due atomi di Iodio, mentre quelli di seconda generazione presentano un anello benzenico con un gruppo carbossilico, tre atomi di Iodio e due catene laterali idrofile, offrendo un maggiore potere di opacizzazione.

  5. Come si distinguono i mezzi di contrasto di terza generazione in termini di struttura e funzionalità?
  6. I mezzi di contrasto di terza generazione si distinguono in monomeri ionici e non ionici, e dimeri ionici e non ionici, con differenze nel numero di atomi di Iodio legati e nel loro comportamento in ambiente acquoso, influenzando il rapporto tra atomi di Iodio e molecole circolanti.

  7. Qual è l'importanza della viscosità nei mezzi di contrasto e come viene gestita?
  8. La viscosità è cruciale per garantire che i mezzi di contrasto scorra senza problemi nei vasi, senza rallentare il circolo o danneggiare i vasi stessi. Per ridurre la viscosità, i mezzi di contrasto possono essere riscaldati a temperatura corporea, facilitando l'iniezione.

Domande e risposte